Nel primo trimestre di quest'anno gli atti di pirateria contro le navi in tutto il mondo segnalati all'International Maritime Bureau (IMB) sono stati 37 rispetto a 38 nello stesso periodo del 2021. Se il numero delle navi sequestrate e di quelle che sono state oggetto di un tentato attacco sono risultati invariati, essendosi verificati rispettivamente uno e due incidenti di questo tipo, analogo è risultato anche il numero di navi abbordate, 34 rispetto a 33 nei primi tre mesi dello scorso anno, mentre nessuna unità navale è stata oggetto di colpi d'arma da fuoco rispetto a due navi verso le quali sono stati esplosi colpi nel primo trimestre del 2021. È invece significativamente aumentato il numero di marittimi presi in ostaggio, 23 rispetto a due nel primo trimestre dello scorso anno, mentre quattro marittimi sono stati minacciati rispetto a due nei primi tre mesi del 2021. Nel corso di questi incidenti nessun marittimo ha perso la vita rispetto ad un decesso nel corrispondente periodo dello scorso anno.-
- Nei primi tre mesi del 2022 la tipologia di navi maggiormente presa di mira dai pirati è stata quella delle rinfusiere con 19 unità attaccate (12 nei primi tre mesi dello scorso anno); a seguire le navi cisterna con 12 unità (7), le portacontainer con 2 (9) e le navi di altro tipo con 4 unità attaccate (10).
-
- L'IMB ha specificato che del totale degli incidenti accaduti nei primi tre mesi del 2022, quasi la metà (41%) si è verificato nelle acque del sud-est asiatico, in particolare nello Stretto di Singapore dove si sono svolti 11 attacchi rispetto ai sei dello scorso anno, mentre c'è stata una riduzione degli eventi nella regione del Golfo di Guinea con sette incidenti segnalati dall'inizio dell'anno rispetto a 16 nello stesso periodo del 2021. L'IMB ha evidenziato come tuttavia sia necessario assicurare costantemente la sicurezza dei marittimi che operano nella regione dell'Africa occidentale, che rimane una zona a rischio come dimostra il dirottamento dello scorso 24 gennaio al largo della costa d'Avorio di una product tanker durante il quale tutti i 17 membri dell'equipaggio sono stati presi in ostaggio. Inoltre segnalazioni di rapine a mano armata sono giunte anche da navi all'ancora nelle acque dell'Angola e del Ghana. La persistente pericolosità dell'area, ha rilevato l'International Maritime Bureau, è testimoniata anche da un recente attacco e abbordaggio di una portarinfuse Panamax avvenuto lo scorso 3 aprile al largo delle coste del Ghana. Informato di questo incidente, il Piracy Reporting Centre dell'IMB ha immediatamente allertato le autorità regionali e le navi militari internazionali: un'unità navale ed un elicottero della Marina Militare Italiana sono immediatamente intervenuti salvando l'equipaggio e scortando la nave verso un porto sicuro.
-
- Oltre a quella dello Stretto di Singapore, un'altra area che continua a destare preoccupazione è quella delle acque peruviane. Se presso i porti sudamericani si sono verificati 10 incidenti, pari al 27% del totale mondiale, l'area di ancoraggio a Callao, in Perù, è quella maggiormente a rischio con sei incidenti segnalati nei primi tre mesi di quest'anno rispetto a cinque nello stesso periodo del 2021 e ad uno solo nel 2019. Tre incidenti sono stati segnalati anche nell'area di ancoraggio di Macapa, al largo del Brasile.
-
- Infine l'IMB ha precisato che, sebbene dall'inizio di quest'anno non siano stati segnalati incidenti nelle acque al largo del Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden, tuttavia in quest'area la minaccia della pirateria è tuttora presente in quanto i pirati somali continuano ad avere la capacità e la possibilità di condurre attacchi.
|