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Neumeier (Logivest): i porti tedeschi sbagliano a cedere aree per la realizzazione di centri residenziali
L'azienda sollecita lo sviluppo di zone logistiche all'interno degli scali portuali, anche utilizzando aree ed edifici dismessi
17 maggio 2022
La carenza di aree logistiche nei porti costituisce un limite allo sviluppo della logistica trimodale e sostenibile. Lo ha rilevato la tedesca Logivest, società che opera nel mercato immobiliare della logistica, riferendosi specificamente agli scali portuali germanici, nei quali - ha spiegato - tra il 2017 e il 2021 sono stati realizzati solamente 1,2 milioni di metri quadri di aree logistiche sul totale di 26 milioni di metri quadri di nuovi spazi logistici costruiti in Germania nel periodo. Nuove aree logistiche portuali, che includono quelle realizzate sia negli scali marittimi sia negli scali fluviali e trimodali, che si sono aggiunte a quelle per complessivi 2,1 milioni di metri quadri già esistenti entro un raggio di un chilometro dai porti e per 2,9 milioni di metri quadri entro un raggio di due chilometri.
«Il basso livello di nuove costruzioni e la relativa carenza di spazi logistici nei porti tedeschi - ha osservato l'amministratore delegato di Logivest, Kuno Neumeier - rischiano di diventare una sfida importante per lo sviluppo della logistica trimodale. La logistica trimodale, ovvero l'interconnessione tra il trasporto stradale, quello ferroviario e quello marittimo - ha sottolineato - è una componente essenziale al fine di ottenere una logistica sostenibile che minimizzi le emissioni di CO2, visto che, anche se il trasporto di container è spesso criticato per il suo impatto sui cambiamenti climatici, è comunque significativamente più efficiente del trasporto su strada. Secondo l'Agenzia Federale per l'Ambiente - ha ricordato Neumeier - le navi portacontenitori (3.000-8.000 teu) emettono circa 17 grammi di CO2 per tonnellata-chilometro, mentre un camion (motrice-semirimorchio per 24-40 tonnellate di merci) emette circa 68 grammi/tkm».
Neumeier, che su questo tema è certamente una voce di parte, ha criticato la crescente tendenza dei porti tedeschi a cedere proprie aree per la realizzazione di nuove zone residenziali. «Con ciò - ha affermato- spesso i porti si danno la zappa sui piedi, dato che lo sviluppo residenziale non solo minaccia la possibilità di realizzare attività commerciali sulle superfici che ancora rimangono nelle aree portuali, ma la stessa logistica portuale non è compatibile con lo sviluppo residenziale a causa delle differenti normative in materia di inquinamento acustico e di emissioni inquinanti. Da ciò non possono che scaturire svantaggi. Anche se in molti porti sono limitati gli spazi per realizzare nuove strutture logistiche - ha rilevato Neumeier - tuttavia diverse aree portuali offrono sicuramente il potenziale per ulteriori moderne aree logistiche». Inoltre Neumeier ha evidenziato che «in Germania in molti porti ci sono edifici obsoleti assolutamente inadatti per usi logistici moderni e c'è quindi un'ampia possibilità di nuove costruzioni rivitalizzando questi siti dismessi. Anche il riempimento di specchi acquei che non vengono più utilizzati - ha precisato - offre questo potenziale e in tal senso un esempio molto positivo è quello del JedeWeserPort (il nuovo porto tedesco in acque profonde, ndr)».
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