Il Liner Shipping Connectivity Index (LSCI), l'indice definito dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) per valutare il livello di integrazione dei porti delle nazioni mondiali nella rete globale di trasporti marittimi containerizzati, per il quarto trimestre del 2022 assegna ai porti italiani un indice di 76,18, con una diminuzione del -0,2% sullo stesso periodo del 2021. L'indice ha come base il valore massimo 100 relativo alla nazione che nel primo trimestre del 2006 presentava la maggiore connettività con il network dei servizi marittimi di linea, ovvero la Cina. L'attuale versione dell'indice LSCI è generata sulla base di sei componenti: il numero di scali settimanali di navi programmati nella nazione; la capacità di traffico containerizzato, in termini di contenitori da 20' piedi (teu), dei porti della nazione; il numero di servizi regolari di trasporto marittimo di linea da e per la nazione; il numero di compagnie di navigazione di linea che forniscono servizi da e per la nazione; la capacità media, in termini di teu, delle navi impiegate dal servizio di linea con la maggiore dimensione media delle navi; il numero di altre nazioni che sono collegate alla nazione tramite servizi di trasporto marittimo di linea diretti (senza trasbordi). Se nel quarto trimestre del 2021 l'Italia, con un indice LSCI di 76,34, era posizionata al 14° posto nella graduatoria delle nazioni con la maggiore connettività al network di servizi marittimi di linea, nell'ultimo trimestre del 2022 è scesa al 15° essendo stata scavalcata dal Giappone che è passato dal 18° posto al 13°. La classifica relativa al quarto trimestre di quest'anno vede sempre al primo posto la Cina con un indice LSCI di 177,55 (+3,7% sul quarto trimestre 2021) seguita da Corea dl Sud (indice 112,69, +1,3%), Singapore (112,45, +1,6%), Malaysia (100,10, +1,4%), USA (99,81, -2,7%), Spagna (91,80, +1,5%), Olanda (90,97, +0,2%), Regno Unito (90,47, +0,5%), Belgio (86,83, -0,2%), Taiwan (82,99, -1,4%), Germania (82,72, -2,8%), Hong Kong (81,41, -10,1%), Giappone (79,39, +14,0%) e Vietnam (79,17, +2,2%). Relativamente, invece, al Port Liner Shipping Connectivity Index (PLSCI), l'indice dell'UNCTAD che riflette la posizione di un singolo porto nella rete mondiale dei servizi di trasporto marittimo containerizzato, anche nel quarto trimestre di quest'anno il porto italiano maggiormente integrato in questo network risulta essere Gioia Tauro con un indice di 57,46, in crescita del +0,7% sullo stesso periodo del 2021. Al secondo e terzo posto i porti liguri di Genova e La Spezia con indici rispettivamente di 48,08 e 37,85 che risultano inferiori del -6,5% e -3,3% rispetto a quelli dell'ultimo trimestre dello scorso anno. A seguire il porto di Trieste con un indice PLSCI di 34,41 (+2,7%), il porto di Livorno con 25,90 (-5,2%), il porto di Civitavecchia con 25,07 (+0,6%) e quindi gli scali portuali di Savona-Vado Ligure (24,23, +0,9%), Napoli (23,65, -3,1%), Salerno 16,55, +7,8%), Venezia (10,30, -10,8%). Ravenna (9,60, +6,8%) e Ancona (9,07, +2,6%). Quanto alla posizione dei porti italiani nella graduatoria mondiale definita sulla base dell'indice PLSCI, nel quarto trimestre di quest'anno Gioia Tauro ha mantenuto la 46ª posizione. Il porto di Genova è sceso dalla 47ª del quarto trimestre del 2021 alla 56ª. Lo scalo di La Spezia è sceso dalla 78ª alla 87ª. Trieste ha guadagnato due posizioni salendo dalla 111ª alla 109ª. In discesa il porto di Livorno dalla 150ª alla 160ª, così come il porto di Civitavecchia passato dalla 162ª alla 167ª, il porto di Napoli sceso dalla 164ª alla 174ª e il porto di Savona-Vado passato dalla 170ª alla 171ª. Il porto di Salerno ha guadagnato 14 posizioni salendo dalla 233ª alla 219ª.
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