La Confederazione Italiana Armatori ha espresso «forte rammarico per l'attuale mancanza nel testo della Legge di Bilancio 2023 di risposte concrete alle istanze del comparto armatoriale segnalate a più riprese». Confitarma ha ricordato che, al fine di affrontare l'aumento del costo del carburante per la propulsione delle navi registrato nel 2022, aveva richiesto «un ristoro specifico per gli acquisti effettuati durante l'anno, come peraltro già previsto - ha specificato la Confederazione armatoriale - per le altre modalità di trasporto. Infatti, rispetto ai prezzi del bunker registrati nel 2021, a parità di consumi, il costo del carburante per le imprese di navigazione è aumentato del 70%».
Inoltre - ha ricordato ancora la Confederazione - «al fine di dispiegare tutto il potenziale delle autostrade del mare, con i conseguenti benefici ambientali per i cittadini, Confitarma aveva chiesto di incrementare a 100 milioni di euro l'anno le risorse stanziate per l'incentivo al trasferimento modale delle merci dalla strada al mare per il prossimo quadriennio. Infatti, le risorse attualmente stanziate fino al 2026 risultano insufficienti per assicurare il proseguimento e il miglioramento delle performance, in termini di costi esterni risparmiati, del precedente incentivo “Marebonus”. In tal senso, a solo titolo esemplificativo, l'efficienza di tale ultimo strumento è certificata dai recenti dati ufficiali di ENEA e del PNRR che evidenziano come, a parità di risparmio energetico ottenuto, il costo per lo Stato del Marebonus è stato pari a un decimo del Superbonus edilizio del 110%. In sostanza, risparmiare 1 Tep (tonnellata equivalente di petrolio) costa allo Stato 235 euro con il Marebonus contro i 2.434 euro del Superbonus 110%».
Confitarma ha precisato poi, relativamente al problema della «strutturale carenza di personale navigante italiano causata anche dall'importante barriera di ingresso al mercato del lavoro marittimo costituita dal costo dell'addestramento base obbligatorio per lavorare a bordo», di aver da tempo chiesto assieme alle organizzazioni sindacali un urgente intervento pubblico per finanziare tali corsi, sostenendo economicamente i giovani che vogliono intraprendere le carriere del mare. «Si tratta - ha evidenziato Confitarma - di un intervento che, con un costo inferiore ai due milioni di euro all'anno, darebbe nuova linfa al settore incrementando in maniera significativa l'occupazione marittima italiana. Purtroppo, diversamente da quanto si è concretamente fatto per altre categorie di lavoratori, i lavoratori marittimi sono stati, ancora una volta, dimenticati.
Sottolineando che «nel corso della pandemia il comparto tutto ha dimostrato la sua importanza determinante per assicurare il funzionamento della catena logistica», Confitarma ha espresso l'auspicio che «il governo intervenga urgentemente per dare risposte concrete ad un settore strategico per il Paese come quello del trasporto marittimo».