Il settore del trasporto marittimo containerizzato sta progredendo nel processo di riduzione delle emissioni delle proprie navi, ma negli ultimi mesi sono stati registrati nel complesso risultati contrastanti, con alcuni significativi miglioramenti compensati da performance al di sotto delle aspettative, e ciò a seguito di un indebolimento del mercato che ha avuto un impatto sui tassi di riempimento delle stive delle navi che di conseguenza ha determinato una diminuzione dell'efficienza complessiva. Lo ha evidenziato la norvegese Xeneta, che ha realizzato una piattaforma di monitoraggio del valore dei noli di questo mercato e che, in collaborazione con Marine Benchmark, ha definito il Carbon Emissions Index (CEI), un indice che segnala l'intensità delle emissioni di carbonio delle flotte impiegate dai primari carrier marittimi containerizzati mondiali su 13 principali rotte commerciali internazionali.
L'ultima rilevazione del CEI, relativa al quarto trimestre del 2022, avverte che nel periodo un solo vettore marittimo, la taiwanese Yang Ming, ha ottenuto su tutte le 13 rotte marittime su punteggio inferiore a 100, che è il valore di riferimento stabilito in base alla media delle emissioni di carbonio prodotte dalle flotte nel primo trimestre del 2018 sulle 13 rotte. Secondo Xeneta e Marine Benchmark, la performance della Yang Ming è stata ottenuta grazie al miglior equilibrio tra la velocità di navigazione delle portacontainer, il fattore di riempimento delle navi e la dimensione delle portacontenitori utilizzate.
Rilevando che il settore si sta muovendo nella giusta direzione, con punteggi variabili che dimostrano tuttavia come i progressi siano tutt'altro che facili, Emily Stausbøll, analista di Xeneta, ha precisato che «c'è solo una rotta marittima che nel quarto trimestre del 2022 ha registrato un CEI più elevato rispetto a quello del primo trimestre del 2018 ed è la rotta tra la costa orientale degli Stati Uniti e il nord Europa, che presenta un CEI di 108. Tuttavia - ha specificato - trimestre dopo trimestre stiamo assistendo ad alcune battute d'arresto, ad esempio come quelle relative ai traffici in partenza dall'Estremo Oriente dove i punteggi CEI sono peggiorati, essendo aumentati, in quattro delle cinque principali rotte marittime. Per scoprire perché - ha spiegato - dobbiamo considerare le generali condizioni del mercato. La debolezza dei fondamentali dell'economia ha colpito la domanda, incidendo sui volumi. Pertanto, abbiamo visto i tassi di riempimento dall'Estremo Oriente diminuire di 4,5 punti percentuali. Tuttavia, per contrastare questo peggioramento, non c'è stata alcune diminuzione della velocità di navigazione, e quindi delle emissioni, e pertanto l'efficienza ne risente. Di conseguenza i CEI sono aumentati mediamente del 6% su queste primarie tratte marittime front-haul. Ma, ed è un “ma” significativo - ha sottolineato Stausbøll - tutte queste rotte stanno ancora registrando dei miglioramenti rispetto alla performance del 2018, con indici che registrano un miglioramento tra il 3,4% e il 15,7%. Quindi, molto è stato fatto, ma molto resta da fare».