Se durante la pandemia di Covid-19 le compagnie di navigazione containerizzate avevano aumentato del +4% la velocità di navigazione delle loro portacontenitori per far fronte alla rilevante domanda di trasporto e se, invece, in questi ultimi tre mesi la velocità media delle navi è scesa del -4% a 13,8 nodi essendo variato lo scenario, entro il 2025 la velocità delle portacontainer potrebbe calare ulteriormente del -10%.
Questa più accentuata diminuzione della velocità, che ovviamente determinerebbe un'addizionale flessione della capacità di stiva offerta nonché del consumo di fuel da parte delle navi, è stata ipotizzata dall'associazione armatoriale internazionale Bimco ricordando che nel 2019 le portacontainer più grandi avevano navigato in media 2,6 nodi più velocemente delle navi più piccole, differenza che nel primo trimestre del 2022 si era ridotta a 1,8 nodi e che nel primo trimestre di quest'anno è scesa a 1,6 nodi. Pertanto - ha rilevato Niels Rasmussen, capo analista per lo Shipping dell'associazione - nel primo trimestre del 2023 la media ponderata della velocità di navigazione correlata alla capacità in teu delle navi è diminuita del -6% anno su anno, mentre la media semplice della velocità delle navi è diminuita del -4%, e quindi - ha osservato - l'offerta è diminuita più rapidamente della velocità di navigazione.
Ricordando che lo slow steaming, cioè la pratica di ridurre la velocità di navigazione, è stata introdotta per la prima volta all'indomani della crisi finanziaria del 2008-2009, quando sulle principali rotte è stata diminuita sino al -20%, Rasmussen ha affermato che la prossima ulteriore riduzione della velocità potrebbe essere introdotta, nel quadro delle nuove normative per abbattere le emissioni di gas ad effetto serra delle navi, anche per conformarsi all'Energy Efficiency Existing Ship Index (EEXI), per il quale alcune navi sono state dotate di limitatori di velocità.