Serve più tempo per istituire il sistema di
ingressi/uscite (Entry Exit System - EES) definito dal regolamento
europeo del 30 novembre 2017, che modifica il codice frontiere
Shengen relativamente all'utilizzo del sistema di ingressi/uscite
alle frontiere esterne dell'UE, affinché non venga
pregiudicata la regolarità del traffico dei passeggeri nei
porti dell'Unione Europea. Lo sottolinea l'European Sea Ports
Organisation (ESPO) spiegando che molte delle condizioni necessarie
per l'entrata in funzione del sistema, prevista per la fine di
quest'anno, non sono ancora soddisfatte e il livello di attuazione
del regolamento presso la maggior parte delle nazioni europee è
in ritardo.
L'associazione dei porti europei evidenzia, inoltre, che non
sono disponibili informazioni sufficienti circa la realizzazione di
infrastrutture fisiche per effettuare i controlli e che la
possibilità di realizzare queste infrastrutture si scontra
con la mancanza di spazio nei porti. ESPO denuncia che mancano anche
nuove procedure operative e non sono stati erogati finanziamenti
sufficienti per implementare il sistema. In più, molti porti
devono già far fronte a rilevanti volumi di traffico dei
passeggeri quando più navi fanno scalo contemporaneamente in
porto e il personale non è sufficiente per eseguire i
controlli previsti dall'entrata in funzione del sistema EES.
Particolarmente problematico - precisa ancora ESPO - è
l'effettuazione dei controlli per i passeggeri che viaggiano su
autoveicoli, mezzi che dovrebbero essere lasciati nelle aree
portuali affinché i passeggeri possano registrarsi nel
sistema EES e sottoporsi ai controlli (tra cui quelli biometrici).
L'associazione sottolinea pure la mancanza di tempo a disposizione
per effettuare i controlli, dato che il modello di business dei
porti passeggeri e delle compagnie di navigazione che operano navi
passeggeri si basa su tempistiche definite e brevi e sull'efficienza
delle operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri, tempo di sosta
in porto che per i traghetti può essere anche inferiore a
mezz'ora.
A tal proposito l'associazione dei porti europei ha specificato
che i primi test di attuazione dell'EES effettuati nei porti
francesi hanno dimostrato che i controlli comportano l'aggiunta di
un significativo periodo di tempo per l'attraversamento delle
frontiere e le simulazioni dell'utilizzo del sistema EES in
occasione degli scali di due navi da crociera in un porto tedesco ha
evidenziato che l'impatto dei controlli risulta inaccettabile.
«In questo momento - sottolinea ESPO - l'introduzione dei
controlli EES senza affrontare le questioni chiave che sono state
elencate potrebbe avere notevoli effetti negativi sul traffico delle
crociere e dei traghetti, ponendo a rischio l'efficiente e sicura
movimentazione dei passeggeri in porto». Secondo
l'associazione, l'entrata in vigore del regolamento dovrebbe
pertanto essere differita e «dovrebbe essere progressiva e
prevista in bassa stagione (novembre-marzo) nei prossimi anni, non
prima della fine del 2024».
L'associazione propone alcune misure per attenuare l'impatto
negativo dei controlli, tra cui l'effettuazione di controlli a
distanza da parte delle guardie di frontiera, la possibilità
di effettuare pre-registrazioni da parte dei passeggeri, sviluppando
il concetto di “frontiera digitale”, e l'introduzione di
modifiche al Codice frontiere Shengen. Controlli a distanza -
sottolinea ESPO - per i quali attualmente la maggior parte dei porti
non è attrezzata.
Secondo l'associazione, inoltre, dovrebbero essere sviluppate
eventuali disposizioni speciali transitorie per i passeggeri che
viaggiano su auto e camion compatibili con le disposizioni vigenti
in materia di frontiere. Ciò dovrebbe includere metodi per
distinguere in modo efficace i cittadini di Paesi terzi dai
cittadini dell'UE che viaggiano sullo stesso veicolo, ad esempio
rendendo possibile il controllo dei passeggeri di nazionalità
diverse quando il passeggero acquista il biglietto prima di
intraprendere il viaggio.