Quale sarà in futuro il principale hub portuale europeo
dove le navi che viaggiano sulla rotta tra l'Asia e l'Europe si
fermeranno per rifornirsi di combustibili navali? Molto
probabilmente sarà lo scalo marocchino di Tanger Med. Lo
sostiene il rapporto “Europe-Asia Green Corridors”
realizzato da Transport & Environment (T&E),
l'organizzazione che promuove la realizzazione di un sistema europeo
di trasporti a zero emissioni, che evidenzia la posizione strategica
del Marocco quale importante hub di bunkeraggio, in particolare in
considerazione del passaggio dell'Europa ai carburanti verdi per il
trasporto marittimo.
Il rapporto ricorda che attualmente la maggior parte delle
portacontainer che navigano tra l'Asia e l'Europa si riforniscono di
fuel in hub come Singapore e Rotterdam e osserva che l'effettuazione
delle operazioni di bunkeraggio prima in Asia e poi un secondo
rifornimento in Marocco, anziché in Europa occidentale,
potrebbe essere una strategia praticabile per le navi che percorrono
questa rotta che potrebbero così effettuare il 26% di viaggi
in più se alimentate con ammoniaca verde o l'8% in più
se alimentate con metanolo verde. Ciò in considerazione del
fatto che due terzi del traffico marittimo tra l'Asia e l'Europa
passa attraverso lo Stretto di Gibilterra e che entro il 2050 l'80%
dell'energia utilizzata dalle navi europee sarà basata sul
e-fuel verdi.
Relativamente a questi combustibili verdi, il rapporto ricorda
che il Marocco è la terza nazione africana per capacità
di generazione di energia solare (734 MW) e la seconda del
continente quanto a produzione di energia eolica (1,4 GW), e ciò
rappresenta un grande vantaggio date le quantità
significative di energie rinnovabili necessarie per produrre
idrogeno verde. Inoltre il Marocco ha un'ambiziosa strategia
sull'idrogeno verde mirando a produrne 0,67 milioni di tonnellate
all'anno entro il 2030, anche se - specifica il rapporto di T&E
- il potenziale di produzione dei progetti attualmente annunciati
raggiungerebbe un quantitativo di sole 0,05 milioni di
tonnellate/anno.
A favorire il ricorso delle navi al porto di Tanger Med o ad
altri scali marocchini per rifornirsi di fuel - precisa ancora il
rapporto - potrebbe essere un mutamento futuro della pianificazione
dei rifornimenti in quanto l'attuale tipologia di rifornimento
consente di effettuare un numero limitato di soste per imbarcare
fuel, mentre le nuove norme europee che costringono le navi a fare
maggiore affidamento sull'impiego di e-fuel verdi potrebbero
costringere le portacontainer ad effettuare più soste. Il
rapporto spiega che le simulazioni realizzate da T&E e basate
sull'attuale progettazione delle navi dimostrano che se le attuali
portacontainer di grande capacità (14.500-19.999 teu)
alimentate con olio combustibile pesante e olio combustibile
intermedio a basso contenuto di zolfo hanno un'autonomia media di
36.500 miglia nautiche (67.500 km), le stesse navi alimentate con
combustibili alternativi hanno un'autonomia decisamente inferiore e
pari mediamente a 6.500 miglia nautiche (12.000 km) se la
propulsione è affidata a celle a combustibile a idrogeno
liquido o a circa 15.800 miglia nautiche (30.000 km) se la
propulsione è alimentata a metanolo. Il rapporto precisa,
tuttavia, che tale simulazione offre solo un parziale scenario
possibile dato che l'autonomia delle navi attualmente in servizio
può variare notevolmente, con portacontainer da 14.500-19.999
teu alimentate con HFO/VLSFO che, ad esempio, possono avere
un'autonomia compresa tra 20.000 miglia nautiche (37.000 km) e
60.000 miglia (111.000 km) e, basando la simulazione su queste
autonomie, navi della stessa capacità alimentate ad ammoniaca
potrebbero avere un'autonomia compresa tra circa 7.000 e 20.00
miglia nautiche.
Il rapporto si basa sulla rilevazione del traffico marittimo tra
l'Unione Europea e l'Asia orientale (Cina, Giappone e Corea del Sud)
registrato nel 2019, anno nel corso del quale 465 navi
portacontenitori hanno effettuato 2.348 viaggi completi su questa
rotta consumando circa 7,3 milioni di tonnellate di fuel, di cui due
milioni di tonnellate - chiarisce il rapporto - ricadranno
prossimamente sotto le norme dell'UE per la decarbonizzazione dello
shipping.
Il rapporto conclude che il rifornimento delle navi utilizzate
sul corridoio marittimo Asia orientale - Europa con combustibili
verdi a base di idrogeno potrebbe contribuire a migliorare la loro
autonomia che altrimenti sarebbe notevolmente limitata dalla bassa
densità energetica volumetrica dei combustibili marini
alternativi. Nel documento si precisa che l'analisi effettuata
fornisce solo alcune informazioni sulla potenziale strategia basata
sulla sostituzione dei bunkeraggi effettuati in Europa con
rifornimenti di fuel effettuati in Marocco, mentre per la parte di
navigazione in Asia ci sono molte altre strategie che le compagnie
di navigazione potrebbero adottare per far fronte ai limiti di
autonomia correlati all'uso di fuel verdi alternativi. Ad esempio -
specifica il rapporto - le navi potrebbero scegliere di evitare del
tutto il bunkeraggio in Europa o in Asia orientale e di effettuarlo
solo nella regione MENA e ciò potrebbe essere potenzialmente
giustificato dai minori costi di produzione dei carburanti verdi a
base di idrogeno in questa regione e dalla difficoltà (o dai
costi aggiuntivi) associati al trasporto di carburanti alternativi a
bassa densità su lunghe distanze.