In vista dell'entrata in vigore il prossimo primo gennaio del
regolamento europeo FuelEU Maritime che fa parte del pacchetto
“Pronti per il 55%” e il cui obiettivo è di
aumentare la domanda e l'uso combustibili rinnovabili e a basse
emissioni di carbonio e di ridurre le emissioni di gas a effetto
serra da parte del settore del trasporto marittimo, stamani a Roma
si è tenuto il workshop “Pronti per il 55%? Sfide e
opportunità del FuelEU Maritime” organizzato dal Gruppo
Giovani di Confitarma, in collaborazione con RINA e Comando Generale
del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
Gli interventi hanno evidenziato quattro principali aree
critiche su cui richiamare l'attenzione delle istituzioni nazionali
ed europee, a partire dalla disponibilità e certificazione
dei combustibili alternativi. Ricordando che il regolamento FuelEU
Maritime impone limiti all'intensità di emissioni GHG per
unità di energia utilizzata a bordo nave che possono essere
rispettati attraverso l'adozione di carburanti alternativi
(biofuels) che rispettino i criteri di sostenibilità definiti
dalla Renewable Energy Directive (RED), è stato evidenziato
che attualmente tali combustibili non sono ancora disponibili su
scala sufficiente a garantire la compliance della flotta mondiale.
Inoltre gli armatori riscontrano difficoltà nell'ottenere la
relativa certificazione, con il rischio di accordi per combustibili
costosi non conformi alle normative FuelEU Maritime ed EU ETS.
È stata posta l'attenzione anche sulle incertezze
infrastrutturali, in quanto è ancora incerta la disponibilità
delle infrastrutture terrestri, come gli impianti di Onshore Power
Supply da installare sulle banchine portuali al fine di consentire
alle navi di spegnere i motori di bordo e di allacciarsi alla rete
elettrica di terra. È stata sottolineata quindi l'urgenza di
migliorare le infrastrutture a terra, visto che il regolamento Fuel
EU impone a partire dal 2030 per le navi container, navi cruise e
ro-ro passenger l'utilizzo di tale tecnologia durante le soste in
porto. Importante anche l'uniformità nella definizione di
standard per l'utilizzo dell'OPS nei diversi porti/terminal onde
evitare problemi di compatibilità tra gli stessi.
La terza area critica è quella degli investimenti, in
quanto la decarbonizzazione dello shipping richiede ingenti risorse
per l'aggiornamento della flotta in un contesto di incertezza sulle
tecnologie disponibili e con urgenti necessità di
miglioramento delle infrastrutture a terra. Un percorso che
necessita del supporto da parte delle istituzioni.
Infine c'è il problema dell'incertezza normativa, dato
che gli atti di implementazione del Regolamento (UE) 2023/1805
sull'uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio
sono in fase di finalizzazione. Il nuovo piano di monitoraggio deve
essere sottomesso entro il 31 agosto, ma la piattaforma informatica
THETIS non è ancora disponibile. Inoltre, la definizione
dell'entità responsabile, differente da quella della
direttiva ETS, potrebbe comportare la presenza di due diverse
autorità di gestione.