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PORTI
Le disposizioni sulle targhe prova dei veicoli nuovi rischiano di danneggiare l'attività delle imprese portuali
Assiterminal e ANCIP, non tengono conto delle problematiche generate nel contesto delle operazioni portuali
Genova
1 luglio 2024
Le associazioni dei terminalisti e delle imprese portuali hanno
evidenziato che gli autoveicoli nuovi non ancora immatricolati che
vengono sbarcati e imbarcati nei porti devono essere considerati a
tutti gli effetti merce, mentre le recenti disposizioni che regolano
l'autorizzazione alla circolazione di prova di questi mezzi rischia
di togliere dal mercato degli autoveicoli le imprese portuali e le
imprese autorizzate a questo tipo di operazioni.
In una nota, l'Associazione Italiana Port & Terminal
Operators (Assiterminal) e l'Associazione Nazionale Compagnie
Imprese Portuali (ANCIP) hanno denunciato quali sono gli effetti su
queste imprese prodotti dalla circolare del 2 maggio 2024 del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Dipartimento per i
trasporti e la navigazione - Direzione generale per la
Motorizzazione) che ha fornito le indicazioni operative relative
alle nuove disposizioni in materia di circolazione di prova dei
veicoli, e in particolare le disposizioni che prevedono un numero
massimo di autorizzazioni rilasciabili in capo a ciascuno dei
soggetti abilitati alla titolarità dell'autorizzazione alla
circolazione di prova, numero che va commisurato al numero di
dipendenti occupati nonché al numero di collaboratori che
partecipano stabilmente all'attività d'impresa.
«Le nuove disposizioni, così come formulate e
applicate (anche alla luce delle istruzioni operative) - hanno
spiegato Assiterminal e ANCIP - paiono non tenere debitamente conto
delle rilevanti problematiche da esse generate nel contesto delle
operazioni e dei servizi portuali ex art. 16 legge 28 gennaio 1994,
n. 84, con specifico riguardo alle imprese portuali, ovvero all'uopo
autorizzate a svolgere attività di movimentazione di veicoli
(merce) sbarcanti o imbarcanti dalle navi, che nei vari porti
italiani si occupano della movimentazione e del navettamento delle
automobili non ancora immatricolate (c.d. “auto in polizza”);
questi veicoli - hanno precisato le associazioni - sono a tutti gli
effetti “merce” sbarcante/imbarcante sulle navi e in
quanto tali assimilabili a qualunque altra tipologia di merce, come
tale quindi soggetta anche a idonea copertura assicurativa del
carico nave. Questi veicoli, infatti, giungono nei porti a bordo
delle navi ro-ro e, prima dell'immissione nel mercato
dell'automotive, necessitano di essere imbarcate/sbarcate e stoccate
provvisoriamente in aree portuali, ovvero in zone retroportuali
esterne alle aree operative portuali, in attesa del successivo
trasporto presso le concessionarie tramite bisarche. In questo
contesto, la circolazione di prova è/era indispensabile per
le imprese portuali (autorizzate ai sensi dell'art. 16 legge n.
84/1994) nel tragitto stradale (pubblico, operativo, promiscuo) che
collega le aree operative portuali alle zone destinate alla sosta
provvisoria delle automobili, ubicate solitamente al di fuori del
contesto operativo portuale; tanto, anche in considerazione del
fatto che le auto in polizza debbono essere trasportate
singolarmente dagli addetti delle imprese portuali e non possono
essere caricate su bisarche nelle (limitate) aree operative per non
dare luogo a congestionamenti e pericolose interferenze operative».
Specificando che, pertanto, «le varie imprese portuali
interessate da questo genere di lavorazioni dispongono attualmente
di un numero di targhe prova che tiene conto dell'elevato volume di
mezzi da movimentare in occasione dell'arrivo/partenza delle navi»,
le due associazioni hanno evidenziato che le recenti disposizioni,
«per effetto della parametrazione al non elevato numero di
dipendenti di tali imprese», determineranno « una
notevole riduzione (anzi, un vero e proprio abbattimento) del numero
di autorizzazioni alla circolazione di prova rilasciabili alle
imprese portuali».
«Questo fenomeno - hanno sottolineato Assiterminal e ANCIP
- comporterà per l'intero settore portuale i seguenti rischi,
gravi e concreti: rallentamento dell'esecuzione delle operazioni
portuali, con conseguente allungamento della durata delle attività
di carico/scarico delle auto in polizza e riduzione dei livelli di
produttività oggi garantiti dagli utenti del porto nel
settore dell'automotive; aumento dei tempi di permanenza delle navi
ro-ro nei porti nonché dei ritardi rispetto alle attuali
tempistiche, con effetti negativi sulle - già limitate -
capacità ricettive delle strutture portuali; intasamento
delle aree operative portuali - già contingentate nella
maggior parte degli scali italiani -, con aumento del rischio di
incidenti e/o danni a persone e/o cose ivi operanti e/o presenti
durante l'esecuzione delle attività portuali; perdita delle
occasioni di lavoro per le imprese portuali, che non potranno
continuare a garantire gli stessi standard operativi e dovranno
subire le iniziative dei caricatori/ricevitori delle auto in
polizza, con effetti negativi sulla competitività delle
stesse imprese portuali (e degli scali italiani in genere) nonché
sui livelli occupazionali e sulle locali dinamiche sociali».
Assiterminal e ANCIP hanno quindi esortato ad esentare le
imprese portuali dall'applicazione della disciplina prevista per
l'autorizzazione della circolazione di prova, di cui all'art. 1 del
Dpr 474/2001, qualora l'attività di trasferimento dei veicoli
avvenga all'interno delle aree portuali ovvero nelle immediate aree
retroportuali, e dalla parametrazione del numero di targhe prova -
ad esse rilasciabili - al numero dei lavoratori dipendenti di
ciascuna società.
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