
Nel primo trimestre del 2025 il traffico delle merci nel porto
di Taranto ha registrato una netta ripresa del +37,6% sullo stesso
trimestre dello scorso anno essendo ammontato a 3,66 milioni di
tonnellate. Il rialzo è stato determinato dalla robusta
crescita del +71,0% delle rinfuse solide attestatesi a 2,06 milioni
di tonnellate e dal forte incremento del +57,7% delle merci
convenzionali salite a 724mila tonnellate. Se quest'ultimo sviluppo
positivo può ritenersi auspicabilmente duraturo, sull'aumento
dei volumi di rinfuse secche gravano le incognite sul futuro del
polo siderurgico ex-Ilva di Taranto di Acciaierie d'Italia, che lo
scorso anno è stata posta in amministrazione straordinaria,
per il quale è stata avviata la procedura di cessione degli
impianti con autorizzazione concessa a marzo 2024 per l'inizio di
una negoziazione in via preferenziale con il consorzio azero guidato
da Baku Steel Company e Azerbaijan Investment Company. Sullo
stabilimento siderurgico, tuttavia, non grava soltanto l'incognita
dell'esito di questi negoziati ancora in corso, come annunciato in
questi giorni dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo
Urso, ma anche i possibili effetti dei dazi del 25% applicati dallo
scorso 12 marzo sulle importazioni statunitensi di acciaio,
alluminio e prodotti derivati provenienti dall'Unione Europea decisi
da Donald Trump ed esclusi, assieme ad automobili e componentistica
delle auto (oltre che per Cina, Messico e Canada), dal rinvio per 90
giorni dell'applicazione dei dazi annunciato mercoledì scorso
dal presidente americano.
Se nei primi tre mesi del 2025 il traffico dei container nel
porto di Taranto, con 5mila tonnellate complessive, è
risultato ancora assai marginale e in decisa diminuzione del -65,5%,
un marcato calo del -11,2% ha caratterizzato anche il più
rilevante comparto delle rinfuse liquide dove sono state movimentate
874mila tonnellate, flessione dovuta - ha precisato l'Autorità
di Sistema Portuale del Mar Ionio - alla temporanea fermata di
alcuni impianti per manutenzione.
Relativamente al traffico containerizzato, rilevando che la
componente di transhipment è ormai inesistente da diversi
mesi, l'AdSP ha reso noto che nei prossimi giorni sarà
avviata, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, la verifica quinquennale della concessione della San
Cataldo Container Terminal «per le opportune determinazioni -
ha precisato l'ente portuale - resesi necessarie non solo per
l'andamento dei traffici ma anche in considerazione dell'attuale
scenario nazionale ed internazionale e delle nuove opportunità
di sviluppo del porto di Taranto ed in particolare del Molo
Polisettoriale». La società, che fa capo al gruppo
turco Yilport Holding, opera sul Molo Polisettoriale dall'inizio del
2020 e dalla metà di quell'anno, quando sono iniziati gli
scali di un servizio feeder, ad oggi il promesso rilancio
dell'attività nel segmento dei container non può certo
dirsi riuscito.
Al di là dell'esito delle verifiche sull'operato della
società terminalista SCCT, e delle eventuali conseguenze
dell'evolversi delle vicende dell'acciaieria, l'Autorità di
Sistema Portuale ha azzardato stime previsionali assai positive:
«qualora i dati acquisiti nel primo trimestre dovessero
confermare il trend registrato - ha sottolineato l'ente portuale -
per il 2025 è prevedibile una movimentazione complessiva
superiore alle 16.500.000 di tonnellate (rispetto alle 12.105.833
del 2024). Il dato potrebbe essere molto superiore se si dovesse
confermare l'inversione di tendenza registrata a partire dal mese di
febbraio». L'AdSP confida in una duratura e non effimera
ripresa dei volumi delle rinfuse solide: «l'aumento dei
traffici - ha specificato l'ente - sembra, quindi, trovare un
riscontro tangibile nella ripresa dell'operatività
dell'acciaieria, confermando la rilevante incidenza dell'attività
del polo siderurgico sulle movimentazioni portuali ed il
determinante condizionamento negativo degli ultimi anni. Sebbene sia
in corso la procedura per la cessione dello stabilimento Acciaierie
d'Italia, i numeri registrati nel primo trimestre sembrano
confermare le previsioni di crescita annunciate dalla società
concessionaria per il 2025. Al momento gli incrementi riguardano in
maggior misura la movimentazione delle materie prime (rinfuse
solide)».
Inoltre, l'AdSP ha rilevato che «i dati del primo
trimestre, paragonati allo scorso anno, mostrano anche un incremento
di oltre il 100% delle movimentazioni di componenti eolici» e
ha evidenziato che «l'andamento dei traffici potrà
ulteriormente aumentare, a partire dal prossimo autunno, grazie alla
effettiva partenza del progetto “Tempa Rossa”, che
prevede un incremento della esportazione di rinfuse liquide di circa
due milioni all'anno». Il riferimento è al progetto per
lo sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi della concessione
Gorgoglione in Basilicata che prevede l'invio dell'olio grezzo alla
raffineria Eni di Taranto attraverso l'oleodotto Val d’Agri-Taranto.
«Tutto ciò - ha specificato ancora l'AdSP pugliese
- in attesa della pubblicazione del decreto del Ministero
dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica per l'auspicata conferma
della individuazione del porto di Taranto come uno dei poli
industriali nazionali per l'energia eolica offshore galleggiante.
L'implementazione delle attività di produzione, stoccaggio,
assemblaggio e varo di componentistica per la produzione di energia
eolica offshore galleggiante e fixed - ha sottolineato l'ente -
rappresenterebbe un fattore chiave per la creazione di nuove
attività produttive e logistiche nel porto di Taranto,
generando benefici strategici per l'Italia e per il territorio sotto
il profilo socio-economico ed occupazionale».