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COMMERCIO
Quest'anno gli scambi mondiali di merci potrebbero calare del -1,5%
Lo prevede la WTO. Okonjo-Iweala: la persistente incertezza minaccia di frenare la crescita globale, con gravi conseguenze negative per il mondo
Ginevra
16 aprile 2025
Nel 2025 il valore degli scambi commerciali mondiali si prevede
calerà del -0,2%, ma la flessione potrebbe essere più
accentuata. Lo ritiene la World Trade Organization che ha formulato
questa stima previsionale alla luce della sospensione temporanea dei
dazi annunciati dall'amministrazione americana guidata da Donald
Trump e sulla base delle tariffe in vigore lunedì scorso. La
WTO ha sottolineato come tale riduzione risulterebbe di quasi tre
punti percentuali inferiore rispetto a quanto ci si sarebbe
aspettato in uno scenario con dazi contenuti e ha avvertito che, se
la situazione dovesse peggiorare, gli scambi commerciali potrebbero
ridursi ulteriormente fino a raggiungere una contrazione del -1,5%,
con 0,6 punti percentuali in meno dovuti all'impatto dei dazi
reciproci degli USA e alla conseguente riduzione della crescita del
volume degli scambi commerciali globali e con altri 0,8 punti
percentuali di calo determinati dalla diffusione dell'incertezza
circa le politiche commerciali. Inoltre, la WTO prevede che anche il
commercio dei servizi, sebbene non direttamente soggetto a dazi, ne
subirà un impatto negativo registrando una crescita del
+4,0%, più lenta delle attese.
All'inizio del 2025 il segretariato della WTO prevedeva una
continua espansione del commercio mondiale nel corso di quest'anno e
del 2026, con scambi di merci in crescita in linea con il Pil
mondiale e un commercio di servizi commerciali in aumento ad un
ritmo più rapido. Tuttavia, l'elevato numero di nuovi dazi
introdotti da gennaio ha spinto gli economisti dell'organizzazione a
rivalutare la situazione commerciale, con un conseguente sostanziale
ribasso delle previsioni.
Le ultime previsioni segnano quindi un'inversione di tendenza
rispetto al 2024 quando il volume del commercio mondiale di merci è
cresciuto del +2,9%, mentre il Pil mondiale è aumentato del
+2,8%, rendendo il 2024 il primo anno dal 2017 - escludendo la
ripresa dalla pandemia di Covid-19 - in cui il commercio di merci è
cresciuto più rapidamente del prodotto interno lordo.
Si prevede che nel 2025 l'impatto delle recenti misure
tariffarie sul commercio delle merci varierà notevolmente da
una regione all'altra. Secondo l'ultimo rapporto “Global Trade
Outlook and Statistics” del segretariato della WTO, quest'anno
la diminuzione del commercio di merci sarà particolarmente
accentuata in Nord America, dove si stima che le esportazioni
diminuiranno del -12,6% e le importazioni caleranno del -9,6%. La
performance della regione nordamericana sottrarrà 1,7 punti
percentuali alla crescita annuale del commercio mondiale di merci,
rendendo negativo il dato complessivo.
Inoltre, si stima che quest'anno l'Asia registrerà una
crescita modesta sia nelle esportazioni che nelle importazioni
(+1,6% per entrambe), così come l'Europa (crescita del +1,0%
delle esportazioni e aumento del +1,9% delle importazioni). I
contributi di entrambe le regioni alla crescita del commercio
mondiale rimarrebbero positivi con le attuali politiche commerciali,
anche se inferiori rispetto allo scenario basato su dazi bassi.
Anche il contributo collettivo alla crescita del commercio mondiale
delle altre regioni rimarrebbe positivo, in parte grazie alla loro
importanza come produttori di prodotti energetici la cui domanda
tende a rimanere stabile.
Si prevede poi che l'interruzione degli scambi commerciali tra
Stati Uniti e Cina innescherà una significativa deviazione
degli scambi, sollevando preoccupazioni nei mercati terzi circa
l'aumento della concorrenza da parte della Cina. La WTO ritiene che
le esportazioni cinesi di merci aumenteranno dal +4% al +9% in tutte
le regioni al di fuori del Nord America man mano che i commerci
verranno riorientati. Allo stesso tempo, si prevede che le
importazioni statunitensi dalla Cina diminuiranno drasticamente in
settori come il tessile, l'abbigliamento e le apparecchiature
elettriche, creando nuove opportunità di esportazione per
altri fornitori in grado di colmare il divario.
Il ripristino dei dazi statunitensi potrebbe avere anche gravi
ripercussioni sui Paesi meno sviluppati orientati all'esportazione,
le cui economie sono particolarmente sensibili agli shock economici
esterni a causa della concentrazione degli scambi commerciali su un
numero limitato di prodotti e delle risorse limitate per affrontare
le battute d'arresto. Tuttavia - osserva il rapporto della WTO -
nell'attuale situazione, con la sospensione dei dazi reciproci degli
Stati Uniti, i Paesi meno sviluppati potrebbero trarre vantaggio dal
deviamento degli scambi commerciali dato che la loro struttura delle
esportazioni è simile a quella della Cina, soprattutto nei
settori tessile ed elettronico.
«Le nostre simulazioni - ha spiegato Ralph Ossa,
economista capo della WTO - dimostrano che l'incertezza delle
politiche commerciali ha un notevole effetto frenante sui flussi
commerciali, riducendo le esportazioni e indebolendo l'attività
economica. Inoltre, i dazi sono una leva politica con conseguenze di
vasta portata, spesso indesiderate. In un mondo di crescenti
tensioni commerciali, una visione chiara di questi trade off è
più importante che mai».
Il direttore generale della World Trade Organization, Ngozi
Okonjo-Iweala, si è detta «profondamente preoccupata
per l'incertezza che permea le politiche commerciali, incluso lo
stallo tra Stati Uniti e Cina. La recente de-escalation delle
tensioni tariffarie ha temporaneamente alleviato parte della
pressione sul commercio globale. Tuttavia - ha osservato - la
persistente incertezza minaccia di frenare la crescita globale, con
gravi conseguenze negative per il mondo, in particolare per le
economie più vulnerabili. Di fronte a questa crisi, i membri
della WTO hanno l'opportunità senza precedenti di infondere
dinamismo nell'organizzazione, promuovere condizioni di parità,
semplificare il processo decisionale e adattare i nostri accordi per
rispondere meglio alle attuali realtà globali».
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