 Nonostante la prosecuzione dei trend di decrescita dei volumi di
traffico intermodale movimentati e del fatturato, nel 2024 Hupac è
tornata all'utile, malgrado - ha specificato l'azienda elvetica - le
importanti sfide che hanno colpito la rete ferroviaria europea. Lo
scorso anno i trasporti intermodali realizzati da Hupac sono stati
pari a 949mila spedizioni stradali, con un calo del -2,6% sul 2023,
di cui 536mila spedizioni nel traffico transalpino attraverso la
Svizzera (-0,2%), 394mila spedizioni nel traffico non transalpino
(-1,2%), 19mila spedizioni nel traffico transalpino attraverso
l'Austria (-45,5%), mentre il traffico transalpino attraverso la
Francia si è quasi azzerato. L'azienda ha precisato che
queste due ultime direttrici hanno risentito dell'impatto
dell'interruzione della linea via Modane e degli adeguamenti della
rete nel nord-est dell'Italia che hanno determinato una forte
contrazione del traffico transalpino attraverso la Francia e
l'Austria.
Nel 2024 Hupac ha registrato ricavi da forniture e prestazioni
pari a 626,4 milioni di franchi svizzeri (669 milioni di euro), in
flessione del -3,3% sull'esercizio annuale precedente. Più
accentuata la riduzione dei costi delle prestazioni che sono
ammontati a 529,1 milioni di franchi (-6,5%). Il margine operativo
lordo è stato di 60,0 milioni (+37,6%) e l'utile d'esercizio
di 9,2 milioni rispetto ad una perdita netta di -6,2 milioni di
franchi svizzeri nel 2023.
Annunciando oggi questi risultati, il gruppo elvetico ha
evidenziato che «le persistenti criticità
dell'infrastruttura ferroviaria lungo l'asse nord-sud mettono sempre
più sotto pressione i trasporti combinati transalpini»
e che, «senza interventi rapidi e decisi in ambito di politica
dei trasporti, si rischia una grave battuta d'arresto del
trasferimento modale». «A pesare sul settore nel 2024 -
ha specificato Hupac - sono stati anche la persistente debolezza
dell'economia, l'aumento dei costi dell'energia e della trazione,
così come le carenze strutturali con l'inadeguata
manutenzione delle infrastrutture e lo scarso coordinamento dei
cantieri, con il risultato di ritardi, soppressione di treni,
limitazioni della capacità e perdita di fiducia del mercato».
L'azienda ha reso noto che «attualmente, meno della metà
dei treni transalpini di Hupac arriva a destinazione in orario e
circa il 20% dei collegamenti deve essere soppresso a causa di
fattori esterni. Spesso sia gli assi principali che quelli
alternativi sono interessati contemporaneamente da chiusure, mentre
le essenziali informazioni al riguardo spesso giungono agli
operatori in ritardo o non giungono affatto. Inoltre, le penali
contrattuali per i treni soppressi riducono considerevolmente la
redditività del traffico combinato».
Hupac ha denunciato che «le conseguenze della difficile
situazione attuale sono evidenti: dal 2022 il volume del traffico
combinato transalpino è diminuito del 9%, mentre nello stesso
periodo il traffico merci su strada è aumentato del 4%. Senza
contromisure mirate, si rischia un regresso rispetto a uno degli
obiettivi centrali della politica elvetica dei trasporti. La
chiusura anticipata della Autostrada Viaggiante (Rola) alla fine del
2025 (annunciata ieri da Ralpin, ndr -
del 5
maggio 2025) è direttamente collegata all'elevata
vulnerabilità dell'infrastruttura ferroviaria».
Per contrastare questo spostamento modale Hupac sollecita
l'intervento del governo elvetico: «una leva decisiva - ha
sottolineato l'azienda - è la partecipazione finanziaria
della Svizzera all'ampliamento del corridoio a profilo P400 sulla
riva sinistra del Reno, lungo l'asse Belgio-Metz-Basilea, nonché
del tracciato alternativo Strasburgo-Lauterbourg-Wörth (mozione
22.3000). Con l'adeguamento del profilo delle gallerie ferroviarie
attraverso i Vosgi - ha spiegato l'azienda - l'asse
Belgio-Metz-Basilea diventerebbe un corridoio a profilo P400 e
quindi un collegamento di accesso alla galleria di base del San
Gottardo per il trasporto combinato. La realizzazione di questo
intervento infrastrutturale, soggetto a vincoli temporali
stringenti, richiede un finanziamento completo da parte della
Svizzera, poiché non porterà benefici rilevanti per la
Francia. Ciò è in linea con la prassi seguita finora
per l'ampliamento del profilo dei tunnel lungo il corridoio dei
quattro metri in Italia settentrionale. Il secondo corridoio dei
quattro metri così creato nel nord amplierebbe in modo
significativo le capacità dell'intero sistema NFTA,
realizzando così le condizioni affinché nuovi
trasporti stradali transalpini possano essere trasferiti alla
ferrovia. Poiché oggi circa il 50% dei traffici transalpini
attraverso la Svizzera è rappresentato dai collegamenti con
il Benelux, l'alleggerimento del corridoio dei quattro metri sulla
riva destra del Reno dovrebbe portare ad un netto miglioramento
dell'affidabilità e della qualità dell'intero sistema
di trasporto combinato transalpino. Per quanto riguarda la linea di
alleggerimento Strasburgo-Wörth, l'impiego di locomotive ibride
(elettriche/diesel) rappresenterebbe una soluzione più
efficiente in termini di costi rispetto all'elettrificazione, che
non è una priorità per la Francia. Ciò
permetterebbe, in caso di cantieri di grande entità con
chiusure totali dell'asse della valle del Reno, di deviare sulla
riva sinistra del Reno».
Hupac ha evidenziato che «queste misure sono fondamentali
per alleviare in modo duraturo le strozzature lungo l'asse della
riva destra del Reno, sovraccarico e soggetto a frequenti
perturbazioni, e per rendere nuovamente possibile il trasferimento
di nuovi volumi di traffico dalla strada alla rotaia. Altrettanto
importante è la rapida realizzazione di ulteriori binari di
riserva a nord e a sud delle Alpi (mozione 24.3339), al fine di
stabilizzare l'esercizio in presenza dei frequenti disservizi
infrastrutturali lungo il corridoio».
Inoltre Hupac chiede l'adozione di strumenti finanziari mirati
per garantire la competitività del trasporto combinato
rispetto al trasporto su strada in considerazione di continui
ritardi che caratterizzano il potenziamento della ferrovia della
Valle del Reno necessario per garantire un collegamento efficiente
con la nuova ferrovia transalpina NFTA, ritardi che consentiranno
solo a partire dal 2045 di poter contare su una linea ferroviaria
che consentirà la circolazione di treni lunghi fino a 750
metri rispetto alla lunghezza massima attualmente consentita di 680
metri. «Al momento - ha spiegato il presidente dell'azienda
elvetica, Hans-Jörg Bertschi - il settore riesce a sfruttare
solo parzialmente i vantaggi offerti dalla ferrovia di pianura.
L'obiettivo di un aumento del 10% della produttività resta
quindi fuori portata. È per questo necessario avviare una
seria discussione sulla proroga dei contributi operativi al
trasporto combinato oltre il 2030. Garantire in tempi utili la
certezza degli investimenti è essenziale per tutte le imprese
coinvolte nella prosecuzione del trasferimento modale».
Rilevando che anche nel 2025 lo scenario del mercato si
preannuncia complesso, Hupac ha annunciato che affronterà le
prossime sfide con un riorientamento strategico, concentrandosi nei
prossimi due anni sul traffico combinato sull'asse nord-sud puntando
sulle relazioni chiave ad alto volume di traffico, con l'obiettivo
di gestire tre o quattro treni al giorno per direzione su ciascuna
di queste tratte, assicurando un'offerta più stabile,
affidabile e coerente con le esigenze del mercato. «Una
maggiore frequenza per ciascuna relazione - ha precisato
l'amministratore delegato di Hupac, Michail Stahlhut - ci consente
di reagire con più rapidità alle perturbazioni e di
offrire ai nostri clienti una pianificazione più affidabile e
stabile. In caso di soppressione di un treno, un'alternativa è
disponibile in tempi brevi. Al contempo, questo modello incrementa
l'efficienza complessiva delle operazioni ferroviarie, grazie a una
maggiore flessibilità nell'impiego di mezzi e personale».
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