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Il sindacato tedesco IG Metall propone un'azione comune per combattere l'offensiva sudcoreana nel settore delle costruzioni di navi, specialmente di portacontainer
Mentre l'anno scorso i cantieri coreani costruivano portacontenitori da 4800 teu per 80 milioni di dollari, oggi propongono navi da 5500 teu per 55 milioni di dollari
23 giugno 1999
Nei giorni scorsi il cantiere navale sudcoreano Daewoo ha acquisito dall'armatore italiano Onorato (Moby Lines) la commessa per la costruzione di due navi traghetto da 2000 passeggeri, al prezzo complessivo di 180 milioni di dollari (inforMARE del 2 giugno). La notizia è stata dirompente, perché nessun armatore italiano aveva mai commissionato ad un cantiere straniero la costruzione di unità di questo tipo. La concorrenza delle industrie navali asiatiche, nonostante il calo di commesse registrato in questi primi mesi dell'anno dai cantieri sudcoreani e giapponesi, è quindi ancora forte.
In Germania il sindacato dei metalmeccanici IG Metall ha rivolto un appello a uomini politici, industriali e sindacati affinché si uniscano in un'azione comune contro i cantieri sudcoreani. Il sindacato ha inoltre proposto alla Unione Europea di forzare in qualche modo la Corea del Sud ad abbandonare la propria azione concorrenziale, che determina la rovina della cantieristica occidentale.
Secondo l'IG Metall la quota di costruzioni mercantili dei cantieri dell'Europa occidentale rispetto al totale mondiale è passata dal 29 per cento del 1985 al 19 per cento del 1997, mentre quella della Corea è salita dal 12 al 23 per cento. Il sindacato tedesco ha affermato che i cantieri sudcoreani vendono sul mercato mondiale le loro navi al prezzo dei materiali impiegati nella costruzione e che la Corea ha la possibilità di praticare prezzi stracciati grazie al massiccio prestito accordato dal Fondo Monetario Internazionale nel corso della crisi finanziaria dei mercati asiatici, al brusco e sensibile calo dei salari e alla garanzia dello Stato sui prestiti.
Oggi, ha sottolineato l'IG Metall, i cantieri sudcoreani praticano un prezzo di 55 milioni di dollari per una portacontainer gigante da 5500 teu, mentre l'anno scorso avevano venduto delle navi da 4800 teu per 80 milioni di dollari. In questo modo i cantieri europei, specialmente quelli tedeschi, perdono tutte le ordinazioni per la costruzione di navi portacontainer, e dovranno limitarsi a proporre la costruzione di unità soltanto per piccole nicchie del mercato. IG Metall ha rilevato infatti che negli ultimi mesi nel settore della costruzione di navi portacontenitori, che rappresenta il 46 per cento della produzione navale tedesca, la Germania non ha più acquisito commesse.
Il sindacato non solo ha giudicato insufficienti i 50 milioni di marchi tedeschi stanziati a favore della cantieristica dal governo federale, ma il rappresentante di IG Metall Frank Teichmüller ha ricordato anche che è stata chiesta l'immediata cessazione degli aiuti alla cantieristica, con la sola prospettiva di regalare alla Corea il futuro di questo settore industriale.
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