"Armatori, banche e mercati nell'epoca della globalizzazione" è il tema del convegno organizzato a Napoli dal Gruppo Giovani Armatori di Confitarma e dal Banco di Napoli. L'incontro, che si è svolto oggi, aveva lo scopo di aprire una discussione sulle problematiche che intervengono nei rapporti tra le banche e l'industria armatoriale italiana.
Il convegno, ha detto Angelo D'Amato presidente del Gruppo Giovani Armatori, vuol favorire lo sviluppo della comprensione del settore armatoriale e a tutto ciò che è legato alla cultura del mare e del trasporto marittimo. E' necessario approfondire la conoscenza del settore armatoriale, che ha una vocazione internazionale peculiare rispetto ad altri settori industriali, se si vuole contribuire allo sviluppo delle imprese e alla maturità del sistema finanziario italiano e quindi essere in linea con i concorrenti di tutto il mondo. E' quasi una novità per il mercato, perché solo da pochissimo tempo all'interno della categoria degli armatori si è avviato un processo di trasparenza nella gestione dei rapporti economici e finanziari, ed anche dei rapporti sociali.
Dopo aver affrontato le problematiche legate al credito ordinario, D'Amato ha affermato che occorre affrontare anche quelle legate al mercato dei capitali. "E' questo l'obiettivo a cui devono tendere le imprese armatoriali italiane per poter sostenere in maniera equilibrata la loro crescita, senza appesantire troppo la leva finanziaria. "Ormai un singolo nuovo investimento - ha concluso D'Amato - pesa decine se non centinaia di milioni di dollari".
Le relazioni di base sono state svolte da Lorenzo Banchero, presidente della Banchero, Costa & C., e da Nicola Coccia, vice presidente della Confitarma.
Federico Pepe, amministratore delegato del Banco di Napoli, ha poi affermato che la specificità del settore impone uno stretto collegamento tra gestione aziendale e finanza, riassumibile nei seguenti problemi: stabilizzare i ricavi, diversificandoli e rendendoli molto variabili rispetto al passato; realizzare un processo d'innovazione tecnologica e di potenziamento della flotta; garantire la copertura finanziaria per l'acquisto di navi; diversificare le fonti di finanziamento anche per minimizzare i costi finanziari; garantire i finanziamenti soprattutto con riferimento alla possibilità e alla convenienza di preferire contratti noleggio a termine al posto di quelli spot. "Ormai - ha concluso - la concorrenza avviene sempre più spesso tra sistemi piuttosto che tra imprese. E' evidente come soprattutto il settore dello shipping sia coinvolto in quest'ottica, e ciò è anche più vero per il mezzogiorno d'Italia.
Poi Peter Stokes, responsabile Shipping Research del Lazard Capital Market di Londra, ha svolto un intervento sui mercati internazionali dei capitali per lo shipping. |
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