
L'associazione Ruote Libere - L'Autotrasporto ha denunciato
un'attenuazione dei controlli antimafia nel settore del trasporto su
strada. «La notizia dell'approvazione da parte della
Commissione Trasporti dell'emendamento presentato dal governo al
decreto-legge Infrastrutture, col quale si allentano le maglie dei
controlli antimafia - ha spiegato la presidente di Ruote Libere,
Cinzia Franchini - preoccupa profondamente ma purtroppo non
stupisce. Con questa modifica la certificazione antimafia verrà
preclusa solo a chi è colpito da comunicazione interdittiva
prefettizia e non dalla “semplice” informazione
prefettizia antimafia come avviene oggi. Allentare i controlli
antimafia escludendo solo le aziende che hanno ricevuto un
accertamento formale spalanca ulteriormente le porte alla
criminalità organizzata in un settore già oggi
pesantemente corrotto. Con questa modifica il requisito
dell'onorabilità, indispensabile alle aziende per
l'iscrizione all'Albo dell'Autotrasporto e quindi per consentire
loro di esercitare l'attività, verrà meno solo se
un'azienda sia destinataria di una comunicazione antimafia
interdittiva e non più per una un'informativa antimafia
interdittiva. A parole - ha precisato Franchini - potrebbe sembrare
una differenza da poco ma nei fatti è un cambiamento
sostanziale».
«L'autotrasporto per le sue caratteristiche - ha
proseguito la presidente di Ruote Libere - è da sempre
oggetto delle attenzioni delle mafie che vedono in questo mondo un
modo funzionale per riciclare denaro, accedere a ingentissime
risorse pubbliche e per gestire capillarmente tutta la filiera
logistica delle merci di ogni tipo. La progressiva
deprofessionalizzazione della categoria ha aggravato la situazione e
adesso, con gli enormi problemi già presenti, si concede la
certificazione antimafia anche ad aziende palesemente in odore di
mafia. La scelta della Commissione Trasporti riflette quella che - a
voler pensare bene - è una colpevole disattenzione alla
realtà fragile dell'autotrasporto italiano. Impossibile,
invece - ha sottolineato Franchini - parlare di disattenzione, per
le associazioni di categoria che siedono all'Albo e che saranno
chiamate a valutare questo emendamento. I referenti storici delle
principali associazioni, da decenni in sella agli enti che
governano, sanno benissimo cosa significhi questo passaggio e quali
ulteriori voragini possa portare con sé, ma non diranno nulla
confermando, ancora una volta, la loro volontà di stare
sempre col più forte e non certo con quegli autotrasportatori
che eroicamente resistono alle tenaglie dell'illegalità e
della concorrenza selvaggia. Oggi - ha concluso Franchini - il più
forte è il ministro Salvini e la sua ossessione rispetto alla
realizzazione del Ponte sullo Stretto, anche a costo di allargare le
maglie dei controlli, e le associazioni evidentemente fanno a gara a
compiacerlo».