Otto mesi di negoziati non sono stati sufficienti alla Commissione Europa per raggiungere un accordo sul traffico di banane. A seguito della decisione del 1997 della World Trade Organization (WTO), che aveva giudicato illegale la normativa comunitaria sull'importazione di banane, la Commissione UE lo scorso 10 novembre 1999 aveva lanciato una proposta per modificare tale regime di importazione. La proposta, chiamata "striking price auctioning", prevedeva che l'offerta minima alla quale la quota poteva essere ottenuta sarebbe stata applicata a tutti gli operatori per le quantità per le quali avevano avanzato un'offerta. La Commissione aveva in quel frangente presentato un sistema basato su due fasi. In un primo periodo transitorio sarebbe stato applicato un sistema tariffario basato su contingentamenti, con tariffe preferenziali per i Paesi dell'ACP (African Caribbean and Pacific 1). Alla fine di questo periodo sarebbe stato introdotto un sistema basato unicamente tariffario, che avrebbe sostituito quello fondato su contingentamenti tariffari e che sarebbe stato implementato nell'ambito dell'articolo XXVIII del GATT.
Nella proposta dello scorso 10 novembre, la Commissione aveva indicato diverse possibilità per individuare i contingentamenti tariffari: un metodo basato su dati storici, un metodo fondato invece sul sistema del "primo arrivato, primo servito", e un sistema su base d'asta.
Le trattative erano incentrate in particolare sul mantenimento di un regime tariffario imperniato su una gestione delle licenze d'importazione basata su dati storici, che aveva riscosso maggiori consensi. Ma dopo otto mesi la Commissione ha dovuto rassegnarsi all'impossibilità di raggiungere un accordo. Da questa impasse è nata quindi la decisione odierna di seguire un'altra strategia. Pur perseguendo la ricerca di un sistema transitorio basato su contingentamenti tariffari, ora verrà infatti adottato il sistema del "primo arrivato, primo servito" per i tre contingentamenti tariffari, con una tariffa preferenziale di 275 euro/tonnellata per le nazioni dell'ACP.
Alla luce dell'esperienza acquisita, la Commissione ha individuato due possibili scenari. Se il sistema del contingentamento tariffario basato sul concetto del "primo arrivato, primo servito" dovesse risultare praticabile, allora tale sistema tariffario potrebbe essere applicato per tutto il periodo transitorio fino all'entrata in vigore del sistema unicamente tariffario del 1° gennaio 2006. La Commissione potrebbe invece prendere atto dell'impossibilità di trovare un metodo accettabile per la distribuzione delle licenze d'importazione delle banane nell'ambito di un sistema di contingentamento tariffario. In questo caso la Commissione chiederebbe al Consiglio UE di autorizzarla ad iniziare i negoziati nell'ambito dell'articolo XXVII del GATT con i maggiori fornitori di banane per stabilire un sistema unicamente tariffario.La cosiddetta "guerra delle banane" ha radici lontane. Risale infatti al 1993, quando l'Unione Europea aveva adottato una Common Market Organization per regolare questi traffici. Il regime d'importazione consisteva in un contingentamento tariffario di due milioni di tonnellate per le nazioni dell'America Latina e per le banane "non tradizionali" dei Paesi dell'ACP (aumentata nel 1994 a 2,1 milioni di tonnellate e nel 1995 a 2,2 milioni di tonnellate a seguito del Banana Framework Agreement. Nel 1995 l'UE introdusse una quota tariffaria addizionale di 353.000 tonnellate). La quota assegnata per le banane "tradizionali" delle nazioni ACP era complessivamente di 857.000 tonnellate. I cosiddetti prodotti "tradizionali", sono quelli provenienti dalle nazioni "tradizionali" dell'ACP, che sono state incluse nell'annesso alla normativa UE 404/93. Le banane "non tradizionali" sono quelle eccedenti la quota di 857.000 tonnellate o provenienti da Paesi ACP "non tradizionali". Era stata inoltre stabilita una tassa di 75 euro per tonnellata per le nazioni dell'America Latina, mentre non era stata prevista alcuna tassa per le nazioni ACP, in linea con quanto previsto dalla convenzione di Lomé.
Il regime d'importazione stabilito dall'Unione Europea era stato però giudicato illegale da parte della WTO nel 1997. L'UE il 1° gennaio 1999 aveva quindi introdotto un nuovo sistema basato su un contingente tariffario pari a 2,553 milioni di tonnellate, con una quota aggiuntiva assegnata globalmente alle nazioni dell'ACP. Il nuovo sistema, che in realtà era una variazione del precedente, fu giudicato nuovamente illegale dalla World Trade Organization, che puntò l'indice in particolare contro le quantità riservate all'importazione dalle nazioni ACP e alla distribuzione di licenze basate su dati storici, cioè sulle vendite registrate in passato.
A seguito di queste controversie sui traffici internazionali, nell'aprile del 1999 la WTO aveva autorizzato gli Stati Uniti ad applicare sanzioni commerciali per un valore annuo di 191 milioni di dollari (inforMARE del 28 luglio 1999). Sanzioni che gli USA tradussero imponendo tasse doganali del 100%, applicate dal 3 marzo 1999 per certi prodotti provenienti dai Paesi dell'UE, con esclusione dell'Olanda e della Danimarca.
Nei mesi successivi la Commissione aveva lavorato per trovare una soluzione che accontentasse sia i Paesi esportatori di banane e che consentisse di abrogare le sanzioni USA. Lo scorso 10 novembre aveva infine presentato la sua proposta basata su due fasi. Oggi però la Commissione prende atto dell'impossibilità di trovare un accordo. Non c'è quindi pace in vista per la "guerra delle banane", e non si prospetta neppure una tregua.
Bruno Bellio
(1) Le nazioni dell'African Caribbean and Pacific (APC): Angola, Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Chad, Comore, Congo, Costa d'Avorio, Djibouti, Dominica, Eritrea, Etiopia, Figi, Gabon, Gambia, Ghana, Giamaica, Grenada, Guinea, Guinea Ecuatoriale, Guinea-Bissau, Guyana, Haiti, Isole Salomone, Kenya, Kiribati, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Papua Nuova Guinea, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Dominicana, Repubblica Centraficana, Ruanda, Samoa occidentali, São tomé, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, St Kitts e Nevis, St Lucia, St Vincent & Grenadines, Sudan, Suriname, Swaziland, Tanzania, Togo, Tonga, Trinidad e Tobago, Tuvalu, Uganda, Vanuatu, Zambia, Zimbabwe
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