Gli agenti marittimi genovesi auspicano una maggiore concertazione tra gli attori della scena economica, portuale e cittadina di Genova. Ma una concertazione che li veda tra gli interlocutori principali. Questo è il senso della relazione che il presidente dell'Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi Agenti Aerei - Genova, Giulio Schenone, ha presentato oggi nel corso dell'assemblea annuale che si è svolta nella Sala del Camino della Camera di Commercio di Genova. Una relazione, pubblicata nella rubrica "Forum dello shipping e della logistica" del nostro giornale, che mette sotto accusa la scarsa o nulla considerazione rivolta all'economia marittima e portuale, che a Genova si traduce in «un porto soffocato dalla città, con spazi mal sfruttati e comunque praticamente esauriti, dove prevalgono i personalismi, i veti incrociati, dove le associazioni che rappresentano i clienti di questo porto continuano antistoricamente ad autodefinirsi "utenti", dove la rete informatica che dovrebbe permettere di gestire in maniera efficiente i vari interscambi tra gli operatori è veramente "virtuale", nel senso che non esiste; dove la regolamentazione del servizio di fornitura della manodopera è tuttora avvolta nell'incertezza e dove un piano regolatore portuale impiega tre anni per essere definitivamente approvato (chissà quanti per essere realizzato) e nel frattempo viene incompreso, malmenato, usato come argomento di campagna elettorale ed infine parzialmente mutilato da quasi tutti gli attori dell'iter legislativo».
Una relazione che, per i toni usati, qualcuno definirebbe coraggiosa, ma che semplicemente delinea, in questa ed altre parti, ed in maniera chiara, la posizione degli agenti marittimi in relazione alle questioni aperte sullo sviluppo del porto e delle attività produttive ed economiche della città.
Il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Giuliano Gallanti, ha apprezzato la filosofia di concertazione proposta da Schenone che - ha detto - va nella direzione «del nostro concetto di costruzione di una comunità portuale, della costruzione del rapporto città-porto». Le prospettive per il porto di Genova sono di crescita, ma le occasioni non devono essere perdute. «A Marsiglia - ha ricordato Gallanti - oggi hanno dei problemi, ma stanno investendo per il futuro». «Genova - ha concluso il presidente dell'ente portuale - ha di fronte un'occasione storica, che la classe dirigente di questa città ha il dovere di cogliere».
Concorde con la volontà di "fare squadra", ma anche preoccupato per le prospettive del settore trasportistico e portuale genovese, il presidente della Camera di Commercio di Genova Paolo Odone, riferendosi anch'egli al porto di Marsiglia e usando un linguaggio più colorito, ma più diretto, ha detto che «se aprono la Torino-Lione noi siamo fottuti». Allo sviluppo della marineria e dei porti si deve affiancare infatti il potenziamento delle infrastrutture di collegamento con i mercati, che a Genova significa apertura del terzo valico ferroviario, ammodernamento nodo autostradale e una serie di altri interventi all'ordine del giorno di ogni riunione degli ultimi anni, ma mai avviati concretamente.
Il comandante della Capitaneria di Porto di Genova, l'ammiraglio Raimondo Pollastrini, si è detto invece perplesso per le iniziative unilaterali assunte recentemente dal ministero dell'Ambiente e che faticosamente il mondo marittimo ha cercato di riportare negli ambiti di un "ambientalismo economicamente sostenibile". Pollastrini non l'ha menzionata, ma la direttiva Bordon, che si proponeva di estendere a tutti i porti italiani il divieto di accesso alle navi cisterna a scafo singolo, è stata rintuzzata solo con estrema fatica dall'armamento e dalle autorità portuali italiane. Analoga perplessità riguardo al cambiamento negli anni delle competenze del dicastero che si occupa dell'attività marittima: «nel dopoguerra - ha detto Pollastrini - si è partiti dal ministero della Marina Mercantile, poi negli anni c'è stato un progressivo svuotamento di competenze ed oggi siamo arrivati ad un ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove ogni riferimento alla navigazione si è perso».
«La mutata denominazione del ministero preoccupa» - ha ribattuto il presidente dell'Autorità Portuale della Spezia, Giorgio Bucchioni, chiamato da Schenone ad esprimere un parere da "esterno" - spiegando però che «forse è un bene, perché oggi il problema dei porti sono le infrastrutture». Anche Bucchioni ha ricordato le difficoltà di conciliare ambiente e attività portuali. Difficoltà che a Genova si sono manifestate nuovamente con la proposta dell'armamento danese Maersk Sealand di insediarsi nel porto di Voltri. Ma ha chiamato gli operatori portuali ad affrontare questi temi che, seppure «maturati improvvisamente e velocemente», sono ormai stati fatti propri dall'opinione pubblica.
Apprezzamenti per il contenuto della relazione sono stati espressi anche da Sebastiano Gattorno, presidente degli spedizionieri genovesi. Le prospettive di crescita ci sono, «ma il vero e unico problema sono le Ferrovie dello Stato: non abbiamo un sistema ferroviario e perdiamo competitività» ha puntualizzato Gattorno, concordando con Odone sul pericolo per il porto di Genova costituito dal collegamento ferroviario veloce Torino - Lione.
Positivo - secondo il presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento degli Utenti e degli Operatori Portuali, Giorgio Fanfani - è il fatto che a Genova città e porto si confrontino «mentre dalle altre parti continuano ad ignorarsi». Manca però tuttora in Italia chiarezza dal punto di vista normativo: «la nostra aspettativa principale - ha spiegato - era il regolamento attuativo della legge di riordino del lavoro portuale, che è stato emanato nello scorso aprile, ma di cui stiamo aspettando la circolare esplicativa, senza la quale la legge non è attuabile».
Il presidente della Federagenti, Luigi Negri, ha rimarcato invece la parte della relazione di Schenone in cui si richiama l'attenzione sul ruolo degli agenti marittimi: «siamo un po' seccati - ha detto - di essere considerati troppo poco, nonostante - come si legge nella relazione - il mondo portuale sia troppo importante per questa città». «Dobbiamo "fare squadra" e fare sentire la nostra voce forte - ha concluso Negri - se l'occupazione in questa città è cresciuta negli ultimi anni, questo si deve solo ad attività marittime e portuali».
Favorevole alla concertazione anche Aldo Spinelli che, chiamato in causa come esponente dell'autotrasporto, ha ricordato inoltre il suo impegno nel Genoa Terminal, dove oggi lavorano 35 persone, ci sono 22 toccate di navi al mese, e ogni mese vengono movimentate 20mila tonnellate di merce e 5.000 teu.
Polemico infine Schenone sulla mancata partecipazione all'assemblea di Cirillo Orlandi, CEO di PSA Sinport e di Voltri Terminal Europa (VTE), che il presidente di Assagenti avrebbe avuto richiamare allo svolgimento «della propria missione aziendale, prima di pensare ad altre cose».
Bruno Bellio
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