Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi
Agenti Aerei - Genova
Assemblea del 21 Giugno 2001
Relazione del Presidente
Giulio Schenone
Autorità, Illustri Ospiti, Amici,
Vi ringrazio per essere qui con noi oggi.
Vorrei porgere un particolare ringraziamento alla Camera di Commercio
ed al Suo Presidente, che ci ha messo a disposizione queste sede
'storica' per la nostra Assemblea annuale. Sede che - da qualche
mese - grazie appunto al lavoro svolto insieme al Presidente Odone,
noi agenti marittimi siamo tornati a sentire come naturalmente
'nostra'.
In questa relazione vorrei soffermarmi solo brevemente sulla parte
tecnica delle nostre professioni, senza peraltro citare troppo,
se non quando indispensabili, statistiche e cifre. Mi riservo
di affrontare più avanti, nella parte conclusiva, alcuni
argomenti di carattere generale che ritengo particolarmente importanti.
Traffici di linea
I traffici mondiali che si riferiscono a merci containerizzate
hanno registrato nel corso del 2000 un incremento di oltre il
10%.
In termini numerici il numero di teus pieni trasportati (inclusi
vuoti e di trasbordo) è passato dai 207 milioni del 99
ai 230 del 2000, con un aumento di oltre l'11%.
La capacità teorica di trasporto delle navi containerizzate
è passata da 4.300.000 teus del 1999 a 4.800.000 del 2000.
Per quanto riguarda il corrente anno, le indicazioni del primo
trimestre sono invece sostanzialmente in ribasso, in quanto in
questo periodo si registra a livello mondiale una diminuzione
tra il 5% ed il 10% dei traffici.
Gli Armatori comunque continuano nella loro corsa al gigantismo:
da Giugno a Dicembre 2001 si prevede la consegna di 48 navi oltre
i 4.000 teus (di cui addirittura 36 sopra i 5.000 teus) per circa
283.000 teus di capacità aggiuntiva.
Gli ultimi 5 anni hanno evidenziato inoltre un netto recupero
dei porti Mediterranei, che hanno registrato una crescita complessiva
pari al 140%, contro il 70% dei porti nord europei.
In questo quadro, i porti hub hanno giocato un ruolo importante
(Gioia Tauro in primis) e l'imminente inizio dell'operatività
dei nuovi terminals di Taranto e del CICT di Cagliari, oltre alla
prossima privatizzazione del Freeport di Malta, procureranno indubbiamente
forti scossoni e, laddove possibile, un ulteriore aumento di concorrenza
nell'acquisizione dei principali vettori.
E' con preoccupazione che registriamo, in questo settore, alcuni
recenti tentativi da parte di Trenitalia S.p.A. di voler creare
(e vendere sul mercato con una politica di prezzi tipo "saldi")
collegamenti ferroviari regolari da/per Gioia Tauro e Taranto
ed i maggiori terminals intermodali dell'Italia settentrionale.
La nostra preoccupazione nasce non tanto dalla volontà
di preservare quote di mercato al nostro porto, quanto dalla ormai
cronica inefficienza di Trenitalia stessa, che non è attualmente
in grado di assicurare questi collegamenti da e per i porti dell'Alto
Tirreno.
Evidentemente cambiare nome non basta per recuperare efficienza
e credibilità.
Merci convenzionali
L'andamento dei traffici di questa tipologia merceologica mantiene
a livello mondiale una tendenza al ribasso a causa del costante
incremento del trasporto di merce in contenitori. La riprova è
che la costruzione di navi general cargo è stata in gran
parte sostituita da quella di portacontainers e di navi specializzate
dotate di rilevanti mezzi di sollevamento.
In controtendenza a quanto sopra indicato, i dati statistici rilevati
dall'Autorità Portuale nell'anno 2000 dovrebbero indurci
ad un cauto ottimismo.
Si parla infatti di un incremento su base annua del 5,8%, confermato
anche dall'analisi dei dati di traffico del primo trimestre 2001
rapportati a quelli del primo trimestre 2000.
| 2001 | 2000
| var.% |
Gennaio | 636.786 | 571.156
| 11,.5% |
Febbraio | 615.247 | 610.435
| 0,8% |
Marzo | 698.779 | 644.663
| 8,4% |
* fonte Autorità Portuale / quantità espresse in
tons.
Leggendo i dati superficialmente e considerando l'entità
degli interventi strutturali previsti dal Piano Regolatore Portuale,
sia a livello di ampliamento delle aree operative su cui vengono
movimentate le merci varie, sia a livello di riorganizzazione
delle aree stesse, potremmo pensare che l'Autorità Portuale
abbia la seria intenzione di incentivare i traffici di merce varia
nel porto di Genova.
Se questi spazi fossero organizzati in maniera efficiente ed in
grado di concedere pari opportunità alle società
già operanti nel settore potremmo assistere a sviluppi
interessanti anche in attività collaterali al puro shipping,
quali l'imballaggio, la verniciatura e la marcatura dei colli
con relative movimentazioni.
In questo modo si potrebbero attirare nuove realtà industriali
e del terziario che attualmente gravitano altrove.
Peraltro, queste attività andrebbero ad integrarsi con
il traffico contenitori esistente aumentando le potenzialità
produttive del porto e le opportunità per le nostre aziende.
In realtà, analizzando nel dettaglio le cifre, si configura
uno scenario alquanto differente.
Dei 7 milioni di tonnellate movimentate, la maggior parte di esse
è riconducibile alla movimentazione di rotabili, cemento
e prodotti ortofrutticoli.
Rispetto al 1999, la movimentazione di merci varie in senso stretto,
è precipitata, nei principali terminal (Multipurpose e
Genoa Terminal) rispettivamente del 65% e 53%.
| 1999 | 2000
| var.% |
Terminal Multipurpose | 205.389
| 71.949 | -65% |
Genoa Terminal | 499.376 |
232.241 | -53% |
* fonte Autorità Portuale / quantità espresse in
tons.
Alla luce di questa analisi, i pianificati interventi a favore
delle aree operative di Sampierdarena rischiano di non avere altro
significato se non quello di riorganizzare dette zone per la movimentazione
di rotabili oppure destinarle ad improduttive aree di giacenza
contenitori.
A questo punto, risultano evidenti i motivi che hanno portato
i terminals genovesi che operano sul b/bulk ad incrementare le
tariffe per i servizi offerti, costringendo gli armatori a dirottare
la maggior parte dei carichi convenzionali verso altri scali,
inducendo di conseguenza le agenzie genovesi operanti in questo
settore a diversificare la propria attività ed a spostare
altrove il baricentro dei propri interessi.
Mercato delle crociere
Un sia pur sommario excursus sull'evoluzione del mercato crocieristico
non può limitarsi all'esame dei meri dati numerici dell'anno,
la cui comparazione con i dodici mesi precedenti è pesantemente
falsata dagli eventi legati alla guerra del Kosovo.
Il dato evidente è il permanere del trend ascendente sia
dei dati oggettivi, opportunamente corretti per il 1999, sia la
coralità di aspettative ottimistiche degli analisti per
quanto attiene il comparto delle crociere nella sua globalità,
così come per il più ristretto, ma per noi più
rilevante, campo di indagine relativo al porto di Genova.
Gli oltre cinquanta grandi cruisers in costruzione, previsti entrare
in esercizio da qui al 2004, il rilevante carnet di ordini dei
quattro grandi cantieri europei, il numero delle opzioni tuttora
aperte lasciano prevedere che l'andamento della curva relativa
al cruise business rimarrà positiva ancora per qualche
anno.
La situazione locale ha buone prospettive di crescita parte dovute
al naturale incremento delle flotte e parte al crescente interesse
turistico della città, la cui immagine potrebbe essere
fortemente migliorata dai lavori per il G8.
Non poche perplessità desta peraltro il limite naturale
agli spazi disponibili per accosti di navi presso il terminal
crociere, la cui capacità non potrà certo subire
variazioni di rilievo dal previsto accosto aggiuntivo di Ponte
Parodi.
In questa direzione l'attività della nostra Associazione
si è esplicata in una nutrita serie di interventi presso
le sedi competenti ed è stata portata a conoscenza della
Città con vari interventi pubblici culminati in un confronto
televisivo con il Sindaco ed il Presidente della Camera di Commercio,
entrambi in linea di principio d'accordo sulla rilevanza del problema
ed interessati alle soluzioni prospettate.
Certo, i grandi lavori di ristrutturazione, specie per la Stazione
Marittima di Ponte dei Mille provvidenzialmente attuati per l'evento
G8, pur non potendo ovviamente variare la configurazione e le
possibilità di ormeggio, aumenteranno sensibilmente le
capacità ricettive delle crescenti masse di passeggeri.
Nell'anno in esame alcune aziende associate, operanti in questo
settore, hanno inoltre creato nuova occupazione sottolineando
il momento favorevole attraversato dal nostro porto.
Settore Manning
Il 2000 ha visto l'attenzione della nostra Associazione focalizzata
sul problema, esiziale per il comparto, legato all'entrata in
vigore delle norme fiscali già promulgate tempo addietro,
ma operative dal Gennaio 2001.
Come noto, l'applicazione integrale dell'imposizione IRPEF sul
personale navigante italiano imbarcato su navi di bandiera estera
avrebbe creato un danno gravissimo ai marittimi stessi ed un pregiudizio
irreversibile sull'attività di manning in Italia.
Il grave allarme, destato dalla norma in questione nell'armamento
estero, e le ipotesi di soluzioni drastiche circa la nazionalità
degli equipaggi quale possibile alternativa al personale italiano,
unita all'atteggiamento assolutamente rigido mostrato dai Ministeri
competenti, facevano temere gli esiti più funesti per una
battaglia apparentemente donchisciottesca.
L'aiuto preziosissimo dei rappresentanti sindacali e l'appoggio
ottenuto da alcuni Parlamentari, pur tra loro avversari politici,
ma uniti nel difendere una causa assolutamente giusta e, non ultima
la pervicace determinazione nel perseguire il risultato desiderato
da parte dei rappresentanti della nostra Associazione, hanno prodotto
il quasi incredibile risultato di far modificare in extremis la
legge avversata.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il settore può
guardare al futuro con rinnovata fiducia, potendo contare su pool
di marittimi qualificati, apprezzati e richiesti da molti armatori
esteri e finalmente in grado di competere sul piano normativo
e fiscale ad armi pari con i concorrenti europei.
Il mercato dei brokers
Carico secco
Nel corso del 2000, i noli per le navi Handymax da 40.000 tonnellate
sono mediamente variati dagli 8.000 ai 9.500 dollari al giorno.
Il tipo di carico principale per queste navi è rappresentato
dai prodotti siderurgici (25% dei carichi trasportati) e pertanto
esiste una forte correlazione tra le rate delle Handymax e il
prezzo dell'acciaio, essendo quest'ultimo un buon indicatore del
mercato dei prodotti siderurgici. Negli ultimi mesi il prezzo
dell'acciaio è sceso a livelli molto bassi e le conseguenze
sul mercato dei prodotti sono state visibili.
Fortunatamente l'aumento dei volumi di grano e carbone ha in parte
bilanciato la riduzione dei carichi di steels. Anche il traffico
di legname, altra importante merce per queste navi, ha visto un
aumento inferiore al 2% durante il 2000. Le prospettive per il
2001 per quanto riguarda il traffico di acciaio non sono incoraggianti:
gli Stati Uniti dovrebbero importare il 25% di meno (-8,5 milioni
di tonnellate). Il previsto aumento di import da parte della Cina
dovrebbe solo in parte mitigare questo deficit.
Per quanto riguarda le nuove costruzioni, un buon numero di navi
sono state commissionate a partire dal 1999 e faranno crescere
la flotta del 5%. Bisogna però ricordare che la flotta
delle Handysize presenta un saldo negativo e pertanto l'aumento
netto della flotta Handy-Handymax dovrebbe essere modesto.
Per quanto riguarda le navi di dimensioni maggiori (Panamax),
gli ultimi mesi del 1999 sono stati caratterizzati da un deciso
aumento dei livelli di nolo che hanno continuato a crescere, sia
pure alternandosi a periodi di riflessione, per tutto il 2000.
La redditività di una nave Panamax è rimasta tra
i 9.000 e i 10.500 dollari al giorno di equivalente timecharter,
toccando pure punte di 13-14.000 dollari per le unità di
più recente costruzione ed elevate caratteristiche.
L'aumento durante l'anno dei carichi di grano e di carbone, che
rispettivamente rappresentano il 58% ed il 36% dei carichi trasportati,
ha portato a questi alti noli. Le prospettive riguardanti questi
due carichi-base rimangono buone, soprattutto per quanto riguarda
lo steam coal, il cui traffico dovrebbe aumentare del 7% nel corso
del 2001, con i Paesi Asiatici che dovrebbero importarne circa
15 milioni di tonnellate extra.
Attualmente il mercato appare stabile, nonostante ci sia una certa
apprensione per le costanti e numerose consegne di nuove navi
che potrebbero portate ad un'inversione di tendenza a partire
dalla seconda metà dell'anno.
L'attuale orderbook è di circa 160 nuove unità,
con consegne fino a tutto il 2002. Bisogna però notare
che sono 136 le navi costruite prima del 1980 e ben 167 quelle
degli anni dal 1981 al 1983, che saranno gradualmente eliminate
nei prossimi anni e quindi bilanceranno almeno in parte il flusso
delle nuove costruzioni.
Mercato cisterniero
Tutto l'arco dell'anno 2000 è stato influenzato dall'effetto
"ERIKA", una product carrier del 1975 spezzatasi al
largo della Bretagna appena prima di Natale, rovinando le spiagge
e peggio ancora inquinando le ostriche ed i crostacei dei parigini,
suscitando pertanto grande scandalo nonché richiesta di
esemplari punizioni per i diretti responsabili e per l'industria
petrolifera in generale.
Purtroppo altrettanta enfasi non viene data al fatto che le percentuali
di inquinamento marino riconducibili a tali catastrofi, si misurano
con percentuali largamente inferiori all'unità.
Pertanto, un processo di modernizzazione della flotta che sarebbe
durato un paio di anni veniva accelerato in un pugno di mesi,
e, fortunatamente per un armamento ormai in ginocchio, il mercato
lievitava di mese in mese, per raggiungere e mantenere dei massimi
non visti dal lontano 1973.
Durante il 2000 si è inoltre, finalmente, evidenziata una
differenza sostanziale tra le categorie di navi, per cui quelle
a doppio fasciame chiedevano - ed ottenevano - dei premi di nolo
del 20/40 percento rispetto alle navi non sofisticate degli anni
70 ed 80.
Un mercato così positivo non poteva che fermare quasi completamente
le demolizioni, nonché incrementare le ordinazioni, riempiendo
i carnet dei cantieri asiatici fino a tutto il 2003.
Il 2001 ha tenuto fino ad ora egregiamente - dando segni di cedimento
solo nell'attuale mese di Giugno - e riteniamo che questo cedimento
sia soltanto momentaneo e non strutturale, dovendo peraltro considerare
una certa diminuzione dei consumi dovuta alle varie crisi economiche
che in qualche misura colpiscono i mercati, nonché ai prezzi
del greggio sempre sostenuti specie per l'area dell'Euro.
Il 2000 è stato un anno positivo per il traffico delle
merci liquide alla rinfusa anche per il nostro porto. Infatti
il movimento totale è stato pari a 16,7 milioni di tonnellate
con un incremento del 4,25% rispetto al 1999. Il numero delle
navi approdate nel bacino di Multedo è stato di 445, pressoché
invariato rispetto all'anno precedente.
La Porto Petroli di Genova ha investito tempo e risorse per aumentare
lo standard di sicurezza, sia nei confronti dei lavoratori, che
dell'ambiente. Si è registrata infatti una diminuzione
del numero degli infortuni ed è proseguita la politica
di addestramento del personale addetto tramite corsi di vario
tipo (antincendio, ambiente, qualità, ecc.).
L'Autorità Portuale, nell'ambito del nuovo Piano Regolatore,
ha previsto una nuova configurazione del bacino di Multedo che
possa garantire 5 accosti operativi con il mantenimento in funzione
dei pontili gamma e delta. E' previsto, altresì, il mantenimento
operativo sia della piattaforma off-shore che degli accosti delle
navi chimichiere.
Da parte nostra, non possiamo non esprimere preoccupazione per
la posizione delle nostre Autorità, che prevede la rinuncia
allo sviluppo di questo settore nei confronti della politica ambientale
e che causa una continua contrazione dei traffici.
In qualche caso, le Compagnie Petrolifere ipotizzano il completo
abbandono del Porto Petroli di Genova a favore di altri porti
del Mediterraneo che sembrano favorire maggiormente il fattore
occupazionale.
In tale contesto, pur nel rispetto delle legittime preoccupazioni
ambientali, dobbiamo vigilare affinché i risultati faticosamente
raggiunti in questo settore non vengano vanificati da atteggiamenti
che non esitiamo a definire strumentali.
Nautica da diporto
Assagenti ha seguito con particolare attenzione il forte sviluppo
verificatosi, specialmente a Genova di quella parte della nautica
detta anche nautica maggiore, quella che comprende unità
da diporto di lunghezza tra i 24 ed i 150 metri.
Negli ultimi 4 anni l'indotto annuale creato a Genova è
stato calcolato in circa 70 miliardi, con un'occupazione media
di circa 400 unità/anno. Le unità superiori ai 24
metri al mondo sono circa 3.5000, per più della metà
superiori ai 35 metri.
Significativo è l'aumento di ordinativi per la costruzione
di barche sopra ai 35 metri ed in particolare l'interesse degli
armatori è ora maggiormente focalizzato sulle dimensioni
e la complessità dei progetti.
Circa il 60% di queste imbarcazioni sono utilizzate a fini commerciali,
ovvero adibite al noleggio.
Il più importante appuntamento internazionale del settore
è sicuramente l'International Yacht Charter Meeting tenutosi
per dodici anni a Sanremo.
La nostra Associazione è riuscita ad ottenere che la tredicesima
edizione venisse organizzata proprio a Genova: si è svolta
dall'1 al 5 Maggio di quest'anno ed ha richiamato nella nostra
città oltre 300 brokers, più di 60 imbarcazioni
(dai 24 agli 80 metri) e 50 espositori.
Si calcola che in totale siano stati presenti nella nostra città
circa 1.000 addetti.
E' con soddisfazione che possiamo dichiarare che l'International
Yacht Charter Meeting si svolgerà nuovamente a Genova dal
6 all'11 Maggio 2002.
Tale risultato è stato possibile grazie al contributo di
Assagenti ed all'ottimo livello di collaborazione sviluppato con
gli Enti e le Autorità genovesi coinvolte.
Gruppo Giovani
L'attività del nostro Gruppo Giovani è incentrata
principalmente quest'anno sull'organizzazione del sesto Shipbrokers
and Shipagents Dinner che si terrà, come noto, il prossimo
14 Settembre a Palazzo Ducale.
Da segnalare l'ubicazione, tanto inusuale quanto, a nostro avviso,
rappresentativa, del cocktail che precederà il Dinner:
grazie infatti alla collaborazione dimostrata, anche in questa
occasione, dalle Istituzioni e dagli Enti cittadini preposti,
Genova ospiterà oltre 1.600 persone in una rinnovata Galleria
Mazzini.
Quest'anno il Dinner sarà affiancato anche da un convegno,
di livello internazionale, sul tema dello sviluppo eco-sostenibile
dei porti.
Degno di menzione infine il cospicuo aumento dei giovani iscritti
al nostro gruppo, ormai vicino alle 80 unità
Considerazioni generali
Passerei adesso al rapporto che Assagenti ha instaurato e sta
cercando di instaurare non solo con le altre Associazioni che
compongono la comunità dello Shipping genovese, ma con
tutte le Autorità.
E' da un anno, infatti, (e forse più) che andiamo dicendo
in tutti i modi, in tutte le sedi ed in tutte le occasioni che
riteniamo che il nostro Porto costituisca la maggiore 'industria'
della nostra Provincia, ma - a distanza di un anno - ci sembra
che il messaggio non riesca ancora ad attecchire in modo corretto
e soprattutto duraturo.
Siamo stati confortati, nel corso di quest'anno, nel riscontrare
che Enti ben più autorevoli di noi abbiano in qualche modo
'certificato' ciò che credevamo e che stavamo cercando
di diffondere.
Un esempio per tutti, lo studio del Censis del Luglio scorso che
forniva una stima dell'impatto economico ed occupazionale delle
attività del Porto di Genova, basato su dati del 1998.
Ebbene, vorrei qui ricordare a me stesso e a voi, solo una cifra
che è scaturita da tale studio: le 61.000 unità
di lavoro generate dal complesso delle attività portuali,
dirette ed indirette.
Non mi risulta che ci sia nella nostra Provincia (e forse nella
nostra Regione) una singola attività che provoca una tale
ricaduta occupazionale; né l'ex industria di Stato, né
il famoso acciaio di Cornigliano e forse neanche il distretto
di industrie ad alta tecnologia, che pure è in fortissima
espansione.
E tutto questo viene prodotto da un Porto che - grazie soprattutto
al faticoso impulso delle privatizzazioni - è soltanto
(e ribadisco soltanto) riuscito a ritrovare la propria collocazione
sulla carta geografica, nulla di più.
Infatti, se avrete la voglia e la pazienza di scorrere alcune
delle tavole statistiche allegate, non troverete Genova neanche
nella lista dei primi 30 porti al mondo, per usare un'analogia
sportiva è come dire di essere appena stati promossi in
serie B.
Tutto questo viene prodotto da un Porto soffocato dalla Città,
con spazi mal sfruttati e comunque praticamente esauriti, dove
prevalgono i personalismi, i veti incrociati, dove le Associazioni
che rappresentano i Clienti di questo Porto continuano antistoricamente
ad autodefinirsi "Utenti", dove la Rete Informatica
che dovrebbe permettere di gestire in maniera efficiente i vari
interscambi tra gli operatori è veramente "virtuale",
nel senso che non esiste; dove la regolamentazione del servizio
di fornitura della manodopera è tuttora avvolta nell'incertezza
e dove un Piano Regolatore Portuale impiega tre anni per essere
definitivamente approvato (chissà quanti per essere realizzato)
e nel frattempo viene incompreso, malmenato, usato come argomento
di campagna elettorale ed infine parzialmente mutilato da quasi
tutti gli attori dell'iter legislativo.
Infine, un Porto che viene tranquillamente ignorato nell'organizzazione
di un evento mondiale, così importante e prestigioso per
la nostra Città, fino ad essere praticamente ridotto all'inoperatività
per quasi una settimana, a solo un mese di distanza dal G8, creando
problemi di ogni tipo, che potete facilmente immaginare.
Evidentemente, come dicevo prima, non riusciamo proprio a trasmettere
soprattutto alla nostra Città (ad iniziare dal nostro vicino
di casa), alle Istituzioni locali e centrali, il messaggio forte
e chiaro delle potenzialità di questa 'industria' che abbiamo
tra le mani.
Ma il vero paradosso deve ancora arrivare. Quando, invece, il
primo operatore nel settore contenitori a livello mondiale (sia
per flotta di navi che per volumi trasportati) intuisce le potenzialità
offerte e propone di insediare a Genova un'attività che
significherebbe forse l'agognata promozione in Serie A, siamo
subito pronti ad ergere barriere quasi invalicabili ed a combattere
per allontanare lo 'straniero'!!!
Come uscire da questa sindrome dei polli de 'I Promessi Sposi'
che - ignari del proprio destino - continuavano a becchettarsi
appesi a testa in giù?
Come possiamo far capire a tutti noi, che, se nel 1998 gli addetti
di questa 'industria' erano 61.000, oggi a Giugno 2001 sono almeno
65.000 e che potrebbero arrivare a 100.000 entro il 2010?
Provocatoriamente, mi verrebbe da proporre di mandare un paio
di generazioni di adolescenti genovesi a vivere e lavorare all'estero;
solo così, forse, potremmo risolvere il problema.
Più realisticamente, credo che uno dei possibili metodi
sia quello di 'fare squadra'.
'Fare squadra' significa fare tutti un passo indietro, ricercare
nuovi e diversi metodi e tempi di confronto tra tutti gli interlocutori,
abbandonando logiche corporativistiche che producono un effetto
di circolo 'vizioso', anziché 'virtuoso'.
'Fare squadra' significa anche individuare obiettivi comuni, elaborare,
discutere, condividere ed infine presentare proposte concrete,
che creino le condizioni per un ulteriore, importante e - a quel
punto - definitivo sviluppo del nostro sistema portuale.
Assagenti è disponibile da subito a questo tipo di 'concertazione
portuale'; i problemi da affrontare e risolvere sono numerosi,
non tutti alla nostra portata, ma su ciascuno di essi siamo comunque
pronti a dare il nostro contributo senza pregiudiziali, senza
secondi fini, con umiltà, competenza e determinazione.
Bisogna però che tutti gli attori di questo processo si
accostino a questo progetto con un chiaro spirito costruttivo
e con un corredo cromosomico decisamente rinnovato rispetto a
quello utilizzato finora.
Solo per citare un recente esempio (che, peraltro, può
iniziare a far parte della lista dei possibili obiettivi comuni),
è mia opinione che la nostra Autorità Portuale debba
monitorare in maniera costante il sistema delle concessioni attualmente
in vigore in tutto il Porto, chiamando i vari terminalisti a periodiche
verifiche, e - in casi estremi - abbia anche il coraggio di proporre
al Comitato Portuale decisioni che 'curino il malato' in modo
definitivo anziché cure che ne prolunghino solo l'agonia.
Ciò al fine di evitare che la fretta (o altri fattori esterni)
inducano in possibili e spiacevoli incidenti di percorso (vedi
caso Genoa Terminal).
Può essere che non tutti gli strumenti attualmente disponibili,
sia a livello operativo che a livello deliberativo, siano adatti
o sufficienti a raggiungere ed a far funzionare questo auspicato
schema di 'concertazione portuale' (ad iniziare, dallo stesso
Comitato Portuale), ed è quindi anche in questo contesto
che mi sento di rivolgere un doveroso invito/appello a tutti i
Parlamentare recentemente eletti nei Collegi Elettorali della
nostra Provincia, che oggi sono stati tutti qui invitati, senza
distinzione alcuna tra 'vincitori' e 'vinti'.
Non ricordatevi della comunità dello Shipping genovese
soltanto fra 5 anni, instauriamo un nuovo rapporto di collaborazione
reciproca, entrate da subito a far parte della 'squadra' di cui
parlavo prima, aldilà degli interessi e degli schieramenti
partitici, con un unico scopo politico, quello di creare le condizioni
affinché il nostro Porto consolidi il proprio trend di
crescita e si avvii verso un ulteriore sviluppo ambientalmente
controllato, pianificato, forte, ma - soprattutto - irreversibile.
Il mercato dello shipping internazionale non ci aspetta, (né
ci ha mai aspettato, come ci insegna la storia recente); altri
porti, sia Italiani che Mediterranei, stanno facendo significativi
passi avanti e sarebbe folle pensare di poter condizionare le
scelte strategiche delle più grandi Compagnie di Navigazione
a livello mondiale sulla base di situazioni locali.
Grazie a tutti dell'attenzione.