In queste settimane l'industria del trasporto spagnola sta valutando il nuovo Piano Strategico delle Infrastrutture e dei Trasporti (PEIT) presentato dal governo di Madrid alla fine dello scorso anno e illustrato nei giorni scorsi alle categorie imprenditoriali dal ministro delle Infrastrutture, dei Lavori pubblici e dei Trasporti, Magdalena Álvarez Arza (
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24 dicembre 2004). Il piano prevede investimenti per complessivi 241.392 milioni di euro nel periodo 2005-2020.
Il PEIT, ad un primo esame, è stato valutato «molto positivamente» dall'Asociación de Navieros Españoles (ANAVE). Commentando oggi quanto previsto per il solo settore del trasporto marittimo e dei porti, l'ANAVE ha espresso apprezzamento per «l'approccio principalmente intermodale al trasporto marittimo» e per la priorità data «ad aspetti come il miglioramento dell'integrazione del trasporto marittimo nella catena logistica multimodale, alla connessione dei porti con la rete ad alta capacità stradale e ferroviaria e al sostegno allo sviluppo dei servizi di trasporto marittimo a corto raggio e alle Autostrade del Mare». In particolare - ha spiegato l'associazione armatoriale spagnola - «valutiamo molto favorevolmente la proposta di stabilire un "programma per la promozione del trasporto marittimo di corto raggio, portato avanti in forma coordinata dai porti e dalla direzione generale della Marina Mercantile, che contenga la progettazione e l'implementazione di misure concrete per risolvere gli ostacoli attualmente esistenti in questo campo e che sviluppi le autostrade del mare"».
«Inoltre - ha aggiunto ANAVE - apprezziamo che si riconosca la necessità di un miglioramento nel campo dei servizi portuali, elemento essenziale per potenziare il trasporto marittimo intraeuropeo». «Il piano - ha osservato l'associazione - non mostra molta fiducia nella possibilità di introdurre a breve termine un maggior grado di concorrenza nei servizi portuali e opta per la via di una regolamentazione pragmatica proponendo "un sistema flessibile e integrato della comunità portuale che elevi il rapporto qualità/prezzo nella prestazione dei servizi portuali, in particolare prestando attenzione alle attività di sbarco/imbarco"». «Qualunque sia la via - ha rilevato ANAVE - la cosa più importante sarà ottenere passi avanti concreti».
Tra le proposte valutate positivamente da ANAVE c'è anche quella che prevede una serie di "misure economiche e finanziarie di sostegno al settore per incentivare il rinnovo e la modernizzazione della flotta sotto bandiera spagnola". L'associazione, pur «condividendo pienamente questo obiettivo», critica invece lo strumento proposto per raggiungerlo, "il sistema della concessione dei sostegni di Stato", che - secondo ANAVE - «non sembra possa consentire di raggiungere efficacemente tale obiettivo». Sarebbe conveniente - ha suggerito l'associazione armatoriale - «utilizzare preferibilmente altri sistemi di incentivazione agli investimenti, analoghi a quelli che si stanno applicando con successo in altri Paesi europei».
Infine ANAVE ha sottolineato che 22.480 milioni di euro saranno destinati alle "Infrastrutture e installazioni portuali" e 980 milioni di euro a "Salvaguardia, sicurezza e ambiente marino" senza precisare se queste somme includeranno le misure economiche e finanziarie per incentivare il rinnovo della flotta spagnola e il programma per la promozione del trasporto marittimo a corto raggio e delle autostrade del mare. «Comunque - ha osservato ANAVE - di questi fondi solo il 9,7% sarà finanziato con ricorso al Bilancio di Previsione dello Stato e il resto (90,3%) con altre risorse». «Constatiamo - ha rilevato l'associazione - che viene mantenuto il criterio in base al quale le infrastrutture portuali vengono finanziate mediante le risorse proprie generate dalle Autorità Portuali (tasse e canoni), ricorrendo, in questo caso, all'indebitamento nei confronti dei mercati finanziari. Invece le modalità di trasporto terrestre (strade e ferrovie) non solo raccolgono insieme il 74,8% dell'investimento complessivo, ma queste ultime vengono finanziate per circa l'80% con il ricorso al Bilancio di Previsione dello Stato. Ci sembra molto importante che si tenga conto che il mantenimento ad oltranza di questo criterio di autosufficienza economica delle Autorità Portuali aumenta il costo del trasporto marittimo in generale e ostacola lo sviluppo di alternative multimodali in concorrenza con il trasporto terrestre, mentre si intende raccomandare il sostegno allo short sea shipping e alle Autostrade del Mare. È positivo, tuttavia, il paragrafo finale del PEIT nel quale si annuncia che "si tenderà progressivamente ad una maggiore partecipazione degli utenti al finanziamento delle infrastrutture", intendendo - secondo ANAVE - quelle di tutte le modalità di trasporto, e "tenendo conto delle considerazioni dell'UE circa la tariffazione per le infrastrutture».