Domani il Consiglio dei ministri dell'Unione Europea adotterà formalmente la proposta di direttiva sulle sanzioni per i responsabili di inquinamenti provocati dalle navi che è stata varata nel marzo 2003 dalla Commissione UE (
inforMARE del
5 marzo 2003).
La direttiva stabilisce che l'inquinamento marittimo provocato dalle navi è un reato. Le sanzioni si applicheranno a qualsiasi soggetto - compresi il comandante, il proprietario, l'operatore, il noleggiatore di una nave o la società di classificazione - che sia stato riconosciuto responsabile di aver provocato o contribuito a provocare inquinamento deliberatamente o per negligenza grave. Nei casi più gravi, la decisione quadro dispone che queste infrazioni siano considerate reati perseguibili penalmente.
La direttiva sarà applicata a tutte le navi che faranno scalo nei porti comunitari, indipendentemente dalla loro bandiera. Il sistema prevede anche la cooperazione fra le autorità degli Stati di approdo, che permetterà di avviare un procedimento nello scalo successivo.
Obiettivo della direttiva è anche di migliorare la cooperazione fra Stati membri per individuare gli scarichi illeciti e sviluppare metodi per identificare la nave che ha causato un inquinamento.
«È necessario combattere a tutti i costi gli scarichi illeciti e gli episodi di negligenza grave", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Europea e responsabile dei trasporti, Jacques Barrot. "La minaccia di sanzioni penali - ha aggiunto - aiuterà a proteggere le nostre coste. Non possiamo più tollerare l'inquinamento causato deliberatamente o per negligenza grave da parte di un'esigua minoranza di operatori che non rispettano le norme internazionali e rovinano l'immagine dell'industria marittima».
«Anche se personalmente mi rammarico che non sia stato possibile concordare all'unanimità fra gli Stati membri una posizione comune a proposito delle pene detentive - ha detto il vicepresidente della Commissione responsabile di Giustizia, Libertà e Sicurezza, Franco Frattini - quasi tutti gli Stati membri prevedono già la detenzione in questi casi e tra cinque anni la Commissione intende presentare una nuova proposta in materia basata sull'applicazione pratica di questo strumento».