La Commissione Europea ha adottato oggi una proposta di direttiva che prevede sanzioni penali nei confronti di coloro i quali sono stati riconosciuti responsabili di inquinamenti determinati dalle navi. La nuova legge affiancherà l'attuale regime normativo che prevede la sola responsabilità civile in materia di inquinamento causato dalle navi. Obiettivo dell'iniziativa è cercare di bloccare le centinaia di episodi di scarico illegale di sostanze dalle navi (390 nel Mar Baltico e 596 nel Mare del Nord nel 2001 e 1.638 nel Mediterraneo nel 1999).
«Una misura di questo tipo - ha detto il vicepresidente della Commissione UE, Loyola de Palacio, responsabile dei settori Energia e Trasporti - è particolarmente importante nello shipping, visto che gli effetti dissuasivi dell'attuale regime di responsabilità civile per l'inquinamento causato dalle navi non sono sufficienti, dal punto di vista finanziario, per far sì che gli armatori e gli altri soggetti coinvolti nel trasporto di carichi pericolosi via mare adottino un comportamento più responsabile».
Le sanzioni previste dal progetto di direttiva - ha spiegato l'esecutivo europeo - saranno applicabili a qualsiasi persona, incluso il comandante della nave, il proprietario, l'operatore o il noleggiatore che la utilizza, ed anche la società di classificazione, che sia stata riconosciuta responsabile di aver causato o di aver contribuito a causare un inquinamento sia intenzionalmente che per negligenza grave. Nei casi più gravi - ha precisato la Commissione - la sanzione può prevedere la detenzione.
La proposta di direttiva comprende una serie di norme sullo scarico di sostanze inquinanti, tra cui i prodotti petroliferi e chimici, e stabilisce che la violazione di queste normative costituisca un atto illegale nell'ambito delle acque europee. Il progetto di legge proibisce inoltre lo scarico di sostanze inquinanti in alto mare, qualunque sia la bandiera battuta dalla nave. «E' stato necessario includere gli scarichi in alto mare - ha sottolineato la de Palacio - visto che l'inquinamento dei mari non conosce confini artificiali e che, d'altra parte, molti Stati membri non sono dotati neppure di una zona economica esclusiva di 200 miglia».