 Il bilancio preventivo per il 2026 del Comune di Genova,
approvato la scorsa settimana dalla giunta comunale, prevede
l'introduzione di un'addizionale comunale di tre euro sui diritti di
imbarco portuale applicata ai traghetti e alle navi da crociera in
partenza dal porto di Genova da cui sono esenti i residenti nel
Comune e nelle isole, oltre alle forze armate, vigili del fuoco e
protezione civile. «La misura - ha ricordato il vicesindaco e
assessore al Bilancio, Alessandro Terrile, illustrando al consiglio
comunale la decisione di introdurre l'addizionale - era prevista da
un accordo Comune-governo sottoscritto nel 2022 e mai attuato. La
giunta precedente - ha ricordato inoltre Terrile - aveva approvato
una delibera a febbraio 2025 per introdurla, poi lasciata cadere e
mai approvata dal consiglio comunale». La tassa - aveva
ricordato a febbraio l'allora vice sindaco reggente Pietro Piciocchi
- «è stabilita dal disegno di legge n.50 del 2022 per i
Comuni sede di città metropolitana che abbiano sottoscritto i
patti con la Presidenza del Consiglio dei ministri per il
consolidamento dei propri bilanci».«Siamo tra i Comuni -
aveva specificato Piciocchi - chiamati a prevedere l'introduzione
dell'addizionale di imbarco che già è applicata in
altre città, ad esempio sugli scali aeroportuali, come
Venezia e Napoli, o per quanto riguarda i porti come Palermo e
Trieste».
La legge n. 234 del 30 dicembre 2021, all'articolo 1 comma 572,
contempla “l'istituzione, con apposite delibere del consiglio
comunale, di un incremento dell'addizionale comunale all'Irpef, in
deroga al limite previsto dall'articolo 1, comma 3, del decreto
legislativo 28 settembre 1998, n. 360, e di un'addizionale comunale
sui diritti di imbarco portuale e aereoportuale per passeggero”.
In vista della possibile adozione di questa addizionale
comunale, l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure
Occidentale ha espresso seria preoccupazione per l'ipotesi di
applicazione della tassa di imbarco sui passeggeri in partenza dal
porto che - ha rimarcato l'ente portuale - verrebbe imposta per la
prima volta in Italia. «Una misura di natura comunale - ha
spiegato l'AdSP - che, pur eccezionalmente prevista dalla normativa
sulle addizionali, presenta caratteri di forte discrezionalità
e un'applicabilità non uniforme sul territorio nazionale, con
il rischio concreto di generare uno scompenso diretto nel mercato
crocieristico e in quello dei collegamenti tramite traghetti con le
isole, che sono fondamentali per garantire la continuità
trasportistica fra continente e isole.
Genova, così come anche Savona - ha ricordato l'authority
portuale - sono infatti gli home port rispettivamente di MSC
Crociere e Costa Crociere, oltre a rappresentare scali strategici
per numerose altre compagnie armatoriali che ogni anno scelgono i
porti del nostro sistema portuale come punto di partenza o arrivo
delle proprie rotte. In un contesto già segnato da una
competizione molto accesa tra compagnie e tra porti del
Mediterraneo, l'introduzione unilaterale di una tassa passeggeri
pari a tre euro, anche se prevede esenzioni per i residenti del
Comune, per i residenti delle isole collegate in continuità
territoriale per le forze dell'ordine e la Protezione Civile - ha
osservato l'AdSP - rischia di alterare ulteriormente dinamiche
delicate e consolidate, incidendo negativamente sull'attrattività
del sistema portuale del Mar Ligure Occidentale».
«Porti concorrenti situati a poche decine di miglia
nautiche e, oltre confine, quello di Marsiglia - ha rilevato ancora
l'Autorità di Sistema Portuale - rappresentano per le
compagnie alternative immediatamente percorribili, con potenziali
conseguenze rilevanti sul Pil comunale e regionale e, in caso di
spostamenti verso scali francesi, anche su quello nazionale. Da un
lato, infatti, il trasferimento delle scalate inciderebbe
sull'intera filiera logistica, turistica e occupazionale;
dall'altro, rischierebbe di vanificare gli ingenti sforzi compiuti
dall'AdSP, che ha investito complessivamente 200 milioni di euro per
ridurre in modo sostanziale gli impatti ambientali delle attività
portuali sulla città. Ciò attraverso la realizzazione
degli impianti di cold ironing attualmente in esecuzione, la
promozione dell'adozione di nuovi carburanti green da parte delle
compagnie armatoriali - dal bio-LNG ai combustibili a basse
emissioni come idrogeno e ammoniaca - e l'avvio di avanzati progetti
di monitoraggio degli inquinanti atmosferici, basati su centraline,
sensori e sistemi di analisi certificati, fondamentali per misurare
concretamente l'impatto ambientale delle attività portuali».
«La percorribilità tecnica di un tributo legato ai
passeggeri, in quel caso aeroportuali - ha ricordato poi l'ente che
gestisce i porti di Genova e Savona-Vado - ha già visto un
precedente significativo con la soccombenza del Comune di Venezia
dinanzi al Consiglio di Stato, proprio a causa delle criticità
legate all'individuazione dei criteri applicabili secondo le
normative vigenti. È quindi evidente che l'introduzione di
una tassa di questo tipo comporta complessità operative
notevoli per gli operatori e per l'intero sistema. L'ipotesi avviata
dal Comune di Genova rischia di introdurre un elemento che, se non
adeguatamente e sufficientemente ponderato, potrebbe alterare in
modo significativo gli equilibri del mercato passeggeri, già
caratterizzato da una competizione molto forte tra compagnie e tra
porti. Qualsiasi provvedimento che incida sui costi operativi del
settore è inopportuno sia adottato in modo unilaterale senza
un confronto preventivo con tutto il cluster marittimo. Si confida,
quindi, nella possibilità di aprire rapidamente un dialogo
ampio e costruttivo, nel quale l'Autorità di Sistema
Portuale, in quanto organo di coordinamento di tutte le dinamiche
portuali, è pronta a svolgere il proprio ruolo nell'interesse
del territorio, degli operatori e delle istituzioni in piena
coerenza con le proprie prerogative e potestà».
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