Un errore di valutazione, quello di Loyola de Palacio. La tenace spagnola, ex commissario europeo ai Trasporti e all'Energia, aveva sbagliato nel ritenere che il suo successore avrebbe sostenuto a spada tratta il progetto di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali. Progetto che, dopo essere stato bocciato una prima volta, la cocciuta de Palacio aveva voluto affidare nelle mani del nuovo commissario europeo (
inforMARE del
13 ottobre 2004).
Jacques Barrot - ci aveva confidato Loyola de Palacio - «condivide l'impostazione della proposta». In verità, attualmente non è dato sapere se Barrot condivida o meno il progetto di legge nella sua forma attuale. Il commissario europeo, in carica da un anno, ultimamente sembra invece essersi disamorato della proposta di direttiva sui servizi portuali.
Prima di essere formalmente incaricato di governare la politica europea dei trasporti, Barrot aveva dichiarato di condividere il contenuto del progetto e - pur rilevandone la complessità - aveva affermato che un'azione della Commissione in questo settore era assolutamente necessaria. Come dargli torto: le attività portuali in Europa sono regolate in maniera talmente diversificata che chiunque sia incaricato di definire una politica europea del settore deve giocoforza trovare una soluzione per armonizzare le varie norme e per costituire un mercato portuale europeo equilibrato.
Negli ultimi mesi il sostegno di Barrot alla proposta di legge è scemato. Il commissario ha evidentemente deciso che la proposta debba seguire quello che evidentemente ritiene sia il suo inevitabile destino: la bocciatura. E il progetto di legge è stato bocciato oggi dalla commissione Trasporti del Parlamento UE (
inforMARE del
22 novembre 2005). Come aveva annunciato il relatore Jarzembowski, i membri della commissione si sono divisi equamente tra favorevoli e contrari. Due astensioni hanno deciso l'esito della votazione. Il progetto di direttiva, che non è stato emendato, sarà comunque votato dal Parlamento europeo in sessione plenaria in programma il prossimo gennaio. Nella riunione odierna la commissione Trasporti ha infatti respinto con 26 voti (contro 24 favorevoli) gli emendamenti volti a bocciare totalmente la proposta di direttiva.
«Il punto di vista dei gruppi politici su questa proposta - ha ammesso oggi Barrot nel corso del pranzo annuale organizzato dall'European Sea Ports Organisation (ESPO) a Bruxelles - diverge enormemente e, in questa fase, gli Stati membri sono divisi anche sul merito di questa proposta».
«È significativo - ha commentato il presidente di ESPO, Giuliano Gallanti - che questa mattina ci sia stato un risultato veramente sconcertante. Nonostante la proposta emendata sia stata rigettata, la risoluzione legislativa è passata e ciò significa che, per quanto possiamo comprendere, la proposta della Commissione, non emendata, andrà ora alla sessione plenaria». Pur sottolineando la necessità di una regolamentazione su base comunitaria delle attività portuali, Gallanti ha detto che la seconda proposta di direttiva «non era una base molto buona da cui partire». «A parte il modo con cui è stata introdotta - ha spiegato - la proposta tiene in così poco conto la diversità dei sistemi di gestione dei porti e avrebbe imposto alle autorità portuali una burocrazia così poco necessaria che, sin dall'inizio, è stato difficile modificarla con emendamenti».
Ricordando che lo scorso aprile ESPO ha presentato una proposta sui servizi portuali alternativa a quella della Commissione, il presidente dell'associazione dei porti europei ha sottolineato che «l'esito sconcertante del voto odierno dimostra che la direttiva rimane un tema molto controverso e che non ha una chiara maggioranza politica». «Come sappiamo - ha aggiunto - emendare in sessione plenaria è molto più difficile che in commissione e abbiamo seri dubbi se valga realmente la pena continuare l'iter politico su questa base. Ci stiamo quindi domandando, Mr. Barrot, se non sarebbe più ragionevole ritirare questa proposta e iniziare discussioni e consultazioni appropriate su soluzioni alternative, sia in senso legislativo o non legislativo».
Gallanti ha concluso il suo intervento ricordando che l'ultimo documento politico europeo sui porti risale al 1997 e si è chiesto se - visti gli enormi cambiamenti di cui è stato oggetto il settore in questi anni - non sia il momento di mettere mano alla redazione di un nuovo Libro Verde sui porti.
Bruno Bellio