
L'attuale commissario europeo all'Energia e ai Trasporti, Loyola de Palacio, lascia una pesante eredità al suo successore designato, il francese Jacques Barrot, che assumerà l'incarico il prossimo 1' novembre. Oggi la de Palacio ha reinserito nell'agenda europea una nuova proposta di direttiva sull'accesso al mercato dei servizi portuali. La precedente proposta di legge era stata oggetto di accesi dibattiti, aveva acuito tensioni nell'industria marittimo-portuale ed era stata infine bocciata dal Parlamento UE (
inforMARE del
20 novembre 2003).

La nuova proposta è destinata a rinfocolare la discussione, in un momento da molti giudicato inopportuno, considerate le difficoltà in cui si dibatte l'economia europea. «Non comprendiamo questa fretta», ha dichiarato il presidente di European Sea Ports Organisation (ESPO), David Whitehead, non appena è stato informato del varo della proposta di direttiva. «A parte le motivazioni di carattere politico - ha spiegato - non vediamo alcuna ragione oggettiva per la quale sia stato necessario definire con urgenza una nuova proposta».
Invece, secondo Loyola de Palacio, «questa nuova proposta include ora le misure necessarie per sopire le varie preoccupazioni legate alla proposta precedente». «È urgente - ha detto il commissario europeo - riequilibrare la competitività e la qualità dei servizi nei porti dell'UE, che sono decisivi per lo sviluppo dello short sea shipping. Non ci saranno autostrade del mare senza un sistema chiaro e trasparente».
La nuova proposta - ha spiegato - prende in considerazione due principali temi: la concorrenza tra servizi portuali all'interno dello stesso porto e la concorrenza tra porti differenti.
Rispetto alla precedente proposta, il nuovo progetto di legge - ha precisato la Commissione - ha il medesimo obiettivo e include i tipi di servizi presi in considerazione dalla prima proposta: pilotaggio, rimorchio, ormeggio e movimentazione passeggeri. Inoltre, come quella precedente - secondo Bruxelles - la nuova proposta di legge non comprometterà quanto previsto dalle rispettive norme nazionali in tema di sicurezza, salute, occupazione e ambiente e stabilirà criteri di trasparenza e non discriminatori per l'assegnazione delle autorizzazioni ad operare i servizi.
La Commissione ha precisato che la nuova proposta di direttiva manterrà anche la limitazione del numero di prestatori di servizi portuali, pur consentendo di individuare il massimo numero di servizi possibile e garantendo la neutralità dell'autorità incaricata di decidere il numero di servizi e di selezionare i fornitori di servizi.
Per il pilotaggio, la Commissione Europea ripropone il teso approvato dal comitato di conciliazione nel quale, pur riconoscendo il carattere commerciale del servizio, vengono ammesse le sue specificità relative al carattere pubblico del servizio e alla sua importanza sul fronte della sicurezza.
Il nuovo progetto di legge ripropone inoltre i criteri di trasparenza finanziaria relativi alla gestione dei porti.
Tra le novità introdotte dalla nuova proposta, per i prestatori di servizi portuali c'è l'obbligatorietà di dotarsi di autorizzazioni, che potranno anche essere soggette a rinnovo. Viene inoltre stabilito un sistema per la concessione delle autorizzazioni, che prevede indennizzi per quegli operatori in attività che non ottengano l'autorizzazione ad operare a conclusione dell'apposita procedura di selezione dei prestatori di servizi.
Anche nella nuova proposta la durata delle autorizzazioni è legata agli investimenti effettuati dai fornitori di servizi e - ha precisato Bruxelles - è superiore a quella proposta nel 2001 ma inferiore a quella contenuta nel testo della commissione di conciliazione.
In merito all'autoproduzione - punto tra i più discussi del precedente progetto legislativo - la nuova proposta di direttiva prevede che, come regola generale, questo tipo di attività sia svolto dal personale di terra della società che opera in autoproduzione. Potrà però essere impiegato personale di bordo in caso di navi impiegate in servizi regolari autorizzati di short sea shipping o che operano nell'ambito delle autostrade del mare. L'esecutivo europeo ha sottolineato che ogni attività di autoproduzione dovrà essere autorizzata e che l'autoproduzione non impatterà in alcun modo sulle normative nazionali relative alla formazione professionale e al lavoro.
Queste rassicurazioni non rassicurano affatto il presidente di ESPO. «Ciò che preoccupa - ha detto Whitehead - è che alcuni punti di questa nuova proposta non rispettino il compromesso raggiunto per la precedente versione della direttiva. Temo sia stato avviato un lungo periodo di difficili dibattiti, una cosa che poteva essere evitata se la Commissione avesse seguito il nostro consiglio di prendere più tempo per condurre consultazioni appropriate con l'industria».
«Il lato positivo di questa situazione - ha aggiunto - è che siamo preparati molto meglio per questa direttiva rispetto a quanto lo eravamo per la precedente. Porteremo il dibattito in Parlamento e al Consiglio partendo dai principali temi, e non perderemo tempo nell'affrontare argomenti di secondo piano com'è accaduto la volta scorsa. Non potremo altro che vincere questo secondo round se manterremo un forte fronte unito».
Oggi, inoltre, la Commissione Europea ha assunto un'altra importante decisione in materia marittima adottando un Libro Bianco sulle conferenze marittime che - ha spiegato Bruxelles - prevede la revoca delle esenzioni dalle normative sulla concorrenza contemplate dal Regolamento 4056/86 di cui hanno beneficiato per quasi vent'anni e che hanno consentito alle conference dello shipping di fissare le tariffe per il trasporto delle merci da e per l'Unione Europea. «Le società di navigazione - ha commentato il commissario alla Concorrenza, Mario Monti - hanno beneficiato di esenzioni dalle norme sulla concorrenza molto generose e per molto tempo. Come altre autorità sulla concorrenza riteniamo che queste esenzioni in un determinato momento siano state giustificate, ma ora dobbiamo riesaminarle valutando il loro impatto sulla concorrenza dell'industria europea e in particolare sugli operatori dell'export».

Bruno Bellio