- Oggi l'Autorità Portuale di Venezia ha presentato un progetto per la realizzazione di una centrale ad alghe con l'obiettivo di garantire al porto lagunare l'autosufficienza energetica. Tale iniziativa sarà portata avanti dalla nuova società eNave, partecipata al 51% dall'ente portuale e al 49% dalla Enalg Srl, azienda che si occupa della progettazione, creazione e gestione di centrali elettriche secondo la tecnologia brevettata dall'americana Solena Group Inc.
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- eNave elaborerà il progetto tecnico ed economico per l'avvio della centrale che, sfruttando il processo della fotosintesi delle microalghe, sarà in grado di produrre 40 MW di energia elettrica a impatto zero. La nuova centrale, che produrrà metà del fabbisogno della città di Venezia (80 MW per il centro storico) e circa un terzo della centrale Enel di Porto Marghera (140 MW), occuperà un'area di 10 ettari e impiegherà 46 persone. Secondo le previsioni, ottenute le autorizzazioni la centrale sarà operativa in due anni: tre mesi per la progettazione e l'acquisizione delle aree, 18 mesi per la realizzazione della centrale e tre mesi per l'avvio dell'impianto.
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- Il nuovo impianto, basato sulla tecnologia della Solena Group Inc., sarà composto da due unità, la prima per la coltura delle microalghe e la seconda per trasformare la biomassa in energia elettrica. Le alghe, selezionate e allevate in laboratorio, verranno trasferite in cilindri di plastica nei quali si immetterà anidride carbonica e acqua che, assieme all'effetto elettromagnetico dei raggi del sole, provocheranno la fotosintesi. La biomassa prodotta verrà centrifugata ed essiccata per essere trattata con un'innovativa tecnologia al plasma (correnti gassose ad elevata temperatura). La miscela di idrogeno e monossido di carbonio così ottenuta costituirà il carburante per alimentare un particolare tipo di turbina prodotta da General Electric. Il gas di scarico della turbina (CO2) verrà nuovamente immesso nei bioconvertitori per nutrire le microalghe, rendendo la centrale a emissioni zero. Il residuo (1%) di tutto il processo consisterà in silice naturale che potrà essere reimpiegato per uso industriale e in edilizia.
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L'Autorità Portuale ha precisato che il progetto si inserisce nell'ambito della strategia del “Porto Verde” che prevede la realizzazione di piani energetici da fonti rinnovabili con il duplice obiettivo di ridurre i costi energetici/garantire l'autosufficienza del porto e di ridurre le emissioni di CO2 ed ha ricordato che è in corso, inoltre, la progettazione di un parco fotovoltaico per una potenza complessiva di 32MW che, integrando l'energia prodotta dalle alghe, fornisca un quantitativo di energia superiore al fabbisogno attuale del porto, da immettere nella rete.-
- L'Autorità Portuale ha spiegato che attualmente il porto per il suo funzionamento ha bisogno di circa sette MW, equivalente al 10% dell'energia che sarà prodotta tramite le energie alternative (40Mw biomasse e 32MW fotovoltaico). La sfida per il futuro - ha sottolineato l'ente - sarà fornire l'energia anche per le navi in banchina (“cold ironing”): in particolare, dato che ogni nave da crociera richiede circa 10/12 MW e ogni ferry dai 1,5/3 MW e che il porto sarà in grado di ospitare contemporaneamente 7+2 navi da crociera e traghetti, sarà necessaria una potenza complessiva di 85 MW.
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- «Abbiamo accettato con entusiasmo la proposta di Enalg», ha detto il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa. «L'ambiente lagunare - ha aggiunto - è ideale per questa nuova tecnologia in via di sperimentazione. L'obiettivo è di garantire l'autosufficienza energetica del porto di Venezia e, nel prossimo futuro, di guardare alla possibilità di fornire da terra l'energia alle navi ormeggiate in banchina».
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- «Siamo di fronte - ha evidenziato l'ex senatore Willer Bordon, che è amministratore unico di Enalg - a brevetti e tecnologie che potrebbero cambiare radicalmente le prospettive dell'energia da fonti rinnovabili. Partire da Venezia, con un progetto immediatamente fattibile, rende concreta la mission di Enalg: progettare e costruire nei prossimi cinque anni una decina di parchi tecnologici per la produzione di energia pulita, armoniosamente inseriti nell'ambiente».
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