- A seguito della procedura avviata dalla Commissione Europea per riesaminare la metodologia di pianificazione e di attuazione della rete TEN-T (Trans-European Transport Network), oggi la Federazione Europea dei Porti Interni ha presentato alcune proprie osservazioni in risposta ad un documento di lavoro sul tema elaborato dalla Commissione quale guida per la definizione della futura TEN-T.
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- L'European Federation on Inland Ports (EFIP) ha ribadito il proprio apprezzamento per la decisione di riesaminare la politica per la rete TEN-T ed ha confermato il proprio sostegno alla logica di questa revisione che è finalizzata - ha precisato EFIP - all'ammodernamento della rete e alla sua vera e propria integrazione nel mercato interno, ad un migliore collegamento tra l'est e l'ovest che tenga conto dei nuovi territori dell'Unione Europea, alla necessità di decarbonizzare trasporto e alla necessità di porre maggiormente attenzione ai nodi della rete (porti marittimi e interni, nodi urbani). In particolare, la federazione ha manifestato apprezzamento per l'attenzione che viene rivolta dalla Commissione Europea ai porti interni nella definizione sia del “core network” della rete sia della rete globale TEN-T.
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- Sulla base di tali considerazioni EFIP ha esortato ciascuno Stato dell'UE a comunicare alla Commissione Europea quali sono tutti i porti interni e le vie navigabili interne che soddisfano i requisiti per l'inclusione nella rete TEN-T globale. Ricordando che la Commissione Europea basa il proprio criterio per l'ammissione dei porti interni alla rete globale, che è di un traffico annuo di almeno 500.000 tonnellate, sui volumi trasportati per via navigabile interna, EFIP ha precisato di ritenere quella di 500 000 tonnellate una soglia corretta, ma ha tuttavia esortato la Commissione a prendere in considerazione anche le performance multimodali degli inland port. Dovrebbero essere presi in considerazione - ha spiegato la federazione - anche i volumi di trasbordo ferroviario, soprattutto per i porti interni posti su vie navigabili che hanno un potenziale di sviluppo o che sono in fase di sviluppo ma che, in considerazione dello stato attuale delle infrastrutture, non possono raggiungere tale soglia tenendo conto del solo trasporto fluviale. Secondo EFIP, in questi casi dovrebbe essere dato spazio alla flessibilità. La federazione ha citato l'esempio dei porti fluviali rumeni sul Danubio i quali, anche se presentano un importante traffico stagionale, in questo momento movimentano volumi di traffico medio di merci trasportate per via fluviale che non soddisfano i criteri stabiliti dalla Commissione.
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- EFIP ha esortato la Commissione Europea a fare anche ulteriore chiarezza sulla categoria delle “piattaforme multimodali” e, in particolare, sul rapporto tra piattaforme multimodali e porti interni che - secondo la federazione - attualmente non è chiaro.
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- Inoltre EFIP ha auspicato che la Commissione UE, all'atto della definizione della rete TEN-T sia principale che globale, confermi la propria intenzione di prendere in considerazione non solo i singoli porti, ma anche i cluster di porti. Sempre più spesso - ha osservato la federazione - i porti interni lavorano congiuntamente per rafforzare il loro ruolo di hinterland hub rispetto ai grandi porti marittimi e, in alcuni casi, i porti interni stanno sviluppando attività di cooperazione transfrontaliera che non sfociano solamente nella creazione di sinergie interessanti tra i porti interni, ma possono porre l'attenzione e contribuire a risolvere i problemi di interoperabilità che possono sussistere nelle sezioni transfrontaliere della rete TEN-T.
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- Tra le altre osservazioni avanzate dall'EFIP, la federazione ha evidenziato l'importanza di allineare la dotazione del fondo di coesione con le priorità della rete TEN-T, evitando così che nel settore dei trasporti il fondo alimenti altri progetti di trasporto e altre priorità rispetto a quelle proposte e sostenute nell'ambito di questa revisione della rete TEN-T.
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