Una delegazione di 20 dirigenti delle Dogane della Siria ha visitato il porto di Venezia con l'obiettivo di studiare le best practice degli scali italiani con i quali la nazione mediorientale ha maggiori contatti e soprattutto dei porti che hanno investito moltissimo per dotarsi di sistemi informatici e telematici all'avanguardia. La missione della delegazione include anche una visita al porto di Livorno.
- L'incontro veneziano è stato promosso dal capo settore Dogane Comunitarie, Maurizio Zincone, e finanziato dal programma di sostegno al commercio della Commissione Europea. La delegazione siriana ha incontrato i colleghi italiani delle amministrazioni che si occupano di security nell'ambito della portualità veneziana allo scopo di illustrare nei diversi contesti - italiano e siriano - i comuni problemi di sicurezza nell'operatività portuale con particolare riferimento al contrasto alle frodi e al risk managemet di frontiera.
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- In questo ambito Venezia è il primo porto italiano ad essersi dotato di un sistema “multi agenzia” che, grazie ad una piattaforma informatica integrata di Port Community delle pratiche doganali e della sicurezza, può gestire per via elettronica tutta la documentazione delle merci in export, ancora prima che la nave tocchi la banchina.
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- Dopo la discussione dei criteri comunitari e nazionali che reggono l'analisi dei rischi, la visita è proseguita con una dimostrazione dell'operatività dello scanner mobile in dotazione alle forze di sicurezza operative nello scalo veneziano per il controllo dei camion in arrivo sui traghetti merci e passeggeri, nonché dello scanner fisso situato a Porto Marghera.
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- La visita fa seguito anche all'accordo siglato tra i porti di Venezia e Tartous che prevede l'implementazione e la semplificazione delle politiche doganali al fine di accelerare le operazioni portuali sia in Siria che in Italia (
del 1° febbraio 2010).-
- Sottolineando i «sempre più stretti i rapporti tra lo scalo veneziano e i porti siriani», il segretario generale dell'Autorità Portuale di Venezia, Franco Sensini, ha rilevato che «l'aumento degli scambi commerciali rappresenta oggi, e ancor più in futuro, una indiscutibile opportunità per il porto di Venezia ma, allo stesso tempo, impone nuove sfide sotto il profilo della sicurezza, della tutela dei lavoratori e dell'ambiente circostante, e sotto il profilo della prevenzione di atti criminali, terroristici o della violazione delle norme internazionali del commercio».
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- «L'interscambio tra il porto di Venezia e la Siria - ha ricordato Sensini - nel 2010 è stato pari a 1.500 trailer (camion) e oltre 20mila teu (container), numeri destinati ad aumentare grazie all'andamento positivo delle linee dirette operate da Visemar Line e Sermar Line».

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