- La strategia commerciale e operativa di Maersk Line per il mercato mediterraneo, e in particolare per quello italiano, è lineare e nel contempo tortuosa. È rettilinea perché gli obiettivi principali a lungo termine della compagnia armatoriale del gruppo danese A.P. Møller-Mærsk sono ben definiti e sono posti sulla direttrice di una traccia che Maersk Line è riuscita a imprimere sul mercato del trasporto marittimo dei container, di cui è da molti anni leader mondiale. È un solco percorso da alcuni concorrenti e da altre compagnie che aspirano a proporsi come vettori globali. Se in precedenza Maersk Line era più restia ad indicare la direzione verso cui punta questa linea retta, ora sembra più incline a svelare alcuni aspetti della propria strategia, come ha fatto in occasione del recente ordine fino a 30 nuove portacontainer da 18.000 teu ( del 21 febbraio 2011). Questa fiducia nel proseguimento della corsa al gigantismo navale, che Maersk Line in passato vinceva senza neppure comunicare quanto capienti fossero le sue navi, oggi è manifestata più apertamente.
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- Ma la compagnia continua ad essere sempre gelosa custode delle proprie iniziative per il breve e medio termine, dove il percorso si fa più tortuoso dovendosi adeguare alle asperità momentanee del mercato. L'attività di Maersk Line nell'immediato e nel prossimo futuro, come tutte le attività economiche, è soggetta a situazioni contingenti e più orientata a cogliere le opportunità che si presentano strada facendo.
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- Questa sera a Genova, quartier generale della divisione italiana Maersk Italia Spa, la compagnia presenterà ad oltre 300 importanti clienti i prossimi passi dell'azienda armatoriale. Nel corso di un party a Villa Lo Zerbino la compagnia illustrerà le proprie strategie a lungo termine, periodo che nel mondo marittimo sta diventando sempre più breve e che per Maersk Line traguarda già il 2013 quando entrerà nella sua flotta la prima nuova portacontainer della serie Triple-E, dove la tripla E sta per Economy of scale, Energy efficiency ed Environmentally improved. Saranno navi lunghe lunghe 400 metri, larghe 59, alte 73 ed in grado di trasportare 18.000 container teu che sono state progettate per lo slow steaming, la navigazione a bassa velocità diventata quasi una prassi nell'ultimo periodo di recessione economica con l'obiettivo di ridurre il consumo di fuel. Saranno navi con scafo più capiente a forma di U rispetto a quello meno ampio a forma di V che caratterizza le navi più veloci delle precedenti generazioni come la Emma Maersk, che è stata varata nel 2006 e che - con una capacità dichiarata inizialmente dal gruppo Maersk di circa 11.000 teu, ma con una capienza effettiva che è di 15.500 teu come infine ammesso dallo stesso gruppo danese - è ancora una delle più grandi portacontainer in circolazione sui mari.
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- Al di là di una maggiore efficienza sotto il profilo del consumo energetico, le navi Triple-E consentiranno la realizzazione di economie di scala grazie ad una capacità di carico superiore del 16% circa rispetto alle precedenti mega-navi. Ma soprattutto miglioreranno nettamente le prestazioni dal punto di vista ambientale, con una riduzione superiore al 50% delle emissioni di CO2 per container trasportato rispetto alla media attuale dell'industria sulle rotte tra Asia ed Europa. Maersk Line è certa che queste innovazioni saranno richieste in futuro dai principali clienti.
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- Saranno infatti queste ed altre le novità presentate stasera dall'amministratore delegato di Maersk Italia Spa, Todd Pigeon, e dal responsabile marketing e rapporti con la clientela Roberto Giovannetti. Anticipandole stamani alla stampa hanno lasciato trasparire poco sulle iniziative a breve termine della compagnia. L'amministratore delegato ha confermato la crescita del business di Maersk Line in Italia, dove la compagnia copre 12 porti nazionali con Genova capofila. La fiducia in questo mercato ha indotto la compagnia a incrementare l'offerta programmando un doppio scalo settimanale a Genova dei servizi con il Far East e gli USA ( del 12 maggio 2011).
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- Pigeon ha tra l'altro confermato che il servizio AE11 sarà reso più rapido eliminando lo scalo a Gioia Tauro. Non si è però sbilanciato sulla futura presenza della compagnia nel porto di transhipment calabrese: non ha precisato se Maersk Line continuerà ad utilizzare l'hub di Gioia Tauro per le proprie linee marittime e se il gruppo danese manterrà la propria partecipazione nella società Medcenter Container Terminal (MCT) del gruppo Contship Italia che gestisce il container terminal calabrese. Sottolineando che «si è ridotta la necessità di un hub di transhipment centrale nel Mediterraneo», su Gioia Tauro - ha spiegato - non sono ancora state prese decisioni. Pigeon ha lasciato intendere che prossimamente sarà la stessa Contship a chiarire la situazione.
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- Vista la ritrosia di Pigeon e Giovannetti a svelare le prossime mosse della compagnia (non si sono pronunciati neppure sul ruolo della nuova piattaforma container ligure del gruppo armatoriale danese che sorgerà a Vado), e certi della loro risposta, non ci è sembrato il caso di chiedere loro chiarimenti sull'ipotizzato insediamento del gruppo danese nell'hub di transhipment di Malta Freeport a fianco del gruppo armatoriale francese CMA CGM, con cui Maersk sta sempre più stringendo la collaborazione ( dell'11 maggio 2011).
- Vano anche il tentativo di ottenere maggiori informazioni su Seago Line, la nuova compagnia di navigazione del gruppo danese dedicata alle rotte intra-europee ( dell'17 maggio 2011). Chiarendo solamente che, a seguito dell'avvio dell'attività della nuova compagnia, Maersk Line potrà concentrarsi maggiormente sulle rotte con altri principali mercati mondiali come quello asiatico e nordamericano, Pigeon ha laconicamente replicato che a breve sarà la stessa Seago a presentare le proprie iniziative.
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- Se Pigeon è assolutamente certo delle ulteriori possibilità di crescita dell'attività di Maersk Line in Italia, è altrettanto convinto che a sua volta il mercato italiano per crescere debba affrontare e risolvere i problemi di trasferimento terrestre delle merci. Ad esempio, la Liguria per rimanere competitiva - ha rilevato il manager della compagnia - «deve guardare a terra piuttosto che al mare». A terra - ha osservato - le connessioni intermodali sono carenti e il trasporto ferroviario è un'alternativa che ai carichi trasportati dalle compagnie armatoriali sovente non è offerta.
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- B.B.
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