- Ci sarà senz'altro qualcuno che supporrà che l'idea di adottare per gli aeroporti italiani il criterio di classificazione utilizzato dall'UE per catalogare i porti e gli altri nodi della rete transeuropea dei trasporti TEN-T sia stata usata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per sopperire alla mancanza di iniziativa che caratterizza il dicastero, sonnacchioso anche sotto la guida di Corrado Passera.
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- Ci sarà qualcun altro che in questo troverà conferma dell'incapacità dei governi italiani di formulare norme e assumere decisioni, essendo impotenti o conniventi nei confronti dei gruppi di potere sociale o economico che frammentano il tessuto civile nazionale, e troverà anche riprova della sempre più marcata propensione dei governi italiani a lasciare questo compito ai legislatori e al potere esecutivo (ancorché limitato) dell'Unione Europea.
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- Ci saranno taluni che diranno - e noi con loro - che il governo di un Paese dell'UE non può esimersi dal tener conto delle indicazioni della Comunità Europea nel definire proposte legislative valide in ambito nazionale e nel contempo conformi agli orientamenti comunitari.
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- Ci saranno infine talaltri - e noi siamo d'accordo anche con costoro - che rimprovereranno ai precedenti governi italiani di non aver provveduto sino ad ora a predisporre un atto come questo, volto a ridurre la frammentazione del sistema aeroportuale nazionale, e che, felicitandosi con il governo guidato da Mario Monti e con il ministro Passera per l'iniziativa, auspicheranno che un'analoga proposta venga formulata anche per i porti.
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- Sia come sia, certo è che il progetto di ripartizione degli aeroporti italiani contenuto nell'Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale presentato oggi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ricalca pari pari quello presentato a fine 2011 dalla Commissione Europea per suddividere gli elementi e le parti della rete transeuropea TEN-T sulla base della loro rilevanza strategica per lo sviluppo economico e sociale dell'UE ( del 19 ottobre 2011).
- L'Atto, come d'altronde sottolineato dallo stesso ministero italiano, recepisce infatti gli orientamenti comunitari nonché gli indirizzi governativi e parlamentari. Si tratta di un provvedimento - ha evidenziato il dicastero - «atteso da 26 anni» che «pone le basi per un riordino organico del settore aeroportuale sotto il profilo infrastrutturale, gestionale e della qualità dei servizi».
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- «Con l'Atto di indirizzo - ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera - colmiamo una grave lacuna del nostro Paese che durava da 26 anni. Il provvedimento è uno strumento importante per avviare il riordino di un settore per noi strategico, favorendone lo sviluppo e il recupero di efficienza. Concentriamo sforzi e investimenti sugli aeroporti che rientrano nei piani infrastrutturali europei e, al tempo stesso, confermiamo il ruolo degli scali territoriali che servono importanti realtà locali. Attraverso la razionalizzazione dei servizi, un piano di infrastrutturazione a medio periodo, la costituzione di reti aeroportuali, l'Italia può davvero ambire ad avere un sistema all'avanguardia e competitivo a livello internazionale, evitando sprechi di risorse pubbliche. La collaborazione con le Regioni - ha concluso Passera - sarà fondamentale».
- Il ministero ha ricordato che attualmente in Italia sono operativi 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (tre scali aperti a voli commerciali, otto a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare.
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- Il primo scopo dell'Atto di indirizzo è l'individuazione degli aeroporti di interesse nazionale con l'obiettivo di ridurre la frammentazione e favorire un processo di riorganizzazione ed efficientamento. L'Atto - ha precisato il ministero - «formula una proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, che costituiranno l'ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni». È prevista pertanto la definizione di un “Core Network”, sulla falsariga di quello individuato dall'UE per i nodi infrastrutturali europei, che include gli aeroporti italiani ritenuti di rilevanza strategica a livello UE in quanto pertinenti a città o nodi primari. La rete principale è costituita dagli aeroscali di Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
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- È stato poi disegnato un “Comprehensive Network” che comprende gli aeroporti con un traffico superiore ad un milione di passeggeri all'anno (cioè gli scali di Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso e Verona), quelli con un traffico superiore a 500mila passeggeri ma caratterizzati da specifiche caratteristiche territoriali quali l'unicità nell'ambito regionale o perché di servizio a un territorio di scarsa accessibilità (Ancona, Pescara, Reggio Calabria e Trieste) e due aeroporti ritenuti indispensabili per garantire la continuità territoriale (Lampedusa e Pantelleria).
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- Infine la terza categoria comprende due aeroporti che non fanno parte delle reti transeuropee. Sono Rimini, che - ha precisato il ministero - ha un traffico prossimo al milione di passeggeri e un trend in crescita, e Salerno, che è destinato a delocalizzare il traffico che attualmente gravita su Napoli.
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- Il ministero ha spiegato che «per questi scali è previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticità relative al rilascio della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante. Gli aeroporti di interesse nazionale - ha specificato il ministero - potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacità, l'accessibilità, l'intermodalità, a partire da Roma Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell'accessibilità delle strutture e della interconnessione con l'alta velocità). Il potenziamento di diversi altri scali è previsto nel medio-lungo periodo. Gli aeroporti non di interesse nazionale dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d'uso e/o la possibilità di chiusura».
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- «L'Atto di indirizzo, inoltre - ha precisato ancora il ministero - non prevede la realizzazione di nuovi scali. Tale principio vale, ad esempio per Grazzanise (considerata la capacità di Napoli Capodichino di sostenere ulteriori aumenti di traffico e la possibilità di utilizzare lo scalo di Salerno) e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino)».
- L'Atto di indirizzo prevede anche l'adozione di piani di riequilibrio economico-finanziario, con l'obiettivo di far sì che le società che gestiscono gli aeroporti italiani raggiungano entro breve termine adeguati livelli di patrimonializzazione, «condizione necessaria - ha sottolineato il ministero - per il rilascio della concessione totale, come previsto peraltro dalla normativa vigente». La proposta ministeriale evidenzia anche l'opportunità di «procedere alla progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici e favorire l'ingresso di capitali privati».
- Il provvedimento ha lo scopo di favorire anche la costituzione di “reti aeroportuali” gestite da un unico soggetto, «al fine - ha spiegato il dicastero - di conseguire vantaggi sul fronte della differenziazione e specializzazione di ruolo nel servire lo stesso territorio con infrastrutture dedicate per tipologia di traffico (ad esempio: low cost, cargo, charter, distribuzione stagionale del traffico) e dell'ottimizzazione nell'acquisizione di servizi e beni da parte di fornitori terzi con economie di scala a beneficio di tutti gli aeroporti in rete». Inoltre è prevista da parte del ministero, in raccordo con gli altri enti competenti, una serie di razionalizzazioni, tra cui una semplificazione procedurale per un'approvazione più celere dei contratti di programma, una revisione dell'orario di apertura degli aeroporti e/o degli orari di fornitura dei servizi di navigazione aerea, con possibile chiusura notturna degli aeroporti con traffico limitato o con criticità di impatto ambientale, la modifica del servizio di controllo aereo passando da un servizio di torre ad un servizio di AFIS (Servizio Informazioni di Volo Aeroportuali) negli aeroporti con scarso traffico commerciale, una rimodulazione delle tariffe relative ai servizi di assistenza in fase di decollo e atterraggio, una razionalizzazione dei servizi generali alla clientela con la ridefinizione delle risorse umane e finanziarie destinate ai servizi antincendio, ai controlli di sicurezza e doganali e ad altre tipologie di servizi.
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- Il ministero ha precisato che l'Atto di indirizzo sarà ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni e Province Autonome per la necessaria intesa e, successivamente, sarà adottato con un apposito decreto dal presidente della Repubblica, mentre le proposte di razionalizzazione dei servizi saranno da subito oggetto di tavoli operativi tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le altre amministrazioni competenti (Enac, Enav, altri ministeri, Regioni ed enti locali).
- «L'Atto che oggi inviamo alla Conferenza Stato-Regioni - ha rilevato il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia - è un altro tassello importante della modernizzazione normativa che, nel corso di quest'anno, abbiamo portato avanti sul fronte infrastrutturale. La proposta di Piano che abbiamo formulato da finalmente applicazione ai princìpi della normativa europea e nazionale di settore, proponendo un modello di sviluppo aeroportuale di grande respiro. Questo piano, che è dunque frutto di un lungo processo normativo, può essere un'opportunità importante per riformare e dare organicità al settore aeroportuale».
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- Chissà che, smentendo la sua supposta apaticità, prima dell'ormai imminente insediamento di un nuovo governo, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il suo attuale titolare Corrado Passera non ci stupiscano presentando un analogo provvedimento per i porti italiani. Restiamo in trepidante attesa.
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- Bruno Bellio
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