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Confcommercio, in 12 anni i mancati interventi per i trasporti, le infrastrutture e la logistica sono costati 24 miliardi di Pil
Sangalli ha sollecitato il nuovo governo ad intervenire sull'economia partendo da questi settori. L'inefficienza della logistica - ha confermato il ministro Lupi - ci fa perdere competitività
15 maggio 2013
Oggi a Roma, in occasione del convegno “Trasporti al passo, economia ferma”, la confederazione imprenditoriale Confcommercio ha presentato una propria analisi su “Accessibilità, trasporti e mobilità al tempo della crisi” che evidenzia come tra il 2000 e il 2012 la “politica del non fare” in Italia sia costata 24 miliardi di prodotto interno lordo.
La ricerca, «con cui - ha spiegato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli - vogliamo avviare un percorso di riflessione su una più stretta connessione tra infrastrutture e servizi di trasporto per accrescere la competitività del sistema economico e la qualità della vita», rileva come in Italia l'accessibilità dei territori nel 2012 sia leggermente migliorata rispetto al 2010, ma come ciò sia avvenuto quale conseguenza della crisi che ha ridotto traffici e attività economiche e non per l'adozione di misure efficaci in materia di trasporti, infrastrutture e logistica.
Secondo un'elaborazione dell'Ufficio Studi di Confcommercio, in particolare, tra il 2000 e il 2012 l'accessibilità è scesa del 5% e ciò ha comportato appunto una perdita di circa 24 miliardi di euro in termini di Pil, mentre se l'Italia avesse adottato politiche di miglioramento dell'accessibilità a livello di quanto fatto dalla Germania l'incremento del Pil italiano sarebbe stato complessivamente di 120 miliardi di euro. Inoltre se ci si fosse “limitati” ad azzerare gli enormi squilibri tra Nord e Sud, il prodotto interno lordo sarebbe oggi più elevato di circa 48 miliardi di euro.
Confcommercio
Le incompiute dei trasporti
Riforma
Riferimenti normativi
Tempi di attesa
Assetti Portuali
L. 84/1994
19 anni
Interporti
L. 240/1990
23 anni
Trasporto Pubblico Locale
D. Lgs. 422/1997
16 anni
Autoservizi pubblici non di linea (NCC e Taxi)
L. 21/1992
21 anni
Sportello Unico Doganale
L. 350/2003
10 anni1
Aggiornamento Piano Nazionale della Logistica
Del. CIPE 22 marzo 2006
7 anni
Piani Urbani della Mobilità (PUM)
L. 340/2000
13 anni
Legge Quadro sosta e parcheggi
L. 122/1989
24 anni
1 Nel 2013 si è avviata la sperimentazione nei porti di Ravenna e Civitavecchia
Sul versante normativo, l'analisi di Confcommercio segnala il perdurare della mancanza di misure di programmazione e regolazione, come le mancate riforme delle norme sugli assetti portuali, sugli interporti e piattaforme logistiche, sul trasporto pubblico locale, sui servizi di noleggio auto con conducente, sui Piani Urbani della Mobilità sosta e parcheggi, oltre alla mancata approvazione degli aggiornamenti del Piano Nazionale della Logistica e alla mancata implementazione su tutto il territorio nazionale dello sportello unico doganale.
Esaminando una ad una le diverse modalità di trasporto, per quanto riguarda il traffico merci su gomma la ricerca spiega che, in base ai dati Aiscat, il traffico di veicoli pesanti sulla rete autostradale italiana dal 2010 al 2012 ha registrato una contrazione del 7,5%, mentre per l'autotrasporto il 2011 si è confermato un anno particolarmente critico per le imprese con una riduzione in termini di tonnellate-chilometro sull'anno precedente del 19%. Si conferma inoltre la dimensione locale dei servizi di autotrasporto: nel 2011 il 55% delle tonnellate movimentate ha percorso una distanza inferiore a 50 km e circa il 79% non ha superato i 150 km di percorrenza.
Anche gli spostamenti delle persone hanno risentito molto della crisi economica: i dati dell'Osservatorio Audimob indicano che il volume degli spostamenti in un giorno medio feriale si è ridotto nel 2011 di circa il 14% rispetto all'anno precedente. Si rafforza nel contempo il ruolo del trasporto pubblico locale, mentre i dati Aiscat sul traffico autostradale sottolineano nel 2012 un calo dell'8,3% dei traffici di veicoli leggeri sulla rete italiana rispetto al 2010.
Nel settore dell'automotive, le immatricolazioni di auto hanno segnato nel 2012 una diminuzione di circa il 20% rispetto all'anno precedente. Secondo Federauto, a fronte di un calo del Pil di circa il 7% rispetto al 2007, la perdita in termini di immatricolazioni nel 2012 è stata di circa il 43%. Alla disfatta delle auto si aggiungono quella dei veicoli commerciali e, in particolare, dei veicoli industriali dove il mercato si è più che dimezzato.
I dati sulla natalità e mortalità delle imprese del settore trasporti e magazzinaggio mostrano una contrazione del numero di imprese attive del 2,5% dal 2010 al 2012, pari a oltre 4.000 unità. Nell'autotrasporto in conto terzi, il numero delle imprese totali iscritte nel relativo albo è scesa di oltre 16.000 unità (-9,5%) rispetto al 2008. Inoltre, nel 2011, il saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni è stato di 12.800 imprese e nel 2012 di 6.000 imprese.
Per il traffico ferroviario, nel 2011 c'è stato un lieve miglioramento: le tonnellate-chilometro sono cresciute sia rispetto al 2010 che al 2009. La crisi del trasporto ferroviario in Italia continua però ad avere natura strutturale e non è un caso, infatti, che la perdita rispetto al 2007 sia stata del 12%.
Nel comparto del traffico marittimo sono cresciute di poco le tonnellate di merce movimentate nei porti italiani nel 2011 rispetto all'anno precedente, non superando comunque la soglia dei 500 milioni di tonnellate. La riduzione rispetto al 2007 (oltre 535 milioni) è stata del 7%. Nel settore del trasporto container, il 2011 ha segnato, invece, un ulteriore arretramento rispetto all'anno precedente (-4,1%).
Nel suo intervento il presidente della Confederazione Sangalli ha evidenziato che «Confcommercio è la “casa naturale” del trasporto su gomma, del trasporto su ferro, del settore portuale, della filiera urbana e dell'automotive» perché - ha spiegato - «quando si parla dei servizi - comparto che la Confederazione largamente rappresenta - la componente dei trasporti ne costituisce proprio la parte più significativa». Sangalli ha invitato «le imprese private della logistica e del trasporto a vedere questa casa come la più accogliente, ma anche ad avviare un più stretto rapporto tra tutti i protagonisti della filiera, a cominciare dalle imprese del comparto turistico fino a quelle della filiera dell'accoglienza»; un confronto - ha rilevato - che «richiede azioni immediate nel quadro di una politica sistemica e non più episodica che conduca a forti semplificazioni nella gestione dei servizi, obiettivo irrinunciabile tanto più oggi in un quadro di generale e profonda crisi».
Dopo aver sollecitato il nuovo governo ad agire su tre fronti (istituzionale, economico e sociale) sciogliendo quattro grandi nodi (pressione fiscale da record mondiale, credito con il contagocce, mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione, adempimenti burocratici e fiscali complessi e costosi), Carlo Sangalli ha sottolineato che «occorre intervenire subito con coraggio sulle leve di governo dei diversi settori economici, a partire dai trasporti e dalla logistica, comparto decisivo nel sistema dei servizi». Questo perché «la ricerca che presentiamo mette bene in luce l'interconnessione tra la crisi e le criticità del nostro sistema infrastrutturale e dei trasporti: una parte considerevole del Pil che non abbiamo prodotto è da attribuirsi al peggioramento generalizzato delle condizioni di mobilità. Accessibilità e crescita è, dunque - ha sottolineato il presidente di Confcommercio - una relazione fortissima, su cui occorre intervenire completando le riforme che il settore attende da troppo tempo e sbloccando investimenti per le infrastrutture come “beni pubblici competitivi”». Resta però essenziale - ha proseguito Sangalli - «dotarsi di un quadro strategico che detti la rotta e individui, univocamente, le priorità di intervento»: tra queste, «è essenziale che sia ricompresa la dimensione urbana della mobilità: un Patto, un Piano e un Fondo per la mobilità urbana che forniscano linee guida e risorse nazionali a sostegno degli interventi locali», visto che - ha osservato - «nella dimensione urbana si concentra oltre il 70% della domanda di mobilità del Paese e si addensa l'economia dei servizi» e che «nelle grandi e medie aree urbane, il costo della congestione è stimato nell'ordine di 11 miliardi di euro all'anno».
«Definire un Piano, costruire un Patto, organizzare un Fondo - ha concluso Sangalli - sono allora emergenze vere, cui dare risposta per assicurare, nelle nostre città, un approccio integrato per la mobilità delle persone e delle merci. Occorrono, certo, programmazione e confronto per cogliere insieme quattro grandi obiettivi: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità economica, la sostenibilità logistica, la sostenibilità sociale».
Nell'intervento che ha chiuso il convegno il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ha confermato che «l'inefficienza della logistica nel nostro Paese ci costa 40-50 miliardi e ci fa perdere competitività». Lupi ha concordato che «non si può continuare a ragionare per compartimenti stagni, ma occorre essere pragmatici e concreti». In concreto, il ministro ha proposto di prendere «ciò che di buono è stato fatto, recependo le osservazioni della società civile» e, in particolare, tra le priorità Lupi ha indicato la realizzazione dello sportello unico doganale e l'insediamento dell'Autorità dei Trasporti.
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