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L'Unione Industriali di Napoli rilancia la proposta di istituire un'unica Autorità Portuale per Napoli, Salerno e Castellammare
Graziano: «è inutile fare la guerra fra poveri e farsi concorrenza all'interno»
23 maggio 2013
L'Unione Industriali di Napoli rilancia la proposta di istituire un'unica Autorità Portuale per sovrintendere alle attività dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare. Commentando le dichiarazioni del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che ha minacciato di ritirare il “Grande Progetto: Logistica e porti. Sistema integrato portuale di Napoli” se entro 60 giorni i soggetti coinvolti non ritroveranno coesione e unione d'intenti, progetto che ha l'obiettivo di potenziare il porto del capoluogo campano e prevede tra l'altro investimenti per 240 milioni di euro di fondi dalla programmazione 2007-2013 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FERS), il presidente degli industriali napoletani Paolo Graziano ha dato ragione al governatore Caldoro: «i soggetti coinvolti - ha confermato Graziano - dovrebbero remare tutti nella stessa direzione, e questo invece non accade. Il rischio di perdere competitività rispetto agli altri porti italiani è altissimo».
«L'Unione Industriali di Napoli - ha spiegato Graziano, - è da tempo su queste posizioni e già lo scorso anno ha infatti chiesto con determinazione l'istituzione di una Authority unica che coordinasse con competenze strettamente manageriali le Autorità Portuali di Napoli, Salerno e Castellammare. È inutile - ha evidenziato - fare la guerra fra poveri e farsi concorrenza all'interno, perché è il sistema complessivo regionale portuale che deve vincere. Per raggiungere questo obiettivo, però, la buona volontà non basta più. È necessario dimostrare con i fatti e con senso di responsabilità le proprie buone intenzioni, pur nel rispetto dei ruoli di ciascuno. Troppo spesso vediamo invece l'eccessivo prevalere di interessi particolari, con il risultato di una sorta di tutti contro tutti».
«Mentre il porto di Napoli in questa situazione sconta gravi ritardi e non c'è traccia di bandi per l'impiego delle risorse stanziate - ha proseguito Paolo Graziano - lo scalo di Civitavecchia ha addirittura chiuso alcuni cantieri e realizzato opere infrastrutturali in anticipo rispetto ai tempi previsti. Non possiamo consentire che con il tempo sia Civitavecchia a candidarsi come porto di riferimento per il Mediterraneo; è un ruolo che spetta a Napoli e dobbiamo difenderlo evitando la perdita di competitività».
«È dunque fondamentale - ha concluso il presidente degli industriali di Napoli - mantenere costante l'attenzione sulle potenzialità e le criticità del porto di Napoli, in una visione di sistema che tenga conto anche degli altri scali della provincia e della regione, nonché dei molteplici nodi logistici e intermodali interessati, se vogliamo innescare un meccanismo propulsivo con benefici considerevoli per l'economia del territorio».
Anche il vicesindaco di Napoli ha apprezzato le dichiarazioni del governatore campano: «proprio perché condividiamo le sue parole - ha precisato Tommaso Sodano - chiediamo al presidente della Regione Caldoro la convocazione immediata di un tavolo interistituzionale che veda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti per superare, nel più breve tempo possibile, gli ostacoli per la realizzazione del Grande Progetto del porto di Napoli. Questa amministrazione - ha sottolineato il vicesindaco - ritiene che non si possa neanche prendere in considerazione l'eventualità di una rinuncia a questo piano, strategico per il rilancio della città di Napoli e dell'intera Regione. Siamo convinti che ci siano le condizioni perché Napoli possa competere nello scenario internazionale all'interno di una strategia di connessione tra porti, interporti e infrastrutture stradali e ferroviarie per rendere il progetto del porto in linea con le esigenze commerciali internazionali. Così come appare indispensabile procedere rapidamente alla nomina del presidente della Autorità Portuale indicando una figura di alto profilo e di massima qualità, che sia totalmente estranea a logiche partitiche e politiche».
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