- Quella delle procedure immateriali è la strada da cui rimuovere ostacoli e da percorrere senza esitazioni per sviluppare il sistema portuale e logistico genovese e italiano. Ne sono convinti gli agenti marittimi e gli spedizionieri di Genova consci che oggigiorno, così come avviene per i rapporti interpersonali che sempre più spesso si intrecciano sui social network e con mezzi informatici e telematici, anche gli scambi commerciali e il trasporto delle merci sono anticipati, accompagnati e seguiti da un crescente e sempre più importante flusso di dati che utilizzano strade digitali che è indispensabile rendere praticabili e veloci.
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- Non da oggi l'Associazione Agenti Raccomandatari Mediatori Marittimi Agenti Aerei - Genova (Assagenti) e l'Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori di Genova (Spediporti) si preoccupano di sottolineare l'importanza dei sistemi di elaborazione e trasmissione dei dati e delle informazioni e di sollecitare gli enti e i soggetti pubblici preposti a realizzare quelle procedure digitali necessarie per accelerare il loro scambio. È inedita invece la decisione delle due associazioni di svolgere assieme le sessioni pubbliche delle proprie assemblee annuali, tenutesi oggi al Palazzo della Borsa Valori di Genova sul tema “Il futuro sbarca a Genova”, e di trascurare ogni altro aspetto del sistema logistico-portuale genovese e nazionale per concentrarsi sulle sfide dell'information technology. È inconsueta, anzi assai poco ortodossa, anche la proposta formulata da Assagenti e Spediporto di incaricare le categorie degli agenti marittimi e degli spedizionieri della gestione diretta del sistema telematico portuale genovese E-port che è in via di sviluppo da parte dell'Autorità Portuale del capoluogo ligure.
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- Oggi il presidente di Assagenti, Gian Enzo Duci, e il presidente di Spediporto, Maurizio Fasce, hanno parlato quasi esclusivamente di IT nella loro relazione all'assemblea, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello Shipping e della Logistica”, e su questo tema si sono incentrate le loro domande rivolte ai partecipanti alla tavola rotonda: il direttore dell'Agenzia delle Dogane, Giuseppe Peleggi, il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, il presidente di Assiterminal, Marco Conforti, e il presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, a cui si sono poi aggiunti i commenti del presidente di Federagenti, Michele Pappalardo, e del presidente di Fedespedi, Piero Lazzeri.
- Accenni alle infrastrutture e servizi materiali, che da sempre sono il cruccio del sistema logistico italiano per il ritardo nel loro ammodernamento, sono arrivati dai rappresentanti delle istituzioni, quasi a ricordare sommessamente che il rispetto dei tempi e dei costi è legato indissolubilmente allo spostamento fisico delle merci. «Se il porto diventa veloce, ma all'uscita c'è un imbuto...», ha ricordato e ammonito il comandante della Capitaneria di Porto di Genova, Vincenzo Melone. Per nulla contenta di un'altra battuta d'arresto allo sviluppo delle infrastrutture materiali è l'assessore regionale ligure alle Infrastrutture, Raffaella Paita, che ha definito «un gesto miope» il ricorso presentato al Tar della Liguria dalla società Autostrade per l'Italia contro la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto del nuovo tratto autostradale genovese della Gronda di Ponente. Un altro ostacolo allo sviluppo della logistica e della portualità nazionale - il principale secondo il presidente di Confetra - sono anche le scelte compiute dal gruppo Ferrovie dello Stato che - per Marcucci - penalizzano, anzi affossano il sistema.
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- Se le infrastrutture materiali soffrono sempre degli stessi problemi, con arretramenti e passi avanti stentati, quelle immateriali hanno potuto registrare un deciso progresso grazie al notevole impegno profuso dall'Agenzia delle Dogane, che ha ricevuto il plauso di tutti. Il direttore nazionale dell'amministrazione doganale, ovviamente compiaciuto del riconoscimento al lavoro della propria struttura, ha però messo in guardia dal cercare ulteriori scorciatoie che rischiano di creare nuovi problemi piuttosto che risolvere quelli attuali. Riferendosi evidentemente al recente via libera parlamentare a disposizioni che introdurrebbe un periodo massimo di tre giorni per il completamento delle procedure amministrativo-doganali per l'importazione e l'esportazione delle merci, Peleggi ha invitato a discutere preventivamente gli aspetti dei problemi prima di introdurre norme che rischiano di bloccare il sistema o di vanificare il suo scopo. Se è lecito fare un parallelo con il sistema giudiziario, Peleggi sottintende che, come il cosiddetto “processo breve” non è utile a risolvere i problemi della giustizia che rimangono tali anche se per tutelare il cittadino contro la durata indeterminata dei processi si stabilisce per legge la “durata ragionevole” del procedimento con sentenza di non doversi procedere nel caso di superamento di tale soglia temporale, così stabilire che le procedure amministrative sulle merci devono essere svolte in un determinato periodo di tempo non necessariamente implica un miglioramento del sistema logistico.
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- B.B.
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