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Per i terminalisti europei la proposta di riforma delle norme UE sui porti sta seguendo la strada giusta
Secondo FEPORT, è assolutamente indispensabile che il testo legislativo non annienti gli sforzi dei terminalisti per rimanere performanti e competitivi
26 settembre 2014
Se a parere dell'associazione degli armatori europei ECSA la proposta di riforma della legislazione comunitaria in materia portuale si stata impantanando ( del 23 settembre 2014), ad avviso dell'associazione dei terminalisti europei FEPORT, invece, ha imboccato la strada giusta, percorso da cui non si deve scantonare.
L'opinione è diametralmente opposta principalmente per l'attuale esclusione del cargo handling dal progetto di regolamento verso cui la politica europea si sta indirizzando. Lo stralcio non è stato apprezzato dall'ECSA, secondo cui i costosi servizi di movimentazione delle merci e dei passeggeri nei porti, ma anche i servizi di pilotaggio, non dovrebbero essere eliminati dalle norme sull'accesso al mercato. Secondo FEPORT, con l'esclusione del cargo handling dall'ambito della proposta di regolamento i politici europei hanno preso atto del carattere assolutamente competitivo che già ora contraddistingue il settore movimentazione delle merci.
FEPORT ha ricordato che nel 2013, quando la Commissione Europea propose inizialmente un regolamento sull'accesso al mercato dei servizi portuali e sulla trasparenza finanziaria dei porti, la federazione dei terminalisti europei espresse il suo scetticismo circa il vero valore aggiunto del testo. «Infatti, pur sostenendo gli obiettivi del regolamento (libera prestazione dei servizi, la trasparenza finanziaria dei finanziamenti pubblici e incoraggiare gli investimenti del settore privato nei porti) - ha ricordato la federazione - gli operatori portuali hanno ribadito con forza che la movimentazione delle merci era già un'industria competitiva. La facilità con cui le compagnie di navigazione e i caricatori cambiano porti di scalo, come dimostrato da una miriade di esempi - ha rilevato FEPORT - dimostrano chiaramente che la concorrenza fra i porti è uno dei principali driver, se non il principale, nell'imporre una forte pressione concorrenziale sul settore europeo della movimentazione delle merci nei porti. Nella maggior parte dei porti europei - ha sottolineato la federazione - i clienti dei terminalisti beneficiano direttamente di terminali moderni con nuovi servizi e collegamenti efficaci con l'entroterra».
«Riconoscendo il carattere competitivo del settore della movimentazione delle merci - ha ribadito FEPORT - Commissione, Parlamento e Consiglio, fin dall'inizio della presidenza italiana dello scorso luglio 2014, hanno confermato che le regole in materia di accesso al mercato non si applicano alla movimentazione delle merci. FEPORT sostiene la loro decisione e raccomanda vivamente che gli altri articoli del regolamento sui porti rimangono coerenti con i principi contenuti nel capitolo relativo all'accesso al mercato evitando così il rischio di errori di interpretazione».
Secondo FEPORT, «è inoltre essenziale che le future discussioni tra la Commissione e i legislatori tengano conto degli obiettivi iniziali del testo che, tra gli altri, sono tesi a proteggere gli operatori portuali rispetto a potenziali incertezze giuridiche e oneri amministrativi eccessivi».
Infine FEPORT, ricordando che «le attività portuali contribuiscono direttamente all'occupazione, agli investimenti interni e alla crescita del prodotto interno lordo dell'UE», ha evidenziato che «è quindi assolutamente indispensabile che il testo che emergerà dalle discussioni tra i legislatori non annienti gli sforzi dei terminalisti per rimanere performanti e competitivi».
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