- Oggi ad Atene, nel corso della prima delle due giornate della conferenza annuale dell'associazione, l'European Sea Ports Organisation (ESPO) ha presentato il proprio parere sulla revisione intermedia del Libro Bianco sui trasporti con l'obiettivo di contribuire al processo di revisione recentemente avviato in seno alla Commissione Europea che dovrebbe portare a un adeguamento o ad una revisione del documento strategico del 2011 ( del 28 marzo 2011).
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- Se lo scopo della Commissione UE è di sapere se le sfide individuate nel 2011 sono ancora valide, l'associazione dei porti europei risponde che le sfide attuali sono i crescenti volumi di traffico, che sono sempre più concentrati, sono rappresentate dal costante aumento delle dimensioni delle navi e il conseguente costo di adeguamento dei porti e delle infrastrutture retroportuali, sono costituite dall'aumento del potere di mercato delle compagnie armatoriali determinato dalle loro alleanze, dai vincoli di bilancio nazionali che limitano le possibilità di erogare finanziamenti pubblici per le infrastrutture di trasporto, dalla volatilità dei prezzi dell'energia, dal nuovo scenario energetico e dal passaggio ai combustibili alternativi, dall'entrata in vigore della normativa che impone una limitazione più rigorosa del tenore di zolfo nei combustibili utilizzati dalle navi che operano nelle Emission Control Area (ECA), da una crescente pressione sociale e ambientale, dai potenziali mutamenti delle rotte di trasporto marittimo, dalla situazione geo-politica, dall'ulteriore globalizzazione dell'attività e della società e dai residui ostacoli al mercato interno del trasporto marittimo.
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- A fronte di queste impegnative sfide, tuttavia l'associazione ha specificato che ESPO ritiene che la visione principale del Libro Bianco del 2011, che riconosce la crescita della mobilità e dei trasporti, sia più che mai valida e coerente con l'ambizioso obiettivo di ridurre del 60% le emissioni di gas serra. Secondo ESPO, però, la politica di trasferimento modale non sta avendo successo e quindi la politica dei trasporti deve far sì che tutte le modalità di trasporto tendano verso una mobilità efficiente, sostenibile e intelligente.
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- In questo quadro ESPO ha identificato una serie di proposte e di priorità per la prossima politica europea sui trasporti. In primo luogo l'associazione auspica una politica portuale che potenzi i porti europei e li metta in grado di affrontare le sfide future. In particolare - ha spiegato l'associazione - «gli associati di ESPO possono accettare un quadro legislativo che rispetti la diversità dei porti europei e che riconosca l'autonomia di una Autorità Portuale nel determinare le proprie tariffe e nel definire un livello minimo di qualità per i propri fornitori di servizi. Tale quadro, per quanto attiene alla libertà di organizzare e fornire servizi - secondo l'associazione - deve tener conto delle caratteristiche e delle condizioni specifiche dei porti». Per ESPO, la politica europea per i porti deve anche «garantire la trasparenza finanziaria nel caso in cui i porti ricevano finanziamenti pubblici per le loro infrastrutture e/o attività».
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- Specificamente per quanto riguarda gli aiuti di Stato ai porti, secondo ESPO «i responsabili politici dell'UE dovrebbero dare alle Autorità Portuali un quadro pragmatico, stabile e prevedibile. Inoltre - ha rilevato l'associazione - l'UE dovrebbe adottare un approccio coerente nella valutazione dei finanziamenti comunitari e dei finanziamenti nazionali o regionali delle infrastrutture di trasporto».
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- ESPO ritiene inoltre che i nuovi orientamenti relativi alle reti di trasporto trans-europee TEN-T e il piano di investimenti Meccanismo per Collegare l'Europa costituiscano «il risultato più importante ottenuto sinora dal Libro Bianco». Nel 2013, infatti, sono state adottate nuove linee guida per le TEN-T che prevedono principalmente l'individuazione di un “core network” e di un “comprehensive network” delle reti trans-europee ( del 17 ottobre 2013): «il quadro TEN-T adottato nel 2013 - ha osservato l'associazione - dovrebbe rimanere la pietra angolare della politica delle infrastrutture di trasporto in Europa per i prossimi decenni e questo ambizioso piano di infrastrutture di trasporto e la sua dotazione finanziaria dovrebbero essere ulteriormente difesi». ESPO ha però specificato che vorrebbe ottenere ulteriori ulteriori chiarimenti «per quanto riguarda il valore aggiunto consistente nell'essere un porto “comprehensive” nella rete TEN-T».
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- Per ESPO, è anche giunto il momento di sviluppare il mercato interno del trasporto marittimo: l'associazione ha denunciato che l'attuazione della direttiva sulle formalità di dichiarazione delle navi sta incontrando numerosi ostacoli e per superarli ESPO propone di seguire un approccio concreto incentrato sulla standardizzazione del modo in cui dati simili sono introdotti nei sistemi informatici, sulla valutazione del valore aggiunto e sulla necessità delle attuali formalità di dichiarazione, sul buon funzionamento dei Port Community System, su una migliore cooperazione tra le autorità marittime e doganali degli Stati membri e sulla cooperazione tra la DG TAXUD e le autorità doganali nazionali al fine di sviluppare una soluzione per dare lo status UE alle merci trasportate via mare.
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- L'associazione dei porti europei ha esortato anche la Commissione europea ad incoraggiare quegli investimenti nei porti marittimi che valorizzano il ruolo dei combustibili alternativi e dell'energia alternativa, ma ha anche evidenziato che le iniziative politiche in materia ambientale non dovrebbero determinare una distorsione della concorrenza tra i porti. In campo ambientale ESPO si è in particolare dichiarata contraria all'intenzione della Commissione Europea di internalizzare i costi dell'inquinamento e del rumore nei porti: «l'internalizzazione dei costi esterni nei porti - ha spiegato l'associazione - significherebbe che i porti dovrebbero sostenere ingiustamente i costi esterni delle industrie che operano in ambito portuale, costi che spesso sono già a carico delle singole imprese attraverso le loro legislazioni settoriali e i regimi fiscali».
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- Infine, secondo ESPO, «il settore europeo dei trasporti dovrebbe valutare seriamente il potenziale non sfruttato di un'ulteriore digitalizzazione. L'attesa crescita dei volumi di traffico merci - ha osservato l'associazione - è di un tale ordine di grandezza che la sola creazione di altre infrastrutture portuali e di trasporto non sarà sufficiente. È necessario un migliore utilizzo della capacità esistente. ESPO - ha sottolineato l'associazione - è convinta che un uso più efficiente dei dati e della tecnologia nei confronti del traffico migliorerà l'efficienza del sistema portuale e dei trasporti europeo». Per ESPO, «i porti europei possono svolgere un ruolo fondamentale in questo processo» e - ha evidenziato l'associazione - «per i politici europei questa evoluzione deve essere considerata come una priorità assoluta e, ove possibile, essere incoraggiata e facilitata».
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