- Ostacoli e limitazioni a livello di esercizio ferroviario e di procedure doganali, oltre che nell'infrastruttura delle stazioni di confine, pregiudicano il regolare traffico ferroviario merci attraverso il confine tra Svizzera e Italia. Lo evidenzia uno studio commissionato dall'ufficio federale elvetico dei trasporti UFT e dall'amministrazione federale elvetica delle dogane AFD con lo scopo di individuare i problemi che rallentano e intralciano il trasporto merci transfrontaliero su rotaia sull'asse transalpino.
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- Le misure principali proposte nel rapporto intitolato “Semplificazione delle procedure doganali e della gestione del traffico transfrontaliero”, che è stato adottato oggi dal Consiglio federale svizzero e che è basato su uno studio elaborato in collaborazione con le autorità italiane, riguardano l'eliminazione di controlli fisici di treni o singoli carri (controllo mediante check-list, installazione di videocamere), la semplificazione delle operazioni doganali (completo passaggio alla documentazione elettronica, garanzia della qualità dei documenti per la dichiarazione doganale, controllo precedente dei documenti) e il miglioramento dell'infrastruttura e del suo utilizzo (pianificazione degli orari, adeguamenti a Chiasso, binari politensione a Domo II).
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- Specificando che già prima della pubblicazione dello studio diversi operatori avevano riconosciuto la possibilità di migliorare la situazione e avevano adottato misure quali l'abolizione dei controlli fisici mediante check-list per i treni in transito diretto verso l'Italia e l'installazione di telecamere di sorveglianza nel fascio di binari U a Chiasso smistamento, lo studio ha proposto in particolare l'adozione di ulteriori misure per migliorare le operazioni doganali da parte italiana a Chiasso. Il documento precisa che nell'ottobre 2016 l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli aveva deciso e messo in atto una parte di queste misure, la più efficace delle quali è la trasmissione elettronica all'autorità doganale italiana dei dati relativi al treno prima che questo arrivi in stazione. La versione cartacea dei documenti, pertanto, non deve più essere esaminata e autorizzata allo sportello: ora tale procedura avviene in precedenza, in modo tale che il controllo doganale sia già concluso prima dell'arrivo del treno in stazione. Quindi circa il 90% dei treni possono proseguire il loro viaggio senza soste dovute a formalità doganali. Lo studio rileva che per il futuro sarebbe auspicabile la totale abolizione di tali documenti analogamente a quanto accade per i valichi di confine con altri Paesi confinanti.
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- Lo studio osserva inoltre che, in considerazione dei grandi investimenti effettuati, dell'importanza dei corridoi europei per il traffico merci e del previsto aumento del traffico, occorre adottare ulteriori misure per la semplificazione degli attraversamenti del confine, che devono avvenire in modo quanto più possibile semplice e veloce consentendo al contempo lo svolgimento dei necessari controlli. Lo studio sottolinea che di regola il solo miglioramento delle procedure doganali riesce raramente a garantire una riduzione dei tempi di sosta, poiché solo in pochissimi casi i ritardi possono essere imputati alle operazioni doganali, mentre sono dovuti soprattutto a motivi di ordine operativo o infrastrutturale. Ad esempio, gli orari per il corridoio Rotterdam–Genova prevedono in alcuni casi elevati tempi di riserva alle frontiere per garantire la stabilità dell'orario. Anche i frequenti ritardi dei treni circolanti lungo i corridoi influiscono negativamente sui tempi di passaggio del confine.
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- Il documento evidenzia che la riduzione e la semplificazione dei passaggi del confine hanno effetti significativi sulla produttività del traffico merci transalpino su rotaia e contribuiscono in maniera essenziale alla politica di trasferimento modale della Confederazione.
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- Oggi, inoltre, il Consiglio federale elvetico ha adottato l'ultimo rapporto sul trasferimento del traffico merci transalpino dalla strada alla rotaia, che specifica come le misure assunte a tale scopo siano risultate efficaci: da luglio 2015 a giugno 2017 il numero dei transiti di camion e autoarticolati attraverso le Alpi è diminuito ulteriormente (-5,6%) mentre il traffico merci ferroviario è aumentato del +18,8% e a fine 2016 la sua quota di mercato era pari al livello record del 71%, con un aumento di 2,8 punti percentuali. Nel periodo il numero dei transiti di camion e autoarticolati attraverso le Alpi è sceso a 975 000 all'anno.
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- L'ultimo rapporto ricorda che tuttavia, come già annunciato nel rapporto precedente, non sarà possibile raggiungere l'obiettivo di trasferimento di 650.000 transiti annui attraverso le Alpi entro il 2018. A tal proposito il Consiglio federale ha proposto di mantenere tale obiettivo e di attendere i dati successivi agli aumenti di capacità e produttività generati dall'ultimazione di Alptransit, dall'ampliamento delle relative tratte d'accesso e dalla realizzazione del corridoio di quattro metri.
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- Nel rapporto viene presentata anche una prima analisi dell'interruzione, durata sette settimane, della tratta ferroviaria della valle del Reno in agosto e settembre 2017 per il cedimento della linea. In questo periodo il traffico merci transalpino su rotaia ha conseguito risultati migliori di quanto temuto in un primo tempo, riuscendo a mantenere circa due terzi del normale volume di trasporto. La strada ha registrato non più di mille transiti settimanali supplementari di autoarticolati e autocarri attraverso le Alpi svizzere, rilevando così solo una piccola parte dei trasporti ferroviari soppressi. La maggior parte è stata infatti assorbita dalle industrie attraverso la gestione dei magazzini.
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