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WSC, ECSA, ICS e ASA chiedono l'estensione del Regolamento UE di esenzione per categoria per i consorzi di compagnie containerizzate
Platten: è essenziale anche per consentire all'industria marittima di conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra
21 dicembre 2018
Nelle ultime ore di ieri, termine di scadenza per la presentazione di osservazioni nell'ambito della procedura di consultazione pubblica sul Regolamento europeo di esenzione per categoria per i consorzi di compagnie di navigazione che operano servizi di linea che era stata avviata tre mesi fa dalla Commissione Europea ( del 27 settembre 2018), le quattro organizzazioni armatoriali internazionali World Shipping Council (WSC), European Community Shipowners' Associations (ECSA), International Chamber of Shipping (ICS) e Asian Shipowners' Association (ASA) hanno presentato le loro valutazioni ed hanno esortato la Commissione ad estendere l'applicazione del Regolamento per altri cinque anni dopo l'attuale data di scadenza che è stata fissata per il 25 aprile 2020.
Presentando i loro commenti, WSC, ECSA, ICS ed ASA hanno evidenziato che i Vessel Sharing Agreement (VSA), gli accordi operativi con i quali le compagnie di navigazione concordano modalità di utilizzo e ripartizione degli spazi di carico sulle portacontainer delle rispettive flotte, «costituiscono una parte fondamentale della struttura del network globale di trasporto marittimo di linea» e che «i consorzi Block Exemption Regulation (BER) hanno offerto orientamenti giuridici trasparenti e pratici per i servizi marittimi di linea internazionali operati in Vessel Sharing Agreement che sono realizzati da e per i porti dell'Unione Europea».
Le quattro organizzazioni armatoriali hanno sottolineato inoltre che, «nonostante le recenti fusioni nel settore del trasporto di linea, il comparto continua ad essere a basso tasso di concentrazione e fortemente competitivo, con noli - hanno ricordato WSC, ECSA, ICS ed ASA - il cui valore è la metà rispetto al livello di vent'anni fa».
WSC, ECSA, ICS e ASA hanno rilevato anche che, «oltre a sostenere un'efficienza operativa e una più ampia offerta di servizi, i BER contribuiscono ad aiutare i vettori a ridurre le emissioni nell'atmosfera e i gas ad effetto serra attraverso un migliore utilizzo degli spazi di carico della nave».
«La verità - ha affermato il presidente e amministratore delegato del World Shipping Council, John Butler - è che i BER hanno operato molto bene per almeno 25 anni, stabilendo regole chiare che possono essere applicate praticamente senza la necessità di un'ampia analisi legale. Ciò significa che le compagnie possono focalizzarsi sulla ricerca di soluzioni di trasporto più efficienti senza dover far fronte ai costi e ai ritardi generati da una autonoma valutazione legale di questi accordi operativi di routine».
Il segretario generale dell'associazione armatoriale europea ECSA, Martin Dorsman, si è soffermato sull'aspetto della concorrenza, rispondendo implicitamente alle critiche secondo cui questi accordi tra compagnie di navigazione avrebbero determinato una diminuzione della concorrenza tra i vettori marittimi a danno dei loro clienti: «negli ultimi cinque anni - ha osservato - molte cose sono cambiate nel nostro settore, ma il fatto è che esiste ancora una forte concorrenza tra i vettori. Gli accordi puramente operativi coperti dai BER - ha detto Dorsman ribattendo alle critiche - incoraggiano la concorrenza abbassando le barriere all'ingresso sui mercati consentendo ai vettori di competere su più rotte marittime».
Guy Platten, segretario generale dell'ICS, ha evidenziato che questi accordi sono fondamentali anche in considerazione delle nuove norme sulla limitazione delle emissioni di gas ad effetto serra prodotte dalle navi che sono state concordate presso l'International Maritime Organization (IMO), accordo raggiunto la scorsa primavera che prevede che entro il 2050 lo shipping dovrà ridurre almeno del 50% le proprie emissioni rispetto ai livelli del 2008 ( del 13 aprile 2018), e ha sottolineato che questo è un importante motivo in più per prolungare di cinque anni l'applicazione del Regolamento. «Un fattore nuovo nel quadro di questa revisione dei BER - ha spiegato - è il fatto che ora l'IMO ha fissato obiettivi concreti per la riduzione delle emissioni di gas serra da parte dell'industria marittima internazionale. Avremo bisogno - ha precisato Platten - di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per aumentare l'efficienza e i BER sostengono che il vessel sharing sia uno strumento essenziale affinché il settore del trasporto marittimo di linea riduca il consumo di carburante e, quindi, riduca le sue emissioni».
Il segretario generale dell'Asian Shipowners' Association, Ang Chin Eng, ha messo in evidenza come la decisione che sarà assunta dalla Commissione Europea sull'estensione o meno della durata del Regolamento avrà ripercussioni anche sull'operatività del trasporto marittimo in Asia: «molte nazioni ed economie asiatiche - ha ricordato - hanno regimi giuridici che relativamente al tema della concorrenza trattano i consorzi marittimi di linea allo stesso modo dell'Unione Europea. È nell'interesse degli scambi commerciali internazionali che politiche e leggi siano totalmente allineate ai due estremi delle rotte commerciali e che offrano un chiaro orientamento per il trasporto marittimo internazionale».
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