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Evidenziando che il mercato non si regola da solo, la CLECAT rinnova l'esortazione all'UE affinché indaghi sugli sviluppi dello shipping containerizzato
In occasione del Maritime Forum - ha denunciato l'associazione - la Commissione Europa è rimasta in modalità “ascolto”
12 maggio 2021
CLECAT, l'associazione europea che rappresenta le case di spedizione e le aziende dei settori trasporti, della logistica e dei servizi doganali, è soddisfatta dell'esito del Maritime Forum organizzato dalle Direzioni per la Concorrenza e per i Trasporti della Commissione Europea che si è tenuto nei giorni scorsi per discutere degli sviluppi del settore del trasporto marittimo containerizzato. Meno soddisfatta, anzi per niente, lo è però per il modo con cui la questione è affrontata dalla stessa Commissione Europa che in occasione di tale confronto - ha protestato la CLECAT, «è rimasta in modalità “ascolto”».
Secondo la CLECAT, è invece giunto il momento di definire per questo settore una efficace politica sulla concorrenza e, quindi, per l'associazione sarebbe necessario che la Commissione abbandonasse il proprio ruolo di mera osservatrice e piuttosto avviasse un'indagine seria sugli sviluppi in atto nel settore. Se, infatti, l'associazione ha accolto con favore l'iniziativa del Forum in quanto - ha spiegato la CLECAT - «è essenziale che le autorità garanti della concorrenza e dei trasporti si impegnino a monitorare le conseguenze degli specifici benefici concessi all'industria dello shipping, in particolare durante un periodo di turbolenza del mercato senza precedenti», ha tuttavia lamentato il fatto che Commissione Europea sta impiegando troppo tempo per valutare la situazione, tempo - ha accusato l'associazione - sfruttato dai vettori marittimi per mettere a punto le loro strategie di gestione della capacità di stiva e di definizione dei noli.
La CLECAT ha inoltre recriminato che in un momento in cui le compagnie di navigazione containerizzate stanno registrando utili mai così elevati prima d'ora, nel contempo - ha denunciato l'associazione riferendosi al Regolamento UE di esenzione per categoria per i consorzi tra compagnie che operano in questo settore - continuano a fare pressioni sulle principali autorità nazionali e internazionali per assicurare che sia mantenuto il loro status speciale. In particolare, la CLECAT critica il fatto che «le compagnie di navigazione beneficino di un regime fiscale notevolmente favorevole rispetto agli altri operatori della supply chain logistica. L'analisi dell'International Transport Forum - ha spiegato l'associazione - mostra che le aliquote fiscali effettive a carico di spedizionieri, operatori logistici e terminalisti portuali sono da due a tre volte più elevate rispetto a quella dell'intero settore dello shipping. L'aliquota effettiva dell'imposta sulle società dello shipping è del 7% - ha evidenziato la CLECAT - mentre per gli spedizionieri è del 27%».
Inoltre l'associazione ha sottolineato che le linee guida europee sugli aiuti di Stato «consentono ai vettori di beneficiare di un trattamento fiscale preferenziale relativamente ai servizi ausiliari, come le attività di movimentazione delle merci e altri servizi che vengono forniti anche dagli operatori di servizi logistici, con conseguente distorsione della concorrenza nel settore della logistica. Recentemente - ha ricordato la CLECAT - abbiamo persino assistito ad un'aperta esortazione da parte di associazioni di armatori, come la tedesca VDR, per l'inclusione dei servizi door-to-door nei loro regimi nazionali della tonnage tax. Ciò - ha osservato l'associazione - non solo distorcerebbe la concorrenza, ma offrirebbe anche incentivi al carrier haulage, il trasporto door-to-door a cura del vettore marittimo, piuttosto che al merchant haulage (il trasporto terrestre realizzato dall'esportatore/caricatore, ndr) e per la copertura dei servizi non marittimi da parte dei regimi di imposta sul tonnellaggio. L'assegnazione di aiuti di Stato alle strutture verticalmente integrate dei vettori marittimi - ha evidenziato la CLECAT - offre ai vettori un sostanziale vantaggio competitivo rispetto agli spedizionieri».
Infine, secondo la CLECAT, il Regolamento di esenzione per categoria determina un terzo e più serio problema «consentendo alle compagnie di navigazione di scambiare informazioni e dati al fine di competere in materia di servizi terrestri con il settore delle spedizioni, quest'ultimo impossibilitato a fare affidamento su analoghe protezioni. La Commissione Europea - ha ricordato l'associazione - ha concesso alle compagnie di linea containerizzate altri quattro anni di esenzione dalle sue leggi sulla concorrenza nell'ambito della Block Exemption Regulation ( del 24 marzo 2020, ndr), in base alla quale le compagnie di navigazione containerizzate sono autorizzate a condividere dati operativi e a formare alleanze marittime che sono perfettamente in grado di gestire la capacità».
Osservando che «evidentemente il mercato non risolverà ciò che l'inazione della Commissione Europea ha causato», la CLECAT ha invitato i politici degli Stati dell'UE «ad esaminare con attenzione la situazione attuale in considerazione della dipendenza del commercio europeo dai servizi globali di trasporto marittimo containerizzato».
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