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Nel 2021 l'incidenza dei costi di trasporto sul valore dell'import-export italiano è salita per il secondo anno consecutivo
Sensibile peggioramento del deficit dei trasporti mercantili nella bilancia dei pagamenti dell'Italia, che è risultato pari al valore record di -10,9 miliardi di euro
8 giugno 2022
Nel 2021 l'incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall'Italia è salita per il secondo anno consecutivo, rispettivamente al 3,3% e al 4,9% rispetto al 3,1% e 4,3% nel 2020. Lo rivela l'ultima indagine annuale sui trasporti internazionali di merci da/per l'Italia realizzata dalla Banca d'Italia che è basata su interviste condotte presso 180 tra i principali operatori del trasporto internazionale di merci e sulla rilevazione di circa 5.500 “spedizioni tipo”.
Il nuovo rapporto mostra per il 2021 rincari di entità eccezionale dei noli marittimi relativi al trasporto dei container, in particolare nelle tratte dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici e in quelle verso il Nord America. L'analisi evidenzia che a tali rialzi hanno contribuito prevalentemente le limitazioni dal lato dell'offerta (tra cui la difficoltà nel reperimento dei container e la congestione nei porti) e gli squilibri geografici della domanda di carico. Incrementi rilevanti si sono registrati in altri comparti marittimi, quali il trasporto di rinfuse solide (minerali e granaglie) e di merci generali, a causa della maggiore domanda di materie prime e beni intermedi legata alla ripresa economica mondiale, mentre sono scesi i costi per il trasporto marittimo di petrolio a causa dell'eccesso di offerta di stiva. Sono invece rimasti stabili i costi nel comparto ro-ro che si occupa del trasporto marittimo di veicoli stradali. I noli aerei sono rimasti sul massimo storico toccato l'anno precedente per la ridotta offerta di voli di linea, le cui stive sono utilizzate per il trasporto mercantile. Nei trasporti terrestri l'aumento dei costi medi ha riguardato soprattutto il comparto stradale, in relazione alla crescita dei prezzi del carburante.
Il rapporto sottolinea che il forte incremento dei noli ha determinato un sensibile peggioramento del deficit dei trasporti mercantili nella bilancia dei pagamenti dell'Italia (-10,9 miliardi di euro da -6,8 nel 2020), concentrato nel comparto marittimo. Il rapporto precisa che il valore del deficit del 2021 risulta il più ampio - sia in termini assoluti sia in rapporto al prodotto interno lordo - registrato
da almeno quarant'anni.
Relativamente al trasporto stradale, il rapporto spiega che nel 2021 si è registrato un incremento dei costi medi stradali che ha interessato sia i carichi completi sia quelli parziali, in un contesto di significativo aumento dei volumi movimentati. Il rialzo dei noli - precisa il documento - ha riguardato tutte le aree geografiche di destinazione e provenienza e deriva principalmente da un aggravio dei costi operativi, dovuto in particolare all'aumento dei prezzi del carburante. I costi di trasporto verso il Regno Unito, inoltre, hanno continuato a risentire della Brexit per la maggiore incidenza dei ritorni a vuoto. In termini reali, ovvero valutati in rapporto agli indici dei prezzi dei beni esportati o importati, i costi medi stradali per tonnellata sono rimasti pressoché invariati.
Quanto al trasporto ferroviario, i costi medi nominali del trasporto ferroviario sono rimasti sostanzialmente stabili all'esportazione, mentre quelli all'importazione sono diminuiti; il calo ha riguardato il settore bulk - il cui ruolo di alternativa alla strada si è affievolito con il venir meno delle restrizioni legate al contenimento della pandemia - mentre quello container ha registrato un moderato rialzo dei costi medi. Tra le aree geografiche, si sono registrati dei rialzi nei confronti dell'Europa centrale e della penisola iberica; i noli da/per l'Europa orientale, le economie balcaniche e i Paesi alpini sono invece diminuiti. In termini reali i costi medi ferroviari sono scesi, rimanendo su livelli di poco superiori al minimo registrato nel 2012.
Per il trasporto aereo, il rapporto evidenzia che dopo gli eccezionali rincari registrati nel 2020 a seguito della forte restrizione dell'offerta di stiva legata alla pandemia, lo scorso anno i costi di questa modalità di trasporto sono rimasti su livelli elevati a causa del recupero solo parziale dei voli di linea; in termini nominali i prezzi medi all'importazione si sono mantenuti stazionari, quelli all'esportazione sono cresciuti del 7%. L'andamento è stato tuttavia molto eterogeneo tra le rotte: il nolo verso la Cina è aumentato di oltre il 90%, a fronte di una riduzione di oltre il 20% per i flussi da/per l'Europa. Anche in termini reali i costi medi sono rimasti sui livelli massimi degli ultimi venti anni.
Relativamente al trasporto marittimo, e specificamente al trasporto via mare di container, l'analisi della Banca d'Italia spiega che nel 2021 i noli rilevati nell'indagine - in dollari per teu e al netto dei servizi ausiliari - hanno registrato incrementi di entità eccezionale. Sono infatti più che raddoppiati all'esportazione - con quelli relativi al flusso con il Nord America, il più rilevante, aumentati del 180% circa - e più che triplicati all'importazione, in particolare nelle tratte con la Cina, gli altri
Paesi asiatici e il Sud America. Come nel 2020 - precisa il rapporto - oltre all'elevata concentrazione tra armatori, vi hanno contribuito principalmente le limitazioni dal lato dell'offerta (tra cui la difficoltà nel reperimento dei container e la congestione nei porti), gli squilibri geografici della domanda di carico e, in misura minore, le misure di contenimento della pandemia. Poiché gli altri fattori di costo (servizi ausiliari) hanno subito variazioni assai più contenute, i noli complessivi in euro/tonnellata hanno segnato incrementi di minore entità ma comunque elevati (il 48% all'esportazione e il 116% all'importazione) e tali da spingere i costi, in termini reali e nominali, oltre i massimi storici.
Relativamente al settore del trasporto marittimo di rinfuse liquide e solide, il rapporto specifica che nella media del 2021 le quotazioni del trasporto di rinfuse solide sono aumentate in misura marcata sia per le granaglie sia, soprattutto, per il comparto del carbone e dei minerali, in relazione alla forte ripresa economica mondiale e alla conseguente richiesta di materie prime; ulteriori pressioni sui noli sono provenute dagli episodi di congestione portuale nonché dalla forte polarizzazione della domanda nell'area Cina - sud-est asiatico. Sono invece diminuiti i costi medi per il trasporto di petrolio e derivati, che hanno risentito dell'eccesso di offerta di stiva; quelli per la movimentazione dei prodotti chimici (che includono il gas naturale liquefatto) sono rimasti pressoché stabili. In termini reali i costi medi navali bulk (inclusi i servizi ausiliari) all'importazione relativi ai carichi solidi rimangono su livelli elevati, anche se ancora inferiori ai massimi storici registrati nel 2008; quelli relativi ai bulk liquidi sono scesi verso il livello medio degli ultimi venti anni.
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