- La flotta di navi commerciali dell'UE sta crescendo, ma più lentamente rispetto a quella mondiale. Nel quinquennio 2016-2020, infatti, la percentuale di navi battenti bandiera di Stati membri dell'UE è aumentata del +3,4% mentre quella mondiale è salita del +7% circa. Lo rileva la (EMSAFE) pubblicato oggi dall'Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) in occasione del 20º anniversario dell'EMSA.
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- Il rapporto spiega che nel 2020 erano 13.098 le navi con numero di identificazione IMO, con esclusione dei pescherecci, che battevano bandiera di Stati membri dell'UE, numero che rappresentava il 14% della flotta mondiale in termini di numero di navi e il 18% in termini di tonnellate di stazza lorda. Inoltre, circa il 20% della flotta mondiale risultava di proprietà di cittadini o aziende dell'UE. Le tipologie di navi maggiormente presenti nella flotta degli Stati membri dell'Unione Europea risultavano le navi da lavoro (3.919 navi pari al 30% del totale), seguite dalle navi passeggeri (2.450, 19%) e dalle navi cisterna (2.265, 17%).
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- Evidenziando che l'età di una nave costituisce un fattore importante per la sicurezza dato che definisce i relativi standard di sicurezza, il documento specifica che l'età media della flotta degli Stati membri dell'Unione Europea è comparabile a quella della flotta mondiale. Nel 2020 le navi passeggeri e quelle ro-pax erano le più vecchie della flotta dell'UE, con un'età media rispettivamente di 28 e 27 anni, mentre le più nuove erano le navi portarinfuse e le gasiere, con un'età media di 10 anni, seguite dalle navi portacontainer e chimichiere, con un'età media di 11 e 12 anni. Inoltre nel 2020 la maggioranza degli Stati di bandiera dell'UE faceva parte della lista bianca del Memorandum d'intesa di Parigi relativo al controllo delle navi da parte dello Stato d'approdo, ovvero presentava buoni livelli di sicurezza, con solo due inclusi nella lista grigia in quanto presentavano alcuni problemi relativi alla sicurezza e nessuno nella lista nera.
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- Relativamente agli incidenti, il rapporto rende noto che nel quinquennio 2016-2020 si è verificata una media di 3.200 incidenti all'anno a bordo di navi che rientrano nell'ambito di applicazione della normativa UE, che esclude, tra gli altri, i pescherecci di lunghezza inferiore a 15 metri. Il 2,4% di tutti gli incidenti segnalati rientrava nella categoria degli eventi molto gravi ed ha avuto come conseguenze la perdita di vite umane, dell'intera nave o gravi danni all'equipaggiamento marittimo, mentre gli incidenti che hanno avuto gravi conseguenze, come quella di danneggiare la nave al punto da non poter più navigare, lesioni gravi o danni non gravi all'ambiente, sono ammontati al 24,9% del totale. I membri dell'equipaggio rappresentavano circa il 90% delle persone coinvolte in incidenti in mare nel quinquennio, mentre il numero di decessi è diminuito da 97 nel 2016 a 71 nel 2019 (il dato del 2020 è ritenuto non affidabile a causa della pandemia di Covid-19).
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