Oggi il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva cinque nuove leggi, frutto degli accordi raggiunti con i paesi dell'UE alla fine del 2022, che fanno parte del pacchetto “Pronti per il 55% entro il 2030”, la strategia dell'UE per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, secondo quanto previsto dalla legge europea sul clima. I testi dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio e saranno quindi pubblicati sulla “Gazzetta Ufficiale” dell'UE per entrare in vigore dopo 20 giorni.
La riforma del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) è stata approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni. In tale ambito il Parlamento ha adottato anche l'inclusione nel sistema ETS delle emissioni di gas serra prodotte dal settore marittimo (500 voti favorevoli, 131 contrari e 11 astensioni), e la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto aereo (463 voti favorevoli, 117 contrari e 64 astensioni).
Accogliendo con favore l'odierna approvazione formale della nuova legge sull'EU ETS, l'associazione degli armatori europei ECSA ha evidenziato che il Parlamento e il Consiglio dell'Unione Europa hanno accolto gli appelli del settore affinché i proventi dell'ETS dell'UE ritornino al settore marittimo per sostenere l'adozione di combustibili puliti e promuovere l'innovazione. Almeno 20 milioni di quote ETS, che corrispondono a circa due miliardi di euro in base all'attuale prezzo del carbonio ETS - ha specificato l'European Community Shipowners' Associations - saranno assegnate a progetti marittimi nell'ambito del Fondo per l'innovazione.
«Affrontare la crisi climatica e decarbonizzare il trasporto marittimo - ha sottolineato il segretario generale dell'ECSA, Sotiris Raptis - non è una questione di “se” ma una questione di “come”. Destinare parte dei ricavi dell'ETS al comparto marittimo è una vittoria per la transizione energetica del settore. Lo specifico sostegno attraverso il Fondo per l'innovazione rappresenta davvero la chiave per colmare il divario di prezzo con i combustibili puliti».
Inoltre l'ECSA ha espresso soddisfazione per il rispetto del principio “chi inquina paga” attraverso requisiti obbligatori per il trasferimento dei costi dell'EU ETS agli operatori commerciali delle navi. Secondo l'associazione degli armatori europei, anche il periodo di introduzione graduale e l'inclusione graduale delle emissioni derivanti dal trasporto marittimo nell'arco di un triennio sono fondamentali per garantire una transizione agevole per il settore e - ha precisato l'ECSA - a ciò si aggiungono le disposizioni speciali concordate dai colegislatori per le navi Ice Class, per le piccole isole e per le regioni ultraperiferiche.
L'ECSA ha evidenziato tuttavia la necessità che, per la decarbonizzazione del settore marittimo, una delle assolute priorità del Net Zero Industry Act, la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio che istituirà di misure per rafforzare l'ecosistema europeo di produzione di prodotti tecnologici a zero emissioni, dovrà essere quella di rendere disponibili quantità sufficienti di combustibili a basse e zero emissioni di carbonio ad un prezzo accessibile per assicurare la competitività globale dello shipping. «Essendo il trasporto marittimo la pietra angolare in Europa della sicurezza energetica e della sicurezza della catena di approvvigionamento - ha osservato Raptis - ciò deve riflettersi adeguatamente nelle priorità strategiche del nuovo Net Zero Industry Act. Per questo motivo accogliamo con favore l'inclusione delle tecnologie rinnovabili offshore e della cattura e dello stoccaggio del carbonio nell'elenco delle tecnologie strategiche net-zero. Inoltre - ha precisato Raptis - i combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) dovrebbero essere inclusi nella legge, in modo che la relativa capacità di produzione possa essere rapidamente sviluppata».