L'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) ed SRM, il centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, hanno pubblicato il nuovo numero della newsletter “
Port Infographics” che utilizza l'infografica per illustrare i fenomeni e le principali statistiche sul trasporto marittimo e sulla logistica a livello italiano e internazionale, mettendo in luce gli impatti degli eventi che stanno contribuendo a plasmare l'andamento economico e del commercio internazionale come la guerra Russia-Ucraina, l'inflazione, l'impennata dei costi energetici. Uno specifico approfondimento è rivolto al commercio marittimo italiano e alle performance portuali nel 2022 per i principali scali asiatici ed europei. È stato infine realizzato un focus sulla sostenibilità, analizzando il ruolo dei porti come hub energetici e il percorso green che stanno intraprendendo le navi.
La newsletter ricorda che nel 2022 i porti italiani hanno movimentato oltre 490 milioni di tonnellate di merci, con un aumento del +1,9% sull'anno precedente, gestendo rinfuse liquide per 169 milioni di tonnellate (+3,2%), carichi ro-ro per 120,9 milioni di tonnellate (-1,5%), container per 119,5 milioni di tonnellate (+2,2%), rinfuse solide per 61,1 milioni di tonnellate (+7,3%) e altre merci per 19,7 milioni di tonnellate (-3,4%). Inoltre lo scorso anno i porti italiani hanno movimentato oltre 61,4 milioni di passeggeri (+41,5%), di cui nove milioni di crocieristi (+263,6%).
Il documento evidenzia che nel 2022 i porti italiani hanno mostrato una resilienza maggiore rispetto alle altre aree competitor: nel settore container (tenendo conto degli scali con una movimentazione oltre il milione di teu) sono cresciuti del +1,3% contro le flessioni registrate dalle aree competitor dal Northern Range, al Mediterraneo e all'Atlantico.
Rifacendosi ai dati diffusi dall'UNCTAD, la newletter rileva anche il consistente tempo medio di sosta delle navi nei porti italiani rispetto ai competitor del Mediterraneo, tempo medio di attesa negli scali italiani che, allargando lo sguardo all'intera Europa, risulta tuttavia inferiore a quello dei congestionati porti di Olanda e Germania anche se in crescita come nella gran parte delle altre nazioni marittime europee.