In Europa le navi portacontenitori producono emissioni
inquinanti per container trasportato pari a quelle di sei anni fa.
Lo ha affermato oggi Transport & Environment, l'organizzazione
non governativa europea che promuove lo sviluppo di un settore del
trasporto sostenibile e sicuro, sulla scorta della raccolta degli
ultimi dati sul trasporto marittimo nell'UE provenienti dal sistema
europeo MRV di monitoraggio, comunicazione e verifica delle
emissioni di gas ad effetto serra prodotte dalle navi merci e
passeggeri di qualunque bandiera che effettuano scali nei porti
dell'Unione Europea.
Secondo gli ultimi dati - ha spiegato T&E presentando
le proprie risultanze - le emissioni delle navi «sono
diminuite lievemente nel 2023 rispetto all'anno precedente ma,
contrariamente alle affermazioni del settore secondo cui le navi
stanno operando in modo più efficiente, diminuzioni delle
emissioni come quelle riscontrate nel 2023 sono probabilmente dovute
ad una riduzione dei commerci. I recenti miglioramenti nelle
tecnologie navali - ha rilevato l'organizzazione - hanno
condotto ad una maggiore efficienza tecnica delle nuove navi.
Tuttavia l'analisi di T&E dimostra che, in condizioni reali di
operatività, le portacontainer in Europa inquinano in media
tanto quanto nel 2018».
Secondo Jacob Armstrong, responsabile per il settore dello
shipping di T&E, «non ci sono abbastanza incentivi per le
navi a navigare in modo più efficiente. Le compagnie di
navigazione stanno reagendo ai prezzi più elevati del
carburante acquistando navi leggermente più efficienti.
Tuttavia, i dati dimostrano che globalmente il trasporto
containerizzato non sta diventando più efficiente. I più
rilevanti miglioramenti in termini di efficienza - ha
affermato Armstrong - sono determinati da una più bassa
velocità di navigazione. Se i governi adottassero misure che
promuovano reali miglioramenti dell'efficienza, potrebbero ridurre
drasticamente le emissioni da un giorno all'altro». Affinché
ciò avvenga, T&E chiede alla Commissione Europea di
proporre misure di efficienza energetica, come ad esempio limiti
alla velocità delle navi e la promozione di tecnologie come
l'assistenza eolica alla navigazione, applicando alle navi che
scalano i porti europei il Carbon Intensity Index dell'International
Maritime Organization, indice basato sui dati del consumo di
combustibile e di emissioni di gas serra che è avversato
dalle associazioni armatoriali internazionali per come è
stato definito
(
del 9
luglio 2024).
Nella sua analisi Transport & Environment non prende
minimamente in considerazione gli investimenti realizzati negli
ultimi anni dall'industria armatoriale per disporre di navi sì
più efficienti dal punto di vista delle emissioni prodotte,
ma soprattutto in grado di navigare impiegando carburanti più
puliti, né delle pressanti richieste degli armatori alle
istituzioni di sostenere la produzione di questi nuovi combustibili
alternativi, di promuovere la realizzazione di una rete per la loro
distribuzione e di introdurre misure per avvicinare i prezzi di
questi nuovi fuel a quelli dei combustibili convenzionali. Senza
fuel puliti, anche in presenza di navi in grado di utilizzarli di
cui gli armatori si stanno dotando, lo shipping non riuscirà
a rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall'UE,
come ammesso dalla stessa T&E.
Nella sua esortazione odierna, T&E non fa alcun accenno
all'esigenza di disporre di questi nuovi carburanti per consentire
davvero al settore del trasporto marittimo di ridurre le proprie
emissioni dando anche un senso agli investimenti in nuove navi
realizzati dall'industria negli ultimi anni. Parlare solo di imporre
una diminuzione della velocità di navigazione e del ricorso
all'assistenza del vento per la propulsione navale, come fa oggi
T&E, è come porre una foglia di fico a copertura di
problemi assai più complessi, come quelli ripetutamente
segnalati dagli armatori. Problemi complicati esaminati in passato
da Transport & Environment con analisi esaustive e affrontati
più di recente da T&E con sommarie denunce che rischiano
di svilire il primario ruolo dell'organizzazione nel progresso verso
sistemi dei trasporti più sostenibili.
B.B.