Le associazioni internazionali dell'industria dello shipping
sollecitano l'International Maritime Organization (IMO) a modificare
l'attuale indicatore di intensità di carbonio che è
stato definito per valutare le performance ambientali delle navi. Il
riferimento è agli emendamenti all'annesso VI
dell'International Convention for the Prevention of Pollution from
Ships (MARPOL) entrati in vigore il primo novembre del 2022 in base
ai quali dal primo gennaio 2023 è diventato obbligatorio per
le navi calcolare il loro indice di efficienza energetica Energy
Efficiency Existing Ship Index (EEXI) ed è diventato
obbligatorio per le navi iniziare a raccogliere dati sulle emissioni
ad effetto serra che producono al fine di definire il loro Carbon
Intensity Indicator (CII) annuale e il loro rating CII.
In una dichiarazione odierna sottoscritta da BIMCO, CLIA,
Intercargo, InterManager, International Chamber of Shipping e
Intertanko, le sei associazioni hanno evidenziato che le valutazioni
iniziali dell'indicatore CII fornite dagli Stati di bandiera agli
armatori rivelano l'inadeguatezza di questa misura e sottolineano la
necessità di lavorare ad una misura che sia «accurata,
affidabile e implementata in modo da riflettere pienamente l'intento
della strategia dell'IMO per la flotta mondiale di navi
commerciali». «Per raggiungere gli scopi dell'IMO -
hanno osservato le associazioni - il sistema del CII deve riflettere
la reale valutazione dell'efficienza di ciascuna nave. Uno strumento
valido per tutti, come è attualmente concepito il CII - hanno
precisato le associazioni - presenta difetti intrinseci che
contrastano con lo scopo prefissato di sostenere il nostro comune
obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra nel settore
marittimo».
Riferendosi all'81a sessione del Marine Environment Protection
Committee (MEPC) dell'IMO tenutasi lo scorso marzo
(
del 25
marzo 2024), le sei associazioni hanno ricordato che il Comitato
«ha riconosciuto pubblicamente le importanti preoccupazioni
sollevate dagli Stati membri dell'IMO e dall'industria, riconoscendo
“carenze e conseguenze indesiderate del meccanismo CII e
l'accordo generale secondo cui tali preoccupazioni dovrebbero essere
pienamente considerate e affrontate durante il processo di revisione
del CII”. Il MEPC dell'IMO - hanno specificato le associazioni
- ha inoltre osservato che rating CII eventualmente imprecisi o
fuorvianti potrebbero comportare conseguenze negative indesiderate
per alcune navi, in particolare per quanto riguarda le decisioni
cruciali prese dai settori finanziario, assicurativo, del noleggio,
dell'intermediazione e da quello portuale».
Sollecitando quindi l'IMO a modificare l'attuale misura CII e
ricordando che l'International Maritime Organization ha già
ricevuto 78 proposte che richiedono modifiche dell'indicatore CII
presentate da tutti i settori dello shipping, le associazioni hanno
inoltre chiesto «a coloro che considerano il rating CII come
un potenziale per il futuro processo decisionale di lavorare a
stretto contatto con gli armatori e con gli amministratori di
bandiera per determinare, prima di prendere decisioni, se il rating
CII riflette accuratamente le prestazioni ambientali di una nave.
Inoltre chiediamo alle pubbliche amministrazioni, agli Stati di
bandiera, ai porti e agli approdi di riconoscere che l'attuale
sistema CII presenta carenze intrinseche riconosciute dall'IMO e
potrebbe non riflettere accuratamente la reale performance
ambientale delle navi».
Le sei associazioni hanno concluso specificando di attendere con
impazienza l'inizio della procedura di revisione del Carbon
Intensity Indicator in occasione della sessione del MEPC del
prossimo settembre, processo che proseguirà sino a fine anno.