CLECAT, l'associazione europea che rappresenta le aziende dei
settori della logistica, delle spedizioni e dei servizi doganali, a
ribadito la propria contrarietà all'inclusione delle
emissioni di gas serra prodotte nell'intero ciclo di vita dei
trasporti, e generate principalmente dalle attività di
produzione, manutenzione e smaltimento dei veicoli, nella proposta
di regolamento CountEmissionsEU presentata a luglio 2023 dalla
Commissione Europea
(
del 13
luglio 2023). Oggi, in considerazione dell'avvio dei negoziati
di trilogo tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione
dell'Unione Europea sulla proposta di regolamento, l'associazione ha
riaffermato di ritenere che, seppure la volontà di fornire
una visione completa di queste emissioni nel settore dei trasporti
sia degna di nota, tuttavia «l'introduzione nel testo finale
del regolamento di una metodologia del ciclo di vita risulterebbe
controproducente per le imprese e per il settore dei trasporti».
In particolare, secondo CLECAT l'introduzione dell'intero ciclo
di vita, incluse quindi le emissioni derivanti dalla produzione,
manutenzione e fine vita dei veicoli, comprometterebbe l'intera
norma per diversi motivi, a partire dalla mancanza di una
metodologia consolidata e universalmente accettata per calcolare le
emissioni associate alla produzione di veicoli, all'estrazione delle
materie prime o ai processi di fine vita. «Lo sviluppo di tali
metodologie - ha osservato l'associazione - richiederebbe ricerche
approfondite e consultazioni con le parti interessate, ritardando
l'implementazione di CountEmissionsEU e impedendo l'adozione di
pratiche di calcolo dei gas serra da parte delle aziende».
Inoltre CLECAT ritiene che l'inclusione delle emissioni
dell'intero ciclo di vita amplierebbe significativamente l'ambito di
applicazione del regolamento al di là dei soli servizi di
trasporto. «Ciò - ha rilevato l'associazione - rischia
di confondere le emissioni dei servizi di trasporto con l'impronta
più ampia di un'azienda di trasporti, creando confusione tra
le parti interessate. La grande complessità dell'assegnazione
delle emissioni derivanti dalla produzione e dalla demolizione dei
veicoli a specifiche operazioni di trasporto - ha evidenziato CLECAT
- rende i risultati meno trasparenti e più difficili da
interpretare, minando lo scopo della legislazione».
CLECAT avverte anche che «il calcolo delle emissioni del
ciclo di vita richiede dati particolareggiati sui processi di
produzione dei veicoli, sulle fonti delle materie prime e sulle
informazioni sulle emissioni nel corso della vita che spesso non
sono disponibili o non verificabili. Ad esempio - ha specificato
l'associazione - valutare l'impatto del ciclo di vita completo di un
veicolo elettrico richiederebbe la conoscenza dell'origine e della
lavorazione dei metalli delle terre rare utilizzati nelle sue
batterie. Essendo tali dati attualmente al di fuori della portata
della maggior parte delle aziende, verrebbero a crearsi oneri
eccessivi lungo la supply chain».
Infine, per CLECAT, «piuttosto che incentivare scelte
praticabili basate sulle emissioni dei trasporti, le emissioni del
ciclo di vita rischiano di ridurre l'attenzione sulle operazioni di
decarbonizzazione. L'obiettivo di CountEmissionsEU - ha sottolineato
l'associazione - dovrebbe essere quello di fornire alle aziende
informazioni chiare e praticabili sulle loro emissioni operative,
consentendo loro di fare scelte informate sulle modalità di
trasporto e di indirizzare le strategie di decarbonizzazione».
CLECAT ha osservato poi che «non includere le emissioni di
gas serra del ciclo di vita nell'ambito della CountEmissions EU non
significa che non saranno mai contabilizzate: con un'appropriata
metodologia, tali emissioni potrebbero essere considerate nella
rendicontazione annuale di sostenibilità di un'azienda di
trasporti, ad esempio come acquisto di asset, e considerate come
emissioni Scope 3. Tuttavia, includerle nell'ambito di
CountEmissionsEU non fornirebbe una visione precisa e chiara delle
emissioni di gas serra derivanti dalle operazioni di
trasporto».
CLECAT ha concluso invitando caldamente i
politici europei a preservare l'integrità della proposta
CountEmissionsEU respingendo gli emendamenti che mirano ad
introdurre una metodologia del ciclo di vita, assicurando che invece
l'attenzione rimanga sulle emissioni operative, «dove - ha
evidenziato l'associazione - esistono già standard
consolidati come l'ISO 14083».
Se CLECAT confida che il regolamento CountEmissionsEU non prenda
in considerazione l'intero ciclo di vita dei trasporti,
paradossalmente un auspicio contrario è stato espresso invece
dall'International Road Transport Union (IRU), l'associazione
internazionale che rappresenta le aziende del settore
dell'autotrasporto. Commentando il voto congiunto dei giorni scorsi
della Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza
alimentare e della Commissione Trasporti e turismo del Parlamento
europeo, in vista dei negoziati con il Consiglio, che ha determinato
l'adozione della proposta del Parlamento sulla misurazione delle
emissioni dei servizi di trasporto, proposta che prevede la
richiesta alla Commissione Europea di presentare entro due anni
dall'entrata in vigore del nuovo regolamento, una nuova metodologia
che calcoli le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione,
dall'uso, dalla manutenzione e dallo smaltimento dei veicoli, ovvero
durante l'intero ciclo di vita dei trasporti, Raluca Marian,
direttrice UE dell'IRU, ha sostenuto che «il settore
dell'autotrasporto ha bisogno di strumenti solidi per supportare
efficacemente la decarbonizzazione. CountEmissionsEU - ha
sottolineato - rappresenta un passo avanti significativo in quanto
armonizza le modalità di rendicontazione e introduce
coerenza, tenendo conto al contempo di un approccio equo e atteso da
tempo quale quello “well-to-wheel”».
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