Oltre quattro ore sono state necessarie al Comitato Portuale di Savona per affrontare una variegata serie di argomenti, che ha spaziato praticamente su tutte le funzioni proprie dell'authority.
Tra gli argomenti all'ordine del giorno c'era la concessione demaniale, ai sensi dell'articolo 18 della legge 84/94, delle aree e banchine del terminale crocieristico del bacino storico. Il Comitato, con voto unanime, l'ha assegnata al gruppo Costa Crociere. Il Comitato esprime anche la motivazione della decisione specialmente «in relazione alla natura diversa dell'istanza tra il piano industriale di una società che gestisce direttamente il traffico a monte (organizzazione delle prenotazioni) e a mare (consistenza della flotta, peraltro in espansione) ed altra in grado di smistare i traffici sul fronte portuale ligure». Già quando la Costa aveva espresso il proprio interesse per ottenere un terminal nello scalo savonese (inforMARE del 14 ottobre 1999) si era parlato del possibile trasferimento della compagnia crocieristica da Genova come di un nuova acquisizione ai danni del porto del capoluogo ligure dopo quella delle navi della Corsica Ferries del gruppo Tourship (inforMARE del 29 dicembre 1997). L'authority savonese sottolinea però il rapporto di collaborazione con Genova: «resta il fatto - afferma infatti - che le autorità di Savona e Genova intendono percorrere una strada comune nel migliore utilizzo delle sinergie dei due scali per catturare il traffico di un segmento turistico in grande espansione, ma se i numeri finali nel loro complesso si equivarrebbero, è altrettanto vero che siamo di fronte a chi possiede direttamente le redini di un traffico ed altro attore che fa derivare la proposta dai prevedibili ritmi di crescita del settore». In sostanza - spiega una nota dell'authority - il Comitato Portuale ha riconosciuto nella Costa Crociere Spa il soggetto idoneo alla gestione del realizzando terminal passeggeri, anche tramite una società dalla stessa controllata per transiti in conto proprio e in conto terzi, affidando al presidente dell'ente portuale, Alessandro Becce, l'incarico di definire tutti gli elementi costituitivi del rapporto concessorio quali: idonee garanzie per il rispetto del piano d'impresa che prevede nel primo anno 50 scali per 75.000 passeggeri e a regime 150 scali per 250.000 crocieristi; l'individuazione delle aree necessarie allo svolgimento dell'attività; le fasi temporali per la consegna degli spazi, legate anche all'esecuzione degli interventi infrastrutturali e alla costruzione della stazione marittima; il piano degli investimenti e la loro modulazione; la determinazione del canone e la durata del rapporto concessorio.
Nella riunione odierna si è inoltre parlato di rinnovo di licenze d'impresa ai soggetti operanti ormai da tempo a Savona Vado, ovvero la stesura del nuovo piano d'impresa della Savona Terminals srl opportunamente modificato per uniformarlo alla situazione previsionale commerciale e più rispondente alla consistenza degli spazi disponibili, ma anche, come nel caso del B.U.T. Scrl, l'estensione dell'autorizzazione, fino ad oggi limitata ai fertilizzanti, ad altre rinfuse solide non alimentari, anche in considerazione della capacità organizzativa e imprenditoriale della società che prevede quest'anno una crescita delle operazioni e un loro aumento del 30% già nel 2001.
Il Comitato ha quindi esaminato la programmazione di nuove opere pubbliche. L'authority oggi impegnata per lavori che complessivamente portano ad una cifra di cento miliardi ha inteso approfondire gli obiettivi del breve-medio termine. Infatti, al di là dei 32 miliardi riconosciuti a Savona con la legge 413/98, finalizzati al completamento delle Calate Nord e al completamento del muro paraonde del bacino di Vado nonché sul porto storico alla sistemazione delle banchine 14/16 con relativo approfondimento dei fondali, ha messo sul tappeto una nuova proposta di programmazione di opere che prevede la richiesta allo Stato di 55 miliardi di lire.
Si tratta - ricorda l'ente portuale - di interventi indispensabili sia per rilanciare il cabotaggio, sia per contenere i costi di movimentazione, sia infine per rendere lo scalo maggiormente appetibile con la costruzione di terminali coperti. Due iniziative distinte per 15 miliardi riguardano a Savona la dotazione di nuovi depositi appunto da destinare ad traffico cabotiero che attraverso il potenziamento del sistema ferroviario potrà avvalersi di ingenti aree di stoccaggio e di tariffe concorrenziali; quindi la costruzione della stazione marittima, l'ampliamento delle banchine di nord/est per la cantieristica e la presenza di nuovi laboratori artigianali del settore, accanto la costruzione di nuovi accosti per la Capitaneria di Porto ed i Vigili del Fuoco, la stessa sistemazione della sopraelevata portuale e non ultima la ristrutturazione del pontile San Raffaele a Vado. Il tutto secondo un ordine di priorità su cui il Comitato ha fornito il proprio parere di massima, restando in attesa dell'entità dei finanziamenti governativi da un lato e dell'appronfondimento del reale coinvolgimento della componente privata dall'altro.
Oggi è stato inoltre nuovamente ripreso il problema dell'adeguamento della linea ferroviaria d'inoltro delle rinfuse - e di merci convenzionali - verso il distretto industriale della Valle Bormida. E' già stata attuata la progettazione definitiva e il Comitato Portuale ha dato il via alla progettazione esecutiva, secondo le disponibilità di un quadro finanziario definito in 18 miliardi e 700 milioni che oltre tutto porterà notevoli vantaggi ambientali al centro abitato di Vado.
Né sono state dimenticate le esigenze dei rimorchiatori e della cantieristica da diporto, per cui se verranno soddisfatte alla banchina 7 le necessità manifestate per la revisione delle imbarcazioni, nel contempo si provvederà agli accosti per rimorchiatori e allo scalo d'alaggio con pontili su pali e agli accosti per i pescherecci con pontili galleggianti. |
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