 Il business crocieristico gode di ottima salute. Il mercato del Mediterraneo non fa eccezione, anzi le previsioni indicano tassi di crescita sensibilmente più elevati rispetto ad altre aree geografiche. Questa analisi è condivisa da tutti i rappresentanti dell'industria crocieristica che hanno partecipato oggi alla Fiera di Genova alla sessione inaugurale di Seatrade Mediterranean Cruise and Ferry Convention. Corrado Antonini, presidente di Fincantieri, di Assonave e di Cesa, l'associazione europea dei cantieri navali, intravede in questa crescita un'opportunità, forse unica, per le industrie UE per contrastare la concorrenza degli stabilimenti asiatici. Il Mediterraneo - ha detto Antonini - offre ai crocieristi molte destinazioni: è un mercato fatto su misura per navi veloci e tecnologicamente avanzate, un settore della produzione in cui può essere ancora vincente il know-how della cantieristica europea.
Se i costruttori navali guardano con fiducia, o meglio con speranza, al Mediterraneo, altrettanto fanno le compagnie crocieristiche, che spostano le loro flotte oppure ordinano nuove navi ideate ad hoc per questo mercato. «Come Antonini - ha confermato Gary Burton, senior vice president di Royal Caribbean International & Celebrity Cruises (UK) Ltd. - vediamo una forte crescita nel Mediterraneo nei prossimi anni». Secondo Burton però la corsa all'acquisizione di quote di business nel Mediterraneo e in Europa non è riservata alle sole compagnie crocieristiche, anzi - ha spiegato - i concorrenti principali sono gli operatori turistici terrestri. Come dire che la vacanza crocieristica deve essere ancora scoperta e apprezzata dai turisti europei. Operazione di convincimento in cui gli armatori intendono cimentarsi, visto che ad esempio - ha confermato Burton - per la Royal Caribbean il Mediterraneo ha sopravanzato l'Alaska quale destinazione crocieristica.
Fiducia nelle prospettive offerte dall'attività crocieristica nel Mediterraneo è stata espressa anche da Gwyn Hughes, direttore di P&O Cruises (UK)/Princess Cruises. Hughes ha confermato inoltre il regolare avanzamento del processo di separazione dal gruppo del comparto crocieristico annunciato all'inizio di quest'anno, che prevede la formazione e la quotazione in Borsa della compagnia P&O Princess Cruises (inforMARE del 3 febbraio). Scissione che sarà completata il prossimo 23 ottobre dopo lo svolgimento di un'assemblea straordinaria degli azionisti convocata per il 20 ottobre.
Le infrastrutture portuali dedicate al traffico crocieristico sono però una fattore chiave da cui dipenderà l'incremento di questo business. Mikael Krafft teme un congestionamento dei terminal e degli approdi crocieristici nel Mediterraneo. Anche Franco Pellicari, vice presidente di Costa Crociere, nutre qualche dubbio sulla capacità di alcuni scali mediterranei di accogliere il notevole flusso turistico apportato dalle "mega ships" dell'ultima generazione. «Una nave da 2000 passeggeri - ha ricordato Pellicari - deve disporre di un home port in grado di reggere un traffico di 4000 passeggeri concentrato in poche ore». La funzionalità e il tipo di accoglienza dei terminal crocieristici condiziona inoltre la qualità dell'offerta degli itinerari delle compagnie. «La crociera inizia - ha sottolineato il vice presidente della compagnia italiana - quando i passeggeri vedono la nave dal treno, dall'aereo o dall'auto». Le compagnie crocieristiche hanno necessità di offrire al cliente un prodotto diversificato, e secondo Pellicari il Mediterraneo, pur con l'ampio ventaglio di destinazioni disponibili, propone ancora itinerari limitati. Intere aree devono essere ancora valorizzate. Tra queste - ha ricordato - ci sono il Nord Africa ed il Mar Nero.
«Siamo solo all'inizio della crescita del mercato europeo» - ha ribadito anche George Poulides, il presidente di Festival Cruises, la compagnia che sta entrando nell'orbita del gruppo P&O (inforMARE del 12 maggio). Secondo Poulides infatti il serbatoio di crocieristi statunitensi non è inesauribile. E se ancora oggi sono poche le compagnie che basano il loro business principalmente sul Mediterraneo, la situazione è destinata a cambiare.

B.B.
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