Sono troppi i cantieri navali europei e italiani recentemente costretti a cessare l'attività per fallimento o riconversione ad altre attività, con pesanti ridimensionamenti dei posti di lavoro e perdite per il territorio circostante. L'allarme per le gravissime difficoltà in cui versa il settore cantieristico è stato rilanciato nuovamente oggi da Stefano Silvestroni, presidente dell'Ancanap, l'Associazione dei Cantieri Privati Costruttori di Navi aderente a Confindustria, nel corso dell'assemblea dell'associazione svoltasi a Roma.
Silvestroni ha espresso gravissima preoccupazione per il settore a causa di una perdurante contrazione del mercato europeo causata dalle insufficienti misure comunitarie di contrasto al sempre più forte dumping del Far East.
In Italia, negli anni più recenti - è stato ricordato - sono stati oggetto di chiusure o riconversioni il Cantiere Orlando di Livorno, la SMEB di Messina, l'INMA e il cantiere Ferrari di La Spezia, i cantieri SEC e Benetti di Viareggio nonché il cantiere Campanella di Savona, solo per citarne alcuni tra i più celebri.
Inoltre nel 2003 l'industria cantieristica del Far East, nel suo complesso, ha ottenuto l'86% degli ordini per nuove costruzioni navali mentre la quota della cantieristica europea si è ridotta ad appena il 7%. A fronte di una capacità costruttiva di oltre 800.000 tonnellate di stazza lorda compensata annue, nel 2003 la totalità della cantieristica italiana (pubblica e privata) ha acquisito solo venti nuovi ordini per la costruzione di navi, per un totale di 171.830 tslc (pari a 539 milioni di euro) di cui oltre l'86% per le gigantesche navi da crociera commissionate a cantieri pubblici.
Sempre nel 2003 i cantieri associati Ancanap hanno ultimato 23 unità per 179.803 tslc, con una flessione del 18,5% rispetto al 2002.
Il presidente Silvestroni ha ribadito la necessità di scelte urgenti e decise sia da parte dell'Unione Europea che da parte del governo e del parlamento italiani a difesa della cantieristica nazionale, delle migliaia di persone che vi lavorano e dell'enorme quota di PIL che sarebbe in grado di dare al Paese se la produzione fosse sostenuta con un pur limitatissimo contributo pubblico. È necessario quindi - ha sottolineato - che parlamento e governo italiani mettano a disposizione i mezzi finanziari di copertura delle misure di sostegno già autorizzate dalla UE e delle esistenti leggi nazionali. Vanno però individuati - ha aggiunto - anche i nuovi strumenti necessari al sostegno del settore nel prossimo futuro. Siamo infatti convinti assertori del libero mercato - ha detto Silvestroni - ma ci troviamo di fronte a distorsioni concorrenziali, sia esterne sia interne alla UE, di portata e dimensioni tali che da soli non siamo in grado di contrastare; chiediamo pertanto a Bruxelles di metterci in condizioni di combattere ad armi pari con concorrenti comunitari e non, sui cui regimi di aiuto la stessa UE ha spesso chiuso gli occhi.
Silvestroni ha ricordato che i cantieri navali privati, se messi in condizione dallo Stato di acquisire nuove commesse, sono in grado di garantire un enorme ritorno di cassa quantificabile - in base ad un recente studio - in un saldo positivo di 2,3 euro per ogni euro di aiuto erogato.
Attraverso il sostegno all'industria cantieristica, oltre a difendere l'occupazione - ha osservato - si verrebbero a creare le condizioni per rilanciare le produzioni navali del made in italy che, per tecnologia, qualità e innovazione di prodotto, non sono inferiori a quelle di nessun altro Paese.
Altro tema importante per il futuro dei cantieri italiani - ha concluso il presidente di Ancanap - è la ricerca di un maggior coinvolgimento nel mercato nazionale delle commesse militari, mercato che in questo frangente vede importanti iniziative di ammodernamento e rinnovo della flotta della Marina militare.
Commentando infine l'ingresso di IMMSI, Banca Intesa e General Electric nel capitale del cantiere navale Rodriquez di Messina, associato ad Ancanap (
inforMARE del
5 maggio 2004), Silvestroni ha sottolineato come l'operazione rappresenti un forte segnale di sfida e di riconfermata fiducia dei privati nel settore della costruzione navale. Ci auguriamo - ha detto - che anche le competenti autorità pubbliche nazionali e comunitarie facciano la loro parte subito, bene ed in adeguata misura.
Nel corso dei lavori dell'assemblea ha portato il saluto del governo il direttore generale della Direzione Generale per la Navigazione e il Trasporto Marittimo e Interno del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Cosimo Caliendo.
Prima della sua conclusione l'assemblea di Ancanap ha salutato l'ingresso di numerosi nuovi associati, principalmente subfornitori, subappaltatori ed altri operatori della lunga filiera della costruzione navale.