Secondo il presidente della Confederazione Armatori Italiani (Confitarma), Nicola Coccia, il decreto del ministero della Sanità che aumenta di quasi il 300% gli oneri di sanità marittima a carico dei prodotti alimentari importati in Italia attraverso i suoi porti, provocando un impennata di costi dai 6,6 euro a 250 euro per container, «va immediatamente rivisto».-
- «Mi auguro - ha detto oggi Coccia - che si tratti di un errore e che ci possa essere un rapido ripensamento. In caso contrario i danni per la portualità italiana, ma anche per il sistema paese sottoposto ai rischi di un provvedimento inflazionistico, potrebbero risultare disastrosi».
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- Considerando che gli stessi prodotti sbarcati in altri porti comunitari e poi trasportati in Italia via terra non subirebbero questa penalizzazione - ha osservato il presidente di Confitarma - nel provvedimento si evidenziano almeno tre elementi di rischio: penalizzazione della portualità; penalizzazione del consumatore italiano, sul quale ricadranno gli extracosti; deviazione dei traffici a vantaggio di porti esteri.
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- «Si prefigurano - ha concluso Coccia - danni generalizzati a tutto il cluster marittimo italiano, che proprio sul fronte portuale perderebbe di colpo gran parte della sua capacità competitiva, visto che, secondo le prime stime, ad essere colpito dal provvedimento sarebbe circa il 20% del traffico container (quasi un milione di teu), l’intero traffico di frutta, quello del caffè, gli oli alimentari e il traffico di cereali alla rinfusa».

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