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I pirati hanno rilasciato la petroliera Savina Caylyn e i 22 marittimi dell'equipaggio
Sarebbe stato pagato un riscatto di 11,5 milioni di dollari
21 dicembre 2011
La petroliera Savina Caylyn, sequestrata dai pirati undici mesi fa nell'Oceano Indiano ( dell'8 febbraio 2011), è stata liberata oggi con i suoi 22 membri dell'equipaggio, di cui 17 indiani e cinque italiani. In una nota il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha espresso «la sua più viva soddisfazione per il rilascio dell'equipaggio e della nave italiana Savina Caylyn, sequestrata l'8 febbraio 2011 da un gruppo di pirati somali. Il presidente Monti - prosegue la nota - si sente molto vicino ai cinque marinai italiani rilasciati, e alle loro famiglie, per la dura prova che hanno dovuto sopportare in questi lunghi mesi di attesa».
Secondo “Somalia Report”, pubblicazione del giornalista e corrispondente di guerra Robert Young Pelton che cita fonti vicine ai pirati, la petroliera italiana sarebbe stata rilasciata a seguito del pagamento di un riscatto di 11,5 milioni di dollari. La cifra sarebbe stata pagata in due fasi: una prima somma di 8,5 milioni di dollari sarebbe stata calata sulla nave da un elicottero nelle prime ore di questa mattina, mentre i restanti tre milioni di dollari sarebbero stati depositati sulla nave alle ore ore 12.30 locali. Trascorsa un'ora e mezza la nave sarebbe stata rilasciata dai pirati. Tale sequenza di eventi è stata confermata dai pirati anche all'agenzia di stampa Reuters.
“Somalia Report” ha spiegato che l'atipico pagamento del riscatto in due tranche è conseguenza dei precedenti rifiuti da parte dei pirati di rilasciare ostaggi di nazionalità indiana, anche successivamente al pagamento del riscatto, pratica - ha ricordato la pubblicazione - che è iniziata lo scorso 15 aprile quando i pirati che hanno sequestrato la nave Asphalt Venture si sono rifiutati di liberare otto marittimi indiani dell'equipaggio con l'intento di utilizzarli per scambiarli con pirati catturati dalla Marina Militare Indiana. Quella della consegna del riscatti in due fasi - ha spiegato la fonte a “Somalia Report” - è una tattica utilizzata dall'armatore per assicurarsi che i marittimi indiani siano stati rilasciati: dopo aver calato il primo pacco con il denaro dall'elicottero è stato infatti chiesta la liberazione dei 17 marittimi indiani della Savina Caylyn e, dopo la consegna del secondo pacco, sono stati rilasciati sia i cinque italiani che la nave.
La nave italiana è di proprietà della società armatoriale italiana Dolphin Tanker Srl, una joint venture paritetica della genovese Scerni e della società napoletana Fratelli D'Amato.
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